Tornare alla terra: nel territorio dell’Albugnano DOC del Monferrato, dove la Malora è ormai solo un ricordo
Ritorno alla terra: alla scoperta dei tesori del territorio dell'Albugnano Doc tra natura, storia, arte e cultura enologica.
di Nicola Antonello
Ultima Modifica: 13/03/2023
La Malora descritta da Beppe Fenoglio, che raccontava la miseria della vita contadina del Piemonte è ormai lontana anni luce. E con essa pure il rischio di spopolamento che, dal Monferrato, portava migliaia di persone a spostarsi a Torino per lavorare alle Fiat e nell’industria.
Ora, il flusso dell’esodo è al contrario, e molti, dalla città, sono tornati alla terra. Una terra come la zona dell’Albugnano Doc del Monferrato dove si può vivere ancora il Piemonte più autentico.
Tra viti, boschi e animali selvatici: il fascino autentico del territorio dell’Albugnano DOC
Le viti sono le grandissime protagoniste del paesaggio ma, almeno per ora, la loro diffusione non è così intensiva come avvenuto in altre zone piemontesi. Qua e là, infatti, spuntano “ciuffetti” di bosco e non è raro incontrare anche qualche animale selvatico che sgambetta tra i filari, i trattori, le colline.
In questo paradiso è bello perdersi quasi senza meta, prendendo una strada o una svolta e lasciandosi sorprendere da quello che spunterà dopo una curva: un paesino arroccato sulla collina, un cappelletta, un vitigno ben tenuto, una cascina e una cantina.
Dall’abbazia di Vezzolano al laboratorio di Nicola Restauri: i tesori nascosti del territorio dell’Albugnano DOC
Tra i gioiellini di questo territorio baciato dal Signore, vi è sicuramente l’Abbazia di Vezzolano, testimone della florida comunità di canonici agostiniani che la popolavano un tempo. La sua particolarità principale è quella di ospitare ancora oggi il pontile, ovvero una struttura scolpita che divide orizzontalmente la chiesa.
Il suo scopo era quello di tenere separati i monaci (che sedevano davanti) e i fedeli (dietro), durante le messe. L’amenità del luogo rende ancor più suggestivo il chiostro interno, mentre nel periodo invernale, il sito viene ulteriormente arricchito da un presepe da record, realizzato da Anna Rosa Nicola: l’allestimento si sviluppa per 18×3 metri, su più piani che ospitano più di duecento personaggi.
La minuziosità e la qualità dell’installazione sposa il concetto di sostenibilità, visto che sono utilizzati dei materiali di recupero: le bottiglie della casetta del vinaio, per esempio, sono realizzate con delle mini lampadine. I barattoli della farmacia sono invece i gommini che si mettono sotto le sedie di metallo, mentre i bon-bon del negozio di dolciumi sono ricavati, a uno a uno, dalle carte di caramella.
Insomma, si è di fronte a un miracolo nel miracolo. Oggi l’abbazia è gestita dall’associazione InCollina, presieduta da Fabrizio Faletto i cui contatti sono: www.turismoincollina.it e [email protected].
Il microcosmo di tesori della terra dell’Albugnano Doc prosegue poi ad Aramengo dove, dal 1947, Nicola Restauri ridà la vita a numerose opere d’arte rovinate dal tempo, dall’incuria e anche dai terremoti. In questo periodo, infatti, sono in corso i lavori di recupero, per esempio, di alcuni capolavori sepolti nel terremoto dell’Aquila. Quando arrivarono nel Monferrato erano irriconoscibili, travolti dalla polvere, rovinati, semi distrutti. Presto, però, torneranno al loro posto, splendendo come una volta.
Merito della squadra di Nicola Restauri, un luogo a metà tra il museo, il laboratorio e la magia. Qui, combinando le materie chimiche e la professionalità, avvengono dei restauri che hanno quasi del miracoloso?
Tra i più importanti si citano Il Martirio di San Lorenzo, capolavoro di Tiziano che si trova nella chiesa dei Gesuiti di Venezia, il Monumento equestre di Bernabò Visconti del Castello Sforzesco di Milano e Il ritrovamento del corpo di San Marco, grande tela del Tintoretto situata a Brera, Milano.
L’azienda ha oggi un grande laboratorio che si sviluppa su oltre 3.500 metri quadrati e vede al suo interno vari reparti attrezzati per il restauro di dipinti antichi e contemporanei di grande e grandissimo formato. Per chi fosse incuriosito, è aperta al pubblico per una visita guidata, anche per smezzare, con un pizzico d’arte, i brindisi a base di Albugnano Doc. Info su www.nicolarestauri.org.
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