Vitignoitalia 2015: premiato il Laus Vitae Montepulciano d'Abruzzo 2009 di Citra Vini - InformaCibo

Vitignoitalia 2015: premiato il Laus Vitae Montepulciano d’Abruzzo 2009 di Citra Vini

di Informacibo

Ultima Modifica: 29/05/2015

di Maria Melania Barone
 

Napoli maggio 2015.  – L’XI Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani si è concluso lo scorso 26 maggio  a Castel dell’Ovo con la premiazione del Laus Vitae Montepulciano d'Abruzzo 2009 di Citra Vini.
 
L’organizzazione dell’evento è stata quasi impeccabile anche se, per nostra personale esperienza, una nota negativa da assegnare all’accoglienza.

 

Il nuovo partner di Vitignoitalia è stato BNL Gruppo BNP Paribas che ha offerto i propri prodotti finanziari e ha prestato la propria consulenza ai produttori. Grazie all’accordo biennale sottoscritto con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), il Gruppo Bnl mira a sostenere e formare le imprese italiane che vogliono operare sui mercati internazionali. 

Tantissime le cantine che hanno preso parte alla tre giorni che si è svolta a Castel dell’Ovo, per un totale di 48 vini che caratterizzano territori tipici dello stivale: dal Gewurztraminer al Passito di Pantelleria, dal Franciacorta al Greco di Tufo, dal Taurasi alla Falanghina, dal primitivo di Manduria all’Aglianico, dal Montepulciano d’Abruzzo al Nero di Troia, dal Falerno del Massico al Vermentino.
 

Sono state assegnate Medaglie d'Argento, d'Oro, Gran Medaglia d'Oro e tre Premi Speciali, tra cui il Premio Speciale per il Territorio e il Premio Speciale Giovani per le aziende che contribuiscono con il proprio lavoro alla valorizzazione del territorio e alle aziende che annoverano nella propria compagine giovani under 30 che si distinguono per impegno, ricerca o innovazione.

INformaCIBO ha selezionato sei cantine e una distilleria.
 
I VINI
 

Maria Carolina, un vino regale per i più raffinati (Pallagrello in purezza)

 

Il primo vino che vogliamo presentarvi è il Maria Carolina dell’azienda agricola Alepa situata nel territorio del Volturno. I vini dell’azienda sono caratterizzati da un bassissimo utilizzo di solfiti. Bianco, ben strutturato, dalla nota dolce conferita dall’arresto spontaneo della fermentazione in legno. Si tratta di un vino regale non solo per il nome che omaggia un’importante regina del Regno delle due Sicilia, quanto per il sapore del pallagrello, tipico vitigno autoctono della provincia casertana.

Questa la descrizione della viticoltrice Paola Riccio:
"Il Maria Carolina è un vino ottenuto da pallagrello bianco in purezza. Destiniamo a questo cru una selezione dei grappoli della nostra vigna omonima, in cui normalmente otteniamo una maggiore concentrazione. In annate calde come la 2011, tutto ciò si traduce in un vino dall’intensità spiazzante arricchito dal boisè donato dallo stazionamento in botti di rovere e castagno.  La dolcezza finale del sorso che regala il Maria Carolina è il risultato dell’arresto spontaneo della fermentazione. Come tutti i nostri vini bianchi ha livelli di solfiti modestissimi, e non subisce processi di chiarifica e stabilizzazione tartarica con coadiuvanti o con freddo, ma questi processi avvengono naturalmente con la lunga decantazione in acciaio".

 
Ulteriori informazioni potete trovarle sulla pagina Facebook dell’azienda (https://www.facebook.com/pallagrello?ref=hl).
 

Barbera doc rosso, per chi ama i profumi intensi (Barbera in purezza, dal vitigno detto “Barbetta” autoctono del beneventano e specificamente della zona di Castelvenere   www.venditti.it)

Questo vino ha cominciato a farsi conoscere ormai da tempo anche se i più importanti riconoscimenti li ha ottenuti soprattutto negli ultimi anni. Tra i numerosi premi possiamo annoverare la Gran Menzione al Barbera durante la 36°, 39°, 41°, 42° edizione di Vinitaly.
 

Per il basso contenuto di solfiti che fanno del Barbetta un vino di pronta beva e già classificato come biologico dalla guida del Gambero Rosso dell’88, ma la masseria è davvero antica: la produzione si attesta infatti sin dal 1595. Fu  probabilmente costruita sulle fondamenta di un’antichissima abbazia dedita alla produzione delle derrate alimentari. Il comune beneventano di Castelvenere è uno dei più vinificati d’Italia e proprio qui fu salvato dalla filossera che negli anni ’30 mise in ginocchio la produzione vitivinicola europea, un vitigno autoctono come il barbera della Masseria Venditti. Grazie a campi sperimentali effettuati sui terreni dei Venditti, su indicazione delle "cattedre ambulanti", fu realizzato un clone mediante innesto su piede americano, che consentì immediatamente il salvataggio di uno dei vitigni più profumati d’Italia.

