Visita al borgo di Monticelli Brusati e alla cantina Villa Franciacorta
di Emanuele Scarci
Ultima Modifica: 16/11/2021
La visita a Villa Franciacorta e al borgo di Monticelli Brusati è un viaggio nel tempo. Il borgo è ai piedi del Colle Madonna delle Rosa, ricoperto dalla sommità di boschi di querce, eriche e ginepri. Questi ricreano un buon microclima per i vigneti, ottenuti da un’opera di terrazzamenti sorretti da muri a secco fino a valle. Qui si trovano le cantine interrate di Villa Franciacorta con il vino in attesa del momento buono per la sboccatura.
Villa Franciacorta
Negli anni 60 il borgo di Villa, a una manciata di chilometri dal lago d’Iseo, era in preda al degrado e fu salvata da un giovane ventiseienne: Alessandro Bianchi che l’acquistò nel 1960 e nel 1978 avviò i lavori di ristrutturazione.
Bianchi, autentico mecenate, comprò 100 ettari di terreno, di cui 37 vitati (forse una delle poche aziende viticole costituite da un unico lotto) anche di terreni più difficili, ma unici come Gradoni (così chiamati per la disposizione a terrazzamenti): la pendenza in alcuni punti raggiunge il 45%. Un grande lavoro di recupero e, poi, la decisione di produrre solo spumanti millesimati.
Il riavvio
<<Il 2020 vorremmo solo dimenticarlo – sottolinea Roberta Bianchi, proprietaria di Villa di Franciacorta – anche dal punto di vista economico>>.
Il 2021 è quindi l’anno della ripartenza in vigna, grazie anche a un impianto di 5 nuovi ettari nel cru Villa e nella nuova tenuta a Provaglio d’Iseo, il Martinello.
<<A Provaglio – aggiunge Bianchi – sembra di essere in un cascinale toscano. A più a 300 metri di altezza, con un’esposizione al sole costante e importanti escursioni termiche>>
Il Martinello a Provaglio d’Iseo
Il Martinello è situato nella parte più alta di Provaglio d’Iseo, a 330 metri, zona vocata per il Pinot Nero, dove peraltro Villa ha già vigneti di proprietà nella tenuta il Roccolo. Il Martinello con la vista sulle Torbiere del Sebino, arriva a scorgere all’orizzonte il limite sud del Lago d’Iseo. Gli ettari totali di proprietà salgono così a 43,5, tutti gestiti a conduzione biologica.
Perché aumentare gli ettari? <<Non servono per aumentare la produzione che si aggira intorno alle 250 mila bottiglie – risponde Bianchi – ma negli ultimi anni, per cause che vanno dal maltempo al biologico, la produzione si è sempre ridotta del 20%. Ecco vogliamo crearci questo cuscinetto di sicurezza per poter comunque raggiungere il nostro obiettivo e poter scegliere le migliori uve. Quelle non idonee o di troppo le venderemo>>.
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