Aglianico, il vino nobile del Sud
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 20/11/2019
Un vino per chi sa aspettare. L’Aglianico è una promessa che viene rispettata da secoli, ma che ogni volta richiede il suo tempo per realizzarsi. Negli ultimi anni ha raccolto l’interesse di un numero sempre maggiore di appassionati, al punto di diventare uno dei vitigni autoctoni italiani più cercati sul web, come Ribolla Gialla e Lagrein.
L’origine dell’Aglianico è difficile da stabilire con precisione. Sembra però sia arrivato da noi per merito dei greci e quindi con il nome Hellenico. La denominazione attuale sarebbe nata in seguito alla dominazione degli Aragonesi nel sud Italia: Aglianico deriverebbe infatti dalla pronuncia spagnola di Hellenico. Certa è invece la grande qualità di questo vino, tale da farlo soprannominare anche il Barolo del Sud.
Aglianico, caratteristiche e zone di produzione
Le zone di produzione dell’Aglianico si trovano principalmente in Campania e Basilicata. Si tratta di un vitigno vulcanico che ha nei terreni argillosi e calcarei di queste regioni il suo habitat preferito. Climaticamente, l’Aglianico ha bisogno di colline ventilate e inverni non troppo rigidi, così come patisce il caldo eccessivo e la siccità.
Come anticipato, l’Aglianico non è un vino immediato, bisogna dargli tempo. Per cominciare a esprimere le sue qualità deve invecchiare dai 3 ai 5 anni (a seconda della tipologia) anche se dà il meglio dai 10 anni di invecchiamento. L’affinamento avviene in legno di quercia, ma c’è anche chi usa la barrique, con conseguente potenziamento dei profumi.
Ma com’è l’Aglianico quando arriva nel nostro bicchiere? È un vino rosso dalla struttura importante, tanto corposo e tannico quanto elegante. Non sarà mai un vino leggero, anche se con il passare del tempo l’acidità si ammorbidisce. Il profumo e il gusto sono intensi e fruttati (amarena, ciliegia, frutti rossi), tendenti allo speziato (pepe), mentre il colore è rosso rubino. Oltre all’intensità, quello che colpisce dell’Aglianico è sicuramente la persistenza, motivo più che valido per evitare di berlo giovane e dargli il giusto tempo.
Tipologie di Aglianico
Il massimo della qualità di questo vitigno autoctono si esprime in tre tipologie che vantano il marchio DOCG. Tre denominazioni di Aglianico, prodotte tra Campania e Basilicata, con elemento comune il terreno vulcanico, ma che hanno caratteri diversi tra loro.
Eccoli:
- Aglianico del Vulture DOCG in Basilicata
Questo vino è prodotto esclusivamente con uve Aglianico e deve invecchiare un anno. Dopo 3 anni di affinamento viene definito “vecchio”, dopo cinque “riserva”. - Taurasi DOCG in provincia di Avellino
Ottenuto dalla vinificazione delle uve Aglianico (minimo 85%), si esprime in due tipologie: Taurasi e Taurasi Riserva. Il primo richiede invecchiamento obbligatorio di almeno tre anni, di cui almeno dodici mesi in botti di legno, mentre il secondo deve invecchiare obbligatoriamente almeno quattro anni, di cui almeno diciotto mesi in botti di legno. - Aglianico del Taburno DOCG in provincia di Benevento
Vino prodotto nelle tipologie Rosso, Rosso riserva e Rosato, a partire da uve Aglianico (minimo 85%). La tipologia rosso deve invecchiare almeno due anni, mentre il rosso riserva tre anni, di cui almeno dodici mesi in botti di legno e sei mesi in bottiglia.
Abbinamenti Aglianico – cibo
Un vino con tali caratteristiche non è difficile da portare in tavola. Gli abbinamenti dell’Aglianico sono molto semplici infatti. È un vino che chiama la carne, bianca ma soprattutto rossa: si abbina perfettamente con carni al forno e alla griglia e con la selvaggina. Il risultato di questo abbinamento è di grande equilibrio perché i tannini dell’Aglianico sgrassano la bocca, così come le carni ne assorbono l’astringenza.
Allo stesso modo, un valido abbinamento dell’Aglianico è con i formaggi saporiti e stagionati. Per restare legati al territorio d’origine del vino, il consiglio è quindi un buon caciocavallo lucano.
Aglianico, prezzo
Dare un’indicazione media di prezzo per l’Aglianico è complicato, perché ovviamente il costo di una bottiglia di questo vitigno varia notevolmente a seconda degli anni di invecchiamento. Per quanto riguarda l’Aglianico del Vulture DOC si parte dai 15 euro per una buona bottiglia, mentre a marchio DOCG bisogna spendere almeno 25 euro. Il Taurasi DOCG invece parte dai 25 euro per arrivare facilmente a 30-40 euro, ma anche – in caso di bottiglie speciali e grande invecchiamento – a centinaia di euro.
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