Turismo enogastronomico after covid. La parola a Roberta Garibaldi
Il viaggio enogastronomico inizia da casa. Raccontare una storia, emozionare e coinvolgere il turista
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 13/05/2020
Il turismo avrà una crisi strutturale che sarà più lunga degli altri settori colpiti dagli effetti del Coronavirus. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini nell’informativa alla Camera lo scorso 7 maggio ed ha aggiunto: “lo stato di crisi non è sufficiente, perché è in “stra-crisi”, ben oltre l’emergenza”.
Da queste parole si capisce la straordinarietà della crisi che sta vivendo un settore che in Italia è vitale, “vale” il 13% del Pil e solo quest’estate avrebbe sfamato più di 1 milione di lavoratori. Secondo una stima del World Travel & Tourism Council (WTTC) sarebbero a rischio circa 50 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.
Di fronte a questo quadro tanto complesso Informacibo ha pensato di interpellare la massima studiosa ed esperta di turismo in Italia, Roberta Garibaldi, docente universitaria, esponente del Board of Director della World Food Travel Association, del World Gastronomy Institute e del Consiglio di Presidenza della Società Italiana di Scienze del Turismo (SISTUR). Roberta Garibaldi ha inoltre redatto anche il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2020.
Dopo averle chiesto un parere sulla nascita del Bollettino quindicinale ufficiale di Enit dedicato al “turismo in tempo di coronavirus” (“un utile cruscotto per l’analisi del corona virus ed impatto sul turismo, molto utile per tenere sotto controllo ciò che sta accadendo con dati aggiornati per uno dei settori più colpiti da questa crisi…” ci ha risposto) le abbiamo posto alcune domande che qui presentiamo ai nostri lettori.
Diamo la parola direttamente a Roberta Garibaldi
Come il turismo vive questo momento di pandemia?
La pandemia di COVID-19 sta mettendo in grande difficoltà il settore del turismo. Si è da pochi giorni avviata la Fase 2 e le limitazioni agli spostamenti stanno avviandosi, si spera, verso una normalizzazione. E’ un momento importante per programmare la ripartenza di questo settore così importante per il nostro Paese, cercando in modo proattivo soluzioni adatte. Il turismo enogastronomico può sicuramente rappresentare una leva su cui puntare, una base di partenza per ripensare il prossimo futuro.
Nel suo “Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2020” ha indicato alcune leve di sviluppo di questo segmento di turismo, le ritiene ancora valide?
Nonostante alcune analisi siano state redatte prima della pandemia, le ritengo comunque attuali e di utilità in questo nuovo scenario che si aprirà nei prossimi mesi.
Il viaggio enogastronomico inizia da casa: raccontare una storia, emozionare e coinvolgere il turista
Quanto più il turista è consapevole del patrimonio enogastronomico del luogo in cui vive, tanto più sarà propenso a ricercare esperienze a tema nel corso dei propri viaggi. E la stessa partecipazione lo indurrà a ricercare nuove informazioni, creando un nuovo desiderio di scoperta. Il viaggio enogastronomico inizia, quindi, da casa, da questa voglia di conoscere. Nello scenario attuale che vede limitazioni agli spostamenti, le destinazioni e gli operatori possono fornire stimoli, ispirare i futuri viaggiatori costretti a rimanere nella propria abitazione. Virtual Tour delle destinazioni, degustazioni digitali con tutorial e video-guide, QR code che rimandano a contenuti audio e video con la storia dei prodotti tipici e delle aziende possono offrire occasioni di escapismo e contribuire a promuove la destinazione e le aziende stimolando le persone al viaggio una volta che la situazione si sarà normalizzata.
Cosa comunicare?
Creare un racconto che permetta di coinvolgere il turista, emozionarlo, educarlo, stimolarne la curiosità e promuoverne le suggestioni. Chi visita o desidera viaggiare verso un territorio vuole essere messo nelle condizioni di poter comprenderne la cultura enogastronomica, le tradizioni, gli aneddoti dei prodotti che sta gustando o acquistando. Abbiamo visto come, nella situazione attuale, le nuove tecnologie posso rappresentare efficaci strumenti per creare esperienze di pre-visita. Quando le persone torneranno a viaggiare vi saranno anche modi complementari per creare racconti: i produttori o ristoratori possono diventare dei narratori, i menù e le etichette divenire parlanti, …
Alla storia andrà però aggiunto un ulteriore elemento: il servizio. Sarà sempre più importante definire un servizio che caratterizzi in modo peculiare le varie aree del nostro Paese, che rappresenti il calore e la creatività delle persone che vi vivono, per creare un rapporto più diretto che consenta ai turisti di vivere questi momenti come arricchimento personale. Un nuovo bilanciamento tra sicurezza, certezza di salubrità e calore.
L’Italia vanta una biodiversità agroalimentare unica, potrà continuare ad essere uno strumento di sostenibilità?
È plausibile che il comportamento dei turisti cambierà nei prossimi mesi. La sostenibilità sarà sicuramente tra gli elementi verso cui presteranno una sempre maggiore attenzione nel corso dei propri viaggi enogastronomici, come peraltro già evidenziato nel “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”. E’ vero l’Italia vanta una biodiversità agroalimentare unica, ad esempio con più di 500 varietà di viti e oltre 530 di olive. È il primo Paese per numero di agricoltori biologici in Europa (con 64.210 produttori biologici, il 17,2% del totale europeo), il più attento all’impatto ambientale dell’agricoltura ((con emissioni di gas serra inferiori del 46% alla media UE-28), e si pone al vertice della sicurezza agroalimentare mondiale ( dati Fondazione Symbola, 2018). Il turismo enogastronomico è e potrà continuare ad essere uno strumento per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali, così come delle destinazioni limitrofe, poiché contribuisce ad avvicinare produttori, ristoratori, operatori del turismo e consumatori accorciando così la filiera agroalimentare.
Basta limitarsi alla valorizzazione solo dell’ambito della produzione?
È fondamentale preservare e valorizzare, innanzitutto, la conoscenza culinaria di un luogo, le ricette tipiche, le botteghe affinché non si perdano le radici e l’identità. Le recenti vicende ci hanno avvicinato al cucinare, ci hanno fatto riscoprire i negozi del quartiere, i benefici di quella relazione personale che ha assicurato cibo a domicilio, ma che può selezionare prodotti di qualità a km zero e tanti buoni consigli, magari proprio quelle ricette quasi dimenticate. Speriamo che questo ci possa rimanere come lascito! Con maggiore sostenibilità, cultura del cibo, della qualità e della riscoperta delle tradizioni. Con la comunità che diviene da semplice spettatore, ad “ambasciatore del territorio”.
Valorizzare i paesaggi enogastronomici per renderli luogo di esperienze
Le aree rurali del Belpaese rimarranno attrattive anche nei prossimi mesi, poiché mete di prossimità e caratterizzate da un ricco patrimonio culturale ed enogastronomico e fruibili all’aperto in sicurezza. Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” già aveva evidenziato che gli italiani si recano soprattutto in destinazioni nazionali quando compiono viaggi enogastronomici. C’è e ci sarà quindi spazio per offrire proposte, anche pensando a valorizzare i paesaggi enogastronomici che ci caratterizzano.
Basti pensare, a tal proposito, a luoghi di grande fascino come vigneti ed uliveti. Qui si potranno organizzare degustazioni, attività sportive quali trekking, Nordic Walking, Mountain Bike, … nuove proposte come yoga o attività artistiche. Tutti modi per ripensare e ampliare l’offerta in modo creativo, tenendo conto delle limitazioni degli spazi chiusi, e che sicuramente potranno essere proposte non solo nel breve ma anche nel medio-lungo periodo, divenendo parte integrante nell’esperienza turistica.
“l lifestyle italiano tornerà più forte di prima”.
Con questo slogan nasce il Bollettino quindicinale ufficiale di Enit.
https://www.informacibo.it/turismo-online-il-bollettino-dellosservatorio-del-turismo-di-enit-per-il-mibact/
Nasce la piattaforma “Il Nuovo Enoturismo”
Fornisce le istruzioni e gli strumenti pratici per rispettare e interpretare le nuove normative, anche in chiave covid-19
L’Enoturismo dopo il lockdown: è il turismo della “ripartenza”
Condividi L'Articolo
L'Autore