Viaggio enogastronomico a Piacenza e dintorni tra salumi, vini e formaggi
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 22/06/2020
Un viaggio a Piacenza e dintorni è prima di tutto un’esperienza enogastronomica: tra salumi e formaggi, vini, gnocco fritto e anolini, mangiare a Piacenza è un piacere che coinvolge tutti i sensi. E che si sviluppa ben oltre la soglia dei tanti ristoranti e delle trattorie che ancora animano questa placida città adagiata lungo il Po, al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna, regione alla quale appartiene.
Perché a Piacenza turismo e agroalimentare si incontrano e si fondono, dando vita a un itinerario enogastronomico di prima qualità tra caseifici, cantine, salumifici, immersi tra i colli e i castelli del Ducato dove fermarsi per qualche tappa meno gastronomica e più culturale.
Del resto, siamo vicini a Parma e alla Food Valley, con i suoi musei del cibo famosi in tutto il mondo.
Cosa mangiare a Piacenza e dintorni
Partiamo dalle basi: cosa mangiare a Piacenza e dintorni?
Dal punto di vista enogastronomico, la città si tratta bene da secoli: la cucina piacentina faceva parlare di sé già nei tempi antichi e oggi la tradizione si mantiene viva tra salumi, formaggi Dop e ben 17 vini Doc.
I salumi piacentini sono l’antipasto per eccellenza, da mangiare insieme ai chissolini, la versione piacentina del gnocco fritto, e alla bortellina, una sorta di frittata preparata solo con acqua e farina.
Tra i primi piatti trionfano gli anolini, piccoli ravioli ripieni di stracotto solitamente serviti in brodo nelle occasioni importanti. Ci sono poi i tortelli con la coda ripieni di spinaci e poi loro, un altro must della cucina tipica piacentina: pissarei e fasö, gnocchetti di farina e pan grattato conditi con fagioli borlotti, lardo e pomodoro. Chi ha molto appetito può ordinare la bomba di riso, un piatto il cui nome non è certo indice di leggerezza: si tratta di una sorta di corona di riso ripiena di carne di piccione, animelle e funghi.
Carne di cavallo e coppa arrosto sono i secondi piatti più tradizionali mentre la scelta di dolci va dal latte in piedi, una sorta di creme caramel piacentino, alla più classica ciambella piacentina, il busslan: la si trova facilmente in ogni pasticceria o panetteria ed è il classico souvenir gastronomico da portare a casa o regalare. Se venite a Piacenza durante il Carnevale troverete, oltre ai tortelli, anche le sprelle, dolci fritti simili alle chiacchiere.
I salumi piacentini Dop
Un pasto a Piacenza includerà sicuramente un antipasto a base di salumi piacentini Dop, ovvero Coppa, Pancetta e Salame, tre specialità di cui la città è giustamente molto fiera e sulle quali vigila il Consorzio Salumi Tipici Piacentini. Tra le cose da comprare a Piacenza ci sono sicuramente loro, meglio se direttamente in un salumificio per abbinare all’acquisto una visita e una degustazione in loco.
Un suggerimento? A Castell’Arquato, soprannominato il Borgo degli Innamorati per la sua atmosfera romantica, il Salumificio La Rocca organizza visite e degustazioni sabato e domenica mattina.
Formaggio tipico di Piacenza
Grana Padano Dop e Provolone Valpadana Dop: sono questi i due formaggi tipici piacentini e della Bassa Padana in generale. Un tour enogastronomico non può prescindere dal fare qualche tappa nei caseifici, per scoprire come nascono queste eccellenze casearie e ovviamente acquistare direttamente dai produttori il formaggio.
Alle porte di Piacenza, verso la Val Trebbia, la Casearia Serafini produce formaggio dal 1928 e ha un piccolo spaccio dove vende anche i propri salumi. Il Caseificio Borgonovo, nell’omonimo comune, oltre a Grana e Provolone produce anche il Cacio del Po, un formaggio tipico di questo territorio prodotto solo con latte proveniente dalla zona di Monticelli d’Ongina. Se volete fare scorta di Grana Padano, l’indirizzo è quello della Latteria Sociale Stallone a Villanova sull’Arda, un caseificio adibito alla raccolta e lavorazione del latte prodotto dai soci per essere trasformato in Grana Padano Dop.
Il vino di Piacenza
I vini piacentini che vantano la Doc sono 17, un numero che rende ben chiara la vocazione vitivinicola di Piacenza e dintorni.
Del resto, questo è il luogo dove è stato rinvenuto il ‘Gutturnium’, ovvero il boccale argenteo di epoca romana che diede il nome al più famoso tra i vini piacentini: il Gutturnio Doc, ottenuto dai vitigni di Barbera e Croatina.
Potete inserire nel vostro itinerario enogastronomico qualche tappa lungo la Strada dei Vini e dei Sapori Colli Piacentini, per andare alla scoperta di vigne e cantine (oltre che agriturismi, salumifici, ristoranti e caseifici indicati nella mappa) dove si producono:
- Gutturnio
- Ortrugo
- Colli Piacentini Monterosso
- Colli Piacentini Valnure
- Colli Piacentini Trebbianino
- Colli Piacentini Barbera
- Colli Piacentini Bonarda
- Colli Piacentini Malvasia
- Colli Piacentini Pinot Grigio
- Colli Piacentini Pinot Nero
- Colli Piacentini Sauvignon
- Colli Piacentini Cabernet Sauvignon
- Colli Piacentini Chardonnay
- Colli Piacentini Novello
- Colli Piacentini Vin Santo
- Colli Piacentini Vin Santo di Vigoleno
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