Val d’Itria: cosa vedere e mangiare - InformaCibo

Val d’Itria: cosa vedere e mangiare

Cosa non perdere quando si visita la Val d'Itria

di Giulia Milani

Ultima Modifica: 08/06/2022

La Val d’Itria è indubbiamente uno dei posti più belli d’Italia e a dimostrarlo è la quantità di turisti che ogni anno affolla questa regione. Situata tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, questo rinomato territorio pugliese coincide con la parte meridionale dell’altopiano delle Murge e comprende, tra le altre, le città di Alberobello, Locorotondo, Cisternino e Martina Franca. 

Tra distese di ulivi, masserie e trulli, le bellezze con cui riempirsi gli occhi in queste cose non mancano di certo. Se poi si pensa alle bontà della tavola l’elenco diventa infinito. 

Abbiamo quindi scritto una piccola guida di cose da non perdere quando si visita la Val d’Itria.

Cosa vedere in Val d’Itria: i luoghi da non perdere

Alberobello e i trulli

La visita della Val d’Itria non può che cominciare da Alberobello, la più iconica tra le città di questa regione, capitale dei trulli che dal 1996 fa parte dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. 

I trulli sono caratteristiche abitazioni a forma conica realizzate in pietra calcarea tradizionale della Puglia centro-meridionale. Nonostante la loro struttura richiami quella delle tombe micenee a thòlos, di cui sono un perfezionamento, i trulli non sono abitazioni particolarmente antiche: i più antichi ancora esistenti sono databili alla fine del XVII secolo. Venivano generalmente edificati da contadini e pastori con le pietre raccolte sul posto ed erano utilizzati come ricovero temporaneo o come deposito per gli attrezzi agricoli.

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Rione Aia Piccola, Aberobello

Sono caratterizzate da una pianta approssimativamente circolare con muri a secco molto spessi (da 50 cm a 2 m di spessore), che, uniti alla quasi totale assenza di aperture ad esclusione della porta d’ingresso, garantiscono una buona conservazione del calore durante l’inverno e una bassa temperatura d’estate. L’altro elemento distintivo di questa architettura è il tetto a cono, costituito da una serie concentrica di lastre orizzontali autoportanti.

Ad Alberobello i trulli sono circa 1400 ed è una delle poche eccezioni in cui i trulli si trovano anche in città. La maggior si trova nel Rione Monti, dove molti di questi sono sede di negozi. Il nostro consiglio è però di privilegiare il più tranquillo e meno turistico Rione Aia Piccola, dove ancora abita parte della popolazione locale, l’atmosfera sembra quella dei secoli passati e da cui si hanno pittoreschi scorci sul Rione Monti.

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Rione Aia Piccola, Alberobello

Le cummerse di Locorotondo

Lasciamo Alberobello e ci dirigiamo verso Martina Franca. A metà strada però è doverosa una sosta a Locorotondo, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia. Il suo nome deriva dalla forma del centro storico, dove le case sono disposte su anelli concentrici. Anche qui ad attirare immediatamente l’attenzione sono le case. Non si tratta più dei trulli ma delle cummerse, abitazioni di colore bianco candido e dalla forma aguzza con tetto spiovente. 

Una veloce passeggiata tra le stradine del borgo e si riparte alla volta di Martina Franca.

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Basilica di San Martino, Martina Franca

Martina Franca, uno spettacolo barocco

Martina Franca è una cittadina trecentesca che fu fondata dal principe di Taranto Filippo I d’Angiò. Il suo nome deriva dal fatto che il primitivo insediamento nacque sul monte detto di San Martino, mentre l’aggettivo Franca fu aggiunto più tardi, quando fu esonerata dai dazi. 

Martina Franca è uno spettacolo a cielo aperto di arte barocca, stile prevalente sui palazzi signorili e le chiese del centro. Da non perdere sono Palazzo Ducale, la Basilica di San Martino, la Chiesa del Carmine e la Chiesa di Sant’Antonio.

Martina Franca è la patria del Capocollo, salume d’eccellenza. L’assaggio è d’obbligo. 

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Ceramiche di Grottaglie

Grottaglie, la città delle ceramiche

Un’altra tappa consigliata del giro in Val d’Itria è Grottaglie, una città collinare in provincia di Taranto rinomata in tutto il mondo per le sue ceramiche. Passeggiando nel paese, sulla via per salire al trecentesco Castello Episcopio, non potrete non notare le oltre cinquanta botteghe di ceramiche scavate in grotta che si susseguono una via l’altra. 

Al Museo della Ceramica di Grottaglie potrete ammirare circa 400 manufatti che vanno dal VIII secolo a.C ad oggi. Si possono individuare principalmente due stili: la ceramica Caposanara, che comprende la produzione popolare di tutti gli utensili da cucina (piatti, bicchieri, brocche, zuppiere) e la ceramica Faenzara che comprende una serie di oggetti pregiati destinati ai ceti più aristocratici.

Nel quartiere delle ceramiche, Grottaglie nasconde un altro piccolo gioiellino: la Casa Vestita, una casa che accoglie mostre temporanee dedicate alla cultura fittile grottagliese con una suggestiva chiesa rupestre medievale recentemente rinvenuta, eccezionale testimonianza artistica risalente al XIII secolo.

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Chiesa rupestre di Casa Vestita a Grottaglie

Cosa mangiare in Val d’Itria

Mangiare male in Puglia è praticamente impossibile: dai taralli ai formaggi, dai salumi all’olio, dal pesce alle verdure fino al vino, i prodotti tipici pugliesi sono tantissimi. Vediamo però quali sono i prodotti tipici della Val d’Itria che non si possono non assaggiare quando si passa di qui.

Cozze tarantine

Forse non lo sapevate ma la città di Taranto è famosa per la coltivazione delle cozze. Già in epoca magnogreca e romana, alcune fonti narrano della ricchezza e della bontà dei mitili della città dei due mari. A renderle speciali è la peculiarità delle acque in cui vengono allevate, quelle del Mar Piccolo, caratterizzate dalla presenza di sorgenti sottomarine di acqua dolce chiamate “citri”, che favoriscono lo sviluppo del plancton. L’unione di acqua salmastra e dolce dona alle cozze un sapore caratteristico.

Tra i piatti più tradizionali c’è l’impepata di cozze, i tubetti con fagioli e cozze e a Bari il famoso riso, patate e cozze.

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Capocollo di Martina Franca

Conosciuto e apprezzato sin dal XVIII secolo in tutto il Regno di Napoli, il Capocollo di Martina Franca è il salume più rappresentativo della zona. È ottenuto dalla lavorazione della parte tra collo e costata del maiale, come suggerisce il nome. La carne viene aromatizzata con sale e aromi per 10 giorni, marinata in vin cotto per circa 12 ore, insaccata manualmente, sottoposta a leggera affumicatura e poi fatta stagionare per 150 giorni in luoghi asciutti e ventilati.

Si ottiene così un salume dal profumo intenso e dal sapore delicato con note dolci di vin cotto e sentori di legno e fumo.

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Capocollo di Martina Franca

Orecchiette

Le orecchiette, qui chiamate anche chiancarelle, sono uno dei formati di pasta pugliesi più rinomati. A base di farina, acqua e sale, vengono preparate trascinando la pasta sulla spianatoia, con un esperto movimento del pollice, che gli conferisce la tipica forma concava liscia all’interno e ruvida all’esterno. 

Sono da assaggiare con il classico condimento alle cime di rapa, ma anche con un condimento al  pomodoro e cacioricotta o qualsiasi altro sugo. 

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Orecchiette con pomodorini

Le bombette

Piatto tipico della Val d’Itria, ma diffuse in tutta la Puglia, sono le bombette. No, gli esplosivi non c’entrano. Si tratta di sono involtini di carne di maiale ripieni che, una volta addentati, “esplodono” in bocca. Le più classiche sono ripiene con prosciutto e formaggio ma ne esistono numerosissime varianti: con ripieno di capocollo, bombette impanate, avvolte da pancetta, con speck e stracchino e via dicendo. Gli involtini vengono poi cotti sulla brace e serviti con contorni vari.

Mozzarella, burrata e Caciocavallo

Tra le eccellenze gastronomiche da non perdere non possiamo non citare i prodotti caseari della Valle d’Itria. Dalla mozzarella alla burrata, dal Caciocavallo alla ricotta forte, i formaggi pugliesi sono apprezzati in tutto il mondo e passare di cui senza assaggiarne almeno uno è un peccato mortale.

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Mozzarella

La lista dei piatti tipici pugliesi da assaggiare potrebbe durare all’infinito ma ci fermiamo qui. Il resto lo facciamo scoprire a voi.

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L'Autore

redattore

Blogger e web editor, laureata in Scienze Gastronomiche a Parma, con Master in Cultura del Cibo e del Vino a Venezia. Appassionata di eno-gastronomia e della cultura che rappresenta questo mondo.