Tartufo bianco di Alba: ecco perchè è così speciale
Alla scoperta del territorio di Langhe e Roero, dove negli anni territorio ed eccellenze si sono trainati tra loro, a vantaggio di produzioni locali e turismo enogastronomico
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 08/08/2018
Negli anni passati il territorio di Langhe e il Roero non solo ha confermato il trend di crescita costante dell’ultimo decennio ma ha superato il record delle 700 mila presenze. Il solo mese di ottobre, in occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba di solito supera le 100 mila presenze.
La ricetta del successo? Un ingrediente misterioso e prezioso, il tartufo, ma anche un territorio fatto di eccellenze conosciute nel mondo, come il vino, e filiere virtuose. Un’unicità riconosciuta qualche anno fa anche dall’Unesco che ha sancito i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato il valore di Patrimonio Mondiale.
Un prodotto davvero speciale: il tartufo bianco di Alba
Ma che cos’ha il tartufo bianco di Alba di così speciale? Alcune caratteristiche uniche: non è coltivabile, non è conservabile a lungo. E’ un prodotto raro e di prestigio grazie al suo particolare profumo e a caratteristiche assolutamente particolari. Inoltre, nei secoli, c’è sempre stata una forte curiosità per questo strano alimento che nasceva sottoterra senza che in superficie se ne vedessero foglie, fiori o radici, anche se in realtà oggi sappiamo che cresce in simbiosi alle radici degli alberi.
Insomma, c’è stato sempre anche un pizzico di mistero attorno al tartufo, che ha mantenuto vivo l’interesse.
“Il fascino di un prodotto raro e misterioso, il rito, altrettanto affascinante, della cerca con i cani, il “mestiere” di trifolaio che si tramanda da generazioni, la sua resa in cucina e un’allure glamour: ecco i punti vincenti di un prodotto e di un evento di riferimento internazionale” spiega Antonio Degiacomi, presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo ed ex presidente della Fiera.
La Fiera di Alba: ecco perchè è unica
La Fiera di Alba fu la prima a valorizzare il tartufo, proprio dalle idee del ristoratore Morra, ed è la più longeva. E’ un grande contenitore di eventi di ogni tipo: culturali, popolari, d’elite o aperti a tutti. E’ strettamente legata alle opportunità di ristorazione delle località circostanti. Inoltre ha avuto a supporto sempre una grande opera di marketing, con testimonial famosi. A questo successo negli anni si è aggiunto un effetto cumulativo del territorio.
Se infatti nei primi decenni è stata la Fiera a trainare in parte la conoscenza del territorio di Langhe e Roero, d’altro canto lo stesso territorio e altre produzioni hanno richiamato e valorizzato la manifestazione.
Le filiere di eccellenza locali sono numerose e di rilevanza internazionale: basti pensare alla produzione delle nocciole (in queste zone è nato il colosso Ferrero) e del vino, che a sua volta racconta una storia e una realtà particolari.
Il “fattore 20”
Tutto questo ha contribuito al “Fattore 20” attorno al quale ruota l’economia del tartufo. Ovvero, ogni euro generato dal consumo sul territorio del fungo più noto al mondo, ne porta altri 20 di economia turistica.
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