Tra Langhe e Roero: idee per un weekend da wine lovers
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 06/03/2018
Nel 2014 i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato sono stati riconosciuti dall’Unesco come parte del Patrimonio Mondiale.
Qui si apre un vero e proprio tesoro per i food lovers viaggiatori: le valli della provincia di Cuneo, ricche di colline e medie montagne, adiacenti agli alpeggi. Territori incontaminati, dove i processi di produzione di formaggi e vini, seguono ancora molti dei presupposti di coloro i quali, da queste parti, diversi secoli fa, si accingevano a sperimentare – e negli anni consolidare – le più disparate tecniche di stagionatura dei formaggi, le vendemmie figlie dell’osservazione della Luna e dei venti.
Grinzane Cavour: non solo vini, ma anche grappe e nocciole
Prima tappa a Grinzane Cavour, presso l’omonimo Castello che fu casa del conte Camillo Benso. Il Castello, oggi, oltre a essere visitabile, ospita la sede della Enoteca Regionale Piemontese Cavour, un ampio spazio congressi e un elegante ristorante.
Da visitare se si è in zona l’Enoteca Regionale Piemontese Cavour: costituita nel 1967, si pone oggi come una realtà di mediazione tra produttori e consumatori. Una delle peculiarità, è senz’altro rappresentata dalla scelta meticolosa dei vini in esposizione: tipici del territorio e particolarmente pregiati, vengono annualmente selezionati da una commissione che si occupa di assaggiarli, valutandone non solo la qualità di prodotto, ma anche la solidità dei processi di produzione, imbottigliamento e comunicazione del prodotto stesso. L’Enoteca offre ai visitatori la possibilità di assaggiare, suggerisce abbinamenti con pietanze, presenta, oltre ai vini, una selezione curata di grappe del Piemonte e prodotti tipici alimentari. Personalmente, abbiamo acquistato una crema di nocciola che meriterebbe un altro viaggio nel cuneese, per farne un’intera scorta.
Da non perdere anche il Castello di Grinzane Cavour. Di costruzione medioevale, eretto su di un poggio che domina la piana circostante, fu ampliato nei secoli successivi e acquistato dai Benso di Cavour nei primi anni del Diciannovesimo Secolo. Il Conte Camillo lo amministrò e abitò all’interno dello stesso per più di diciassette anni, periodo durante il quale fu sindaco del Borgo di Grinzane, prima di dedicarsi alla politica su larga scala, diventando il primo presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia.
Barolo, tra i vini più pregiati
Barolo è tutta da visitare: il comune variopinto, l’Enoteca Regionale, il Museo nel Castello Falletti. Le strade della cittadina, che rivela senza indugi la propria identità fortemente legata alla viticultura, sono pulite e in perfetta armonia con l’architettura che le delinea. Le tradizioni semplici di questi luoghi, così come gli abitanti che li popolano, non hanno ceduto alla logica del turismo che, negli anni, ha richiamato migliaia di persone al capezzale di una delle aree più importanti d’Italia, per quantità e qualità di produzione del vino Barolo.
Attorno tutto parla di vino; per non essere da meno, iniziamo la giornata con una visita all’Enoteca Regionale del Barolo. Ubicata all’interno del Castello Falletti, si estende in un ampio open-space, attorno al cui perimetro interno sono disposti numerosi appoggi sui quali svettano le bottiglie più pregiate di Barolo.
L’ammissione all’Enoteca di ogni vino, è permessa previo riscontro positivo del campione da parte di un’apposita commissione di degustazione dell’Enoteca, che giudica secondo criteri di idoneità su campioni rigorosamente anonimi.
Al centro della sala è disposto un plastico, che illustra gli undici Comuni facenti parte dell’intera area di produzione: si deducono le diverse altezze dei vigneti, l’orientamento rispetto al sole e, dunque, le possibili peculiarità di ogni produzione, direttamente proporzionali al territorio circostante.
Il Castello Falletti di Barolo ospita nelle stanze disposte su cinque piani, un museo eccezionale: il WiMu (acronimo di Wine Museum – Museo del Vino Barolo) offre un percorso sensoriale e storico legato al vino in senso lato e, inevitabilmente, fortemente connotato al Barolo e alla tradizione della famiglia Falletti che contribuì in modo determinante alla diffusione dello stesso.
Monchiero Alto: mangiare tipico e dormire nell’arte
Tappa fuoriporta a Monchiero Alto, presso l’Hotel Antico Borgo Monchiero. Una perla declinata nel restauro di un palazzo settecentesco, adiacente al Santuario della Madonna del Rosario.
Un’ala dell’edificio era lo studio di Eso Peluzzi, celebre pittore, che qui realizzò alcune delle sue opere più significative.
Anticamera per un progetto d’arte contemporanea che vede coinvolti giovani artisti che soggiornano nell’hotel, lavorando per la struttura e allo stesso tempo potendo godere della location per dedicarsi all’arte, traendo ispirazione anche dalla bellezza dei luoghi circostanti.
Da non perdere una sosta per golosi all’osteria La Madernassa, a Guarene. In menu, il Fritto Misto Piemontese. Piatto tipico della Regione, è composto da 23 porzioni fritte che spaziano dalla zucca gialla al fungo porcino, il fegato e le animelle di vitello, piuttosto che la salsiccia di maiale, ecc. Per risultare piacevole e non stucchevole deve essere accompagnato da una frittura compatta, ma non pesante.
Condividi L'Articolo
L'Autore