Successo di Cibus Connect, Cellie: “visitatori triplicati”
La prossima edizione di Cibus 2020 coinciderà con Parma capitale italiana della cultura: un momento importante per valorizzare il nostro patrimonio delle Dop e Igp
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 13/04/2019
“Visitatori triplicati: è positivo il bilancio di Cibus Connect 2019”, tracciato da Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma, a pochi minuti dalla chiusura della fiera parmense. “Il gradimento da parte degli operatori verso data e formula del Cibus degli anni dispari -ha aggiunto Cellie- è stato elevatissimo ma non ci ha sorpreso. Una standardizzazione dei moduli espositivi, una durata ridotta e una rigorosa selezione dei visitatori non poteva che venire incontro alle esigenze dei nostri espositori. Così come una calendarizzazione armonizzata rispetto a Vinitaly e al Salone del mobile che ha consentito agli operatori esteri di visitare in pochi giorni le più grandi fiere italiane del vino, del food e del forniture”.– ha concluso il ceo di Fiere di Parma.
2020: Cibus e Parma capitale della Cultura insieme
La prossima edizione di Cibus sarà nel 2020 e coinciderà proprio con Parma capitale italiana della cultura. Sarà un’occasione da non perdere per valorizzare il made in Italy. L’agroalimentare rappresenta un partimonio fondamentale della cultura italiana con tutti i suoi prodotti Dop e igp legati al territorio.
Il successo di Cibus Connect 2019
Ha giovato alla seconda edizione di Cibus Connect (una formula smart di Cibus, dedicata esclusivamente agli operatori del settore, che si svolge negli anni dispari), la vicinanza con Vinitaly e con il Salone del Mobile di Milano portando a Parma 22mila operatori commerciali che hanno visitato gli stand di 700 e oltre aziende alimentari espositrici che hanno proposto mille marchi e 500 nuovi prodotti.
Le aziende confermano l’ adesione sia a Cibus 2020 sia a Cibus 2021
La seconda edizione di Cibus Connect, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con ICE Agenzia, si è chiusa tra la diffusa soddisfazione delle aziende espositrici che hanno confermato la propria adesione sia a Cibus 2020 sia a Cibus 2021. Particolarmente affollate le due grandi aree dell’International Buyers Lounge in cui le aziende italiane hanno sviluppato business con circa tremila buyer esteri, alcuni dei quali provenienti da Vinitaly, che hanno ritenuto funzionale il tasting dei nuovi prodotti nelle due grandi food court animate da cento cooking stations.
Grande interesse per la presenza delle startup alimentari, realizzate da giovani imprenditori, che hanno presentato le loro proposte nell’area Food Vision Lab, allestita da Future FoodInstitute e Federalimentare in collaborazione con ICE Agenzia, Cibus e Credit Agricole. Le nuove proposte sono state illustrate anche nel convegno “ItalianFoodStartups – The power of innovation”. Tra queste l’olio spalmabile della cosentina Reolì, un olio al 100% vegetale ottenuto senza alcun processo chimico, ma grazie al solo abbassamento della temperatura.
Cibus Innovation Corner: 100 prodotti Top
Grande attenzione all’interno del Padiglione 6 dei nuovi prodotti in esposizione. In particolare i Top 100 Prodotti Premium, selezionati da una giuria tecnica ed esposti nello spazio Cibus Innovation Corner: nei prossimi giorni presenteremo ai nostri lettori una panoramica di questi prodotti.
Agli studenti di Tecnologie Alimentari è stato dedicato il progetto “Escape” della Commissione Europea e della società KA2 nel contesto di Erasmus, presentato anch’esso a Cibus Connect.
Convegno dell’ultima giornata: aziende alimentari e grande distribuzione
Il tema dei rapporti tra aziende alimentari e grande distribuzione è stato al centro dei due incontri tenutosi oggi a Cibus Connect. Eugenio Puddu, partner di Deloitte Italia, ha presentato un’indagine su tremila adulti di età compresa tra 18 e 70 anni da cui risulta che il 70% dei consumatori legge le recensioni online prima di fare acquisti e il 58% dei consumatori a basso reddito sceglie di acquistare nel negozio fisico, mentre i consumatori a reddito medio-alto sono disponibili a pagare un sovrapprezzo per gli acquisti on line e la consegna a domicilio. Le aziende devono inoltre adeguarsi alla nascita di nuove categorie di consumatori: in particolarei cosiddetti “responsible go getters”, che hanno capacità di acquisto elevata, fedeli al marchio se ne percepiscono il valore; e i “discerningachievers” che spendono di più sui prodotti di consumo con elevate aspettative in termini di qualità e capacità di acquistare prodotti innovativi.
Convegno: “Premium Brands & Premium Store Brands
Di brand premium si è parlato nel convegno organizzato “Premium Brands & Premium Store Brands: drivers di sviluppo del retailfood”. Marco Limonta, Business InsightDirector di IRI, ha sottolineato come in un quadro generale di consumi stagnanti del Largo Consumo Confezionato (+0,1% a valore, -0,6% a volume nel 2018), il segmento premium ha raggiunto una quota a valore del 19,6% con un incremento del 2,9 per cento.
“Trovare linguaggi che ci aiutino a lavorare nell’interesse del consumatore”, è stato il messaggio portato al convegno da Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma.
L’evoluzione del concetto di premium presso il consumatore è stato illustrato da Linda Corbetta, Head of BU-Qualitative Doxa, attraverso le tante declinazioni di questa importante fascia di offerta: biologico, artigianale, sicuro, sostenibile, buono. Un patrimonio di autenticità sempre più apprezzato anche all’estero, come hanno dimostrato le testimonianze degli operatori internazionali BrandM e Jumbo Supermarkten, protagonisti di partnership di successo rispettivamente con Mutti e Gruppo Petti-ItalianFood. L’esperienza del presidio della fascia premium nella marca del distributore è stata raccontata da Roberto Nanni, Responsabile Strategia Prodotto Coop, con l’esempio della linea di vini tipici: una gamma di 17 etichette destinata a crescere, in cui il brand fior fiore affianca il marchio del produttore garantendo la totale tracciabilità di filiera. Valorizzazione della monocultivar italiane dell’olio e birre saranno alcune delle prossime aree di sviluppo dell’offerta premium firmata Coop.
Le strategie dell’industria di marca sono state infine al centro della tavola rotonda animata dagli spunti offerti da Guido Cristini dell’Università di Parma con le testimonianze di De Cecco, Eridania e Zanetti.
La presenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano
Un unico, rigido disciplinare per il Parmigiano Reggiano, ma tante stagionature –24, 36 e 90 mesi- (“ho scoperto il Parmigiano stagionato a 90 mesi. SAPORITISSIMO”, è stata l’esclamazione di Massimiliano Borgia, direttore del Festival del giornalismo alimentare (vedere qui sotto). Il Parmigiano Reggiano ha portato, nel suo elegante stand, la sua biodiversità a Cibus Connect 2019.
Conoscere a fondo le diverse sfaccettature della Dop ha permesso agli operatori del settore di scegliere in modo consapevole il Parmigiano Reggiano più adatto alle proprie esigenze e a quelle della propria attività. C’è un Parmigiano Reggiano per tutti i gusti e per tutte le occasioni. E non parliamo solo di stagionature, ma anche di razze. Ci sono la vacca bianca modenese, la rossa reggiana, la bruna e la frisona italiana. Così come esistono prodotti certificati che vanno incontro alle esigenze più diverse: dal prodotto di Montagna, al Kosher, dall’Halal, al Biologico.
Presentata la nuova campagna di comunicazione del Consorzio del Prosciutto di Parma
La giornata inaugurale di Cibus Connect è