Vent’anni di Dop e Igp: l’Emilia-Romagna detiene record europeo con 43 specialità
di Informacibo
Ultima Modifica: 05/07/2016
Oggi infatti l’Emilia-Romagna detiene il record europeo di prodotti Dop e Igp con ben 43 specialità.
Per questo, in occasione del ventennale, la Regione Emilia Romagna si è fatta promotrice a Piacenza di un forum nazionale dedicato a questo comparto del food, strategico per impatto economico ed export, ma importante anche da un punto di vista culturale e identitario.
Ad affiancare la Regione, il Consorzio dei Salumi Dop Piacentini. Piacenza è infatti ancora oggi la sola provincia in tutta Europa ad avere tre salumi Dop: Coppa, Pancetta e Salame Dop piacentini.
Tra le risorse che il Programma regionale di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna mette a disposizione, quelle per la promozione. Il primo bando si è appena chiuso con la presentazione di 34 domande di sostegno, presentate da vari consorzi e associazioni, anche con progetti in comune, e prevede un finanziamento complessivo di oltre 4 milioni.
Al centro del convegno le prospettive future dei prodotti a indicazione d’origine, fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano e importante strumento di penetrazione sui mercati anche esteri. “Credo sia arrivato il momento di una rilancio delle Denominazioni d’origine anche sul piano commerciale –
ha sottolineato Paola De Micheli, sottosegretario al Ministero dell’economia – fino ad ora le Dop sono state infatti soprattutto garanzia di qualità e di origine. Ora, anche nel nuovo contesto commerciale internazionale, è giunto il momento di rafforzare le politiche di marketing e di promozione. In questa direzione il ruolo dei Consorzi può essere importante”.Un’analisi condivisa anche da Luigi Verrini, componente della Commissione prodotti tutelati Ue, che ha ricordato i passi avanti compiuti dal ‘92 (anno del primo regolamento europeo in materia) a oggi. " Grazie a un consumatore sempre più consapevole, – ha detto – le Indicazioni d’origine e i grandi brand commerciali non sono più in contrapposizione, ma complementari”.
"I prodotti Dop e Igp siano la punta avanzata dell’agroalimentare italiano". Lo ha affermato Nicola Levoni, presidente di Assica. “Grazie anche a questi prodotti oggi possiamo vantare circa un miliardo di euro di esportazioni, la cui quota dei tutelati risulta di circa il 17% del totale. Il problema principale è la conoscenza del significato delle denominazioni. Dopo oltre 20 anni, è noto solo al 15% circa dei consumatori europei (33% circa in Italia)".
”Essenziale a questo riguardo il ruolo dei Consorzi, che – come ha sottolineato Davide Nini, presidente del Consorzio Prosciutto di Modena – “devono svolgere un grande lavoro di comunicazione per traferire ai consumatori il concetto che la Dop garantisce non solo la qualità del prodotto, ma dell’intero processo di cui esso fa parte, dall’allevamento fino alla trasformazione".
Si tratta di un settore che in Italia coinvolge tra aziende agricole e di trasformazione oltre 81 mila aziende per un giro di affari di 6,38 miliardi (alla produzione). In Emilia-Romagna le imprese coinvolte nelle diverse filiere Dop e Igp sono oltre 6500 e il giro d’affari alla produzione è di 2,5 miliardi. L’Emilia-Romagna dunque pesa da sola per circa il 40% del totale nazionale.
I primi quattro prodotti per valore economico sono: Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto Balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp.
Considerando le prime 20 province in Italia per impatto economico del settore, nei primi dieci posti ci sono Parma (1°) con 950,8 milioni di euro e 12 prodotti; Modena (2°) con 375,8 milioni e 15 prodotti; Reggio Emilia (4°) con 355 milioni e 12 prodotti; Bologna (8°) con 290 milioni e 22 prodotti.
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