Peculiarità del Barbetta è l’odore fruttato persistente che "si avverte già passeggiando in vigna", ci racconta la sommelier che presenta questo vino importantissimo. Ed effettivamente è proprio questa l’incredibile caratteristica del barbetta che però, per componente genetica, non ha nulla in comune col barbera piemontese. Degno di menzione tra i prodotti della masseria Venditti è anche il vino alle noci realizzato il giorno di San Giovanni, secondo una tipica tradizione beneventana.
Il barbetta si presenta come un rosso fruttato con sentori di marasca, frutti di bosco e viola. Al palato risulta secco, morbido, di corpo e persistente.

 
 

Montepulciano d'Abruzzo Dop e Montepulciano d'Abruzzo Dop Riserva  – Tenuta Pietramore (TE) 
 
Di questi due vini ci ha colpito moltissimo la corposità, la robustezza mescolata a una rotondità che fa del Montepulciano d'Abruzzo Dop un vino incredibilmente equilibrato ed amabile. La tannicità moderata e il profumo di spezie con un retrogusto di cioccolato sono peculiarità di questo vino che nasce su un terreno argilloso delle province collinari di Teramo e di Chieti. La fermentazione delle  uve avviene in 10-15 giorni. Mentre l'affinamento del Dop avviene in acciaio per almeno 4 mesi e altri 3 mesi in bottiglia, per il Montepulciano Dop Riserva l'affinamento avviene in botti di Rovere che ne aumentano la tannicità che resta tuttavia moderata. Questa produzione di Montepulciano d'Abruzzo Dop ha incontrato un'ottima risposta di pubblico a dimostrazione che riesce ad accontentare anche i palati più esigenti.

 
 

Barbera del Monferrato DOC – Tenuta Tenaglia (www.tenutatenaglia.it)

 

Abbiamo assaggiato anche il Barbera del Monferrato Doc servito dalla simpaticissima produttrice che oggi gestisce la Tenuta Tenaglia, tra le più importanti del territorio piemontese. Un vino dal colore porpora e dal profumo fruttato. L'aggiunta di Freisa lo rende leggermente "petillant" e quindi molto equilibrato. E’ possibile abbinarlo a un gran numero di pietanze: dai primi piatti ripieni, ai salumi, ai formaggi del Piemonte.
 
Quando si assapora un vino è importante osservare anche il territorio e quello in cui vengono prodotti i vini della Tenuta Tenaglia è davvero un territorio unico: sorge infatti sul territorio del Monferrato casalese  a 450 metri sul livello del mare, ai margini del Parco naturale del Santuario di Crea, divenuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità. La produzione vitivinicola dell'azienda è nata grazie alla passione del Governatore di Moncalvo Giorgio Tenaglia, capitano di ventura e grande mecenate che nutriva una grande passione per il vino barbera. Ad oggi la tenuta mantiene quella passione trasmessa da Giorgio Tenaglia ed è diventata un punto di riferimento tra gli estimatori del vino.

Fiano I.G.T. Cantina di Lisandro (www.cantinadilisandro.it)
 

E' da un vigneto situato in una porzione collinare a Caiazzo che proviene un ottimo Fiano Campania I.G.T. caratterizzato dal colore giallo oro, brillante e luminoso e dal profumo fruttato, con sentore di fiori. Il sapore è avvolgente e riflette in pieno la bellezza della vigna che nasce sull'originale Vigna del Ventaglio, tra il Monte Taburno e il mare in una zona altamente ventilata. E' interessantissima la composizione del terreno che cambia più volte all'interno dello stesso vigneto a testimonianza delle mutazioni geologiche che hanno contribuito a rendere unico quel territorio: si passa infatti da una sabbia silicea ad un terreno grasso, da una forte presenza di minerali alla loro improvvisa assenza. La storia di questa vigna comincia nel 1907 con le sei botti che costituivano la dote di don Lisandro il quale le usò per aprire una vineria che da allora è diventata un luogo frequentatissimo dagli amanti del buon vino. Oggi le sei botti costituiscono il logo della cantina.

 

I DISTILLATI
 
Amaro del Rosso – Da un'antichissima ricetta napoletana (www.alambiccorosso.it)
 

Tra i distillati si è distinto l’Amaro del Rosso dell’azienda Alambicco Rosso che è riuscita recuperare, valorizzare e rivisitare un’antichissima ricetta napoletana di amaro e nocillo. L’Amaro del rosso ha un sapore speziato e infatti è realizzato mediante 14 erbe.

 

Nonno Vincenzo era un uomo dai capelli rossi che, con grande sapienza, riusciva a ricavare sapori e aromi dall’unione delle erbe. Questa antica ricetta è stata poi rivisitata dal nipote Alessandro. L’azienda produce anche altri tipici distillati della tradizione campana come il Limoncello di Sorrento, l’amaro nocino, 40 ottani grappa, malizia fragoletto, finocchietto, genziana, satinate limoncello, satinate fragoletto e altri prodotti di distilleria molto ricercati. 

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Capo Redattore