Trent’anni di vigne vecchie, la lunga vita del Barbera d’Asti
di Informacibo
Ultima Modifica: 24/09/2017
di Luciano Scarzello
Ispirato dal grande enologo Giuliano Noè, uno dei padri della Barbera, il “Vigne vecchie” è frutto delle uve raccolte in vigneti con oltre 50 anni di vita. Nel corso di una manifestazione svoltasi proprio nella sede della Cantina sono state degustate bottiglie di “Vigne vecchie” di 9 annate a partire dal 1987 e tutte accomunate da una stupefacente longevità. È questa la caratteristica evidenziata da giornalisti nazionali ed esteri, esperti di marketing e comuni amanti del buon bere che han fatto ressa al banco di degustazione.
“Oltre alla grande soddisfazione per i risultati della degustazione – afferma il Presidente della Cantina, Lorenzo Giordano – questa giornata è stata importante poiché ci ha offerto fondamentali spunti di riflessione. Il grande panel delle persone presenti, in primis giornalisti del settore, oltre a certificare la qualità del nostro vino, la sua grande longevità e le sue potenzialità, ci ha consentito anche di analizzare i principali mercati a cui il nostro Vigne Vecchie si rivolge”.
Dello stesso parere i curatori delle guide presenti, Antonio Paolini (de “L’Espresso”) , Gianni Fabrizio, Paolo Massobrio e Fabrizio Gallino, sulla longevità del ‘Vigne Vecchie’: “Le annate in degustazione hanno mostrato una grande una indiscutibile attitudine all’invecchiamento. È giunto il momento di considerare la Barbera d’Asti alla stregua dei principali vini italiani. Grande è dunque la versatilità di questo vino, in grado di collocarsi nel novero dei principali vitigni”.
“La Barbera – aggiunge il presidente del Consorzio di Tutela Filippo Mobrici – deve acquistare una importanza sempre maggiore e curare costantemente la qualità. La crescita di interesse sui mercati internazionali dimostra che abbiamo ancora molto spazio”.
La Cantina di Vinchio è nata nel 1959 ed è un’importante realtà dell’astigiano.
Oltre alla Barbera produce altri noti vini tra cui Grignolino, Freisa, nebbiolo, Bonarda, Brachetto e il Ruchè.
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