Uncem e Assopiemonte Dop e Igp insieme a sostegno della filiera lattiero-casearia
Incontro al Castello di Barolo per scegliere le migliori strategie volte al sostegno delle filiere lattiero-casearie nel post-covid
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 04/07/2020
Uncem insieme ad Assopiemonte Dop e Igp si sono incontrati ieri pomeriggio al Castello di Barolo per analizzare le migliori strategie volte al sostegno delle filiere lattiero-casearie nel post Covid.
Rappresentanti delle Istituzioni, della politica, dell’economia piemontese hanno incontrato i produttori di Castelmagno, Robiola di Roccaverano, Murazzano, Ossolano, Toma Piemontese, con filiere importantissime nei territori montani dove è più impegnativo realizzare l’attività di allevamento, trasformazione, stagionatura.
Per Uncem, insieme al Presidente di Assopiemonte Evanzio Fiandino, erano presenti il Presidente regionale Lido Riba e il Presidente nazionale Marco Bussone.
L’obiettivo a breve e lungo termine: individuare soluzioni operative e normative per sostenere il comparto
Un dialogo tra produttori, loro rappresentanze e le Istituzioni
L’emergenza sanitaria dei mesi scorsi, nel caso dei prodotti Dop e Igp ha creato, soprattutto nei circa 70 giorni di stop (dalla prima decade di marzo sino a metà maggio) pesanti blocchi alla commercializzazione e danni gravissimi agli operatori (aziende agricole, piccole imprese e piccole cooperative).
Ciò è dovuto principalmente al fatto che si è bloccato il turismo, il canale Ho.Re.Ca. (in particolare ristoranti e trattorie), il dettaglio tradizionale-negozi di specialità e anche le aree mercatali di prossimità alle aree di produzione, vale a dire i luoghi di eccellenza per la commercializzazione di questi prodotti. I notevoli volumi di vendita fatti registrare al dalla grande distribuzione organizzata non hanno interessato le produzioni Dop in quanto fuori da tali canali e semmai presenti, solo in alcuni rari casi, ai banchi taglio, disertati però dai consumatori per evitare code.
Il risultato è stata la paralisi commerciale che ha costretto, a seconda della tipologia delle produzioni a buttare via il latte o a svenderlo, a interrompere la produzione, a eliminare formaggi non stagionabili, ad avere eccedenze in magazzino senza sapere se mai si riuscirà a smaltirle.
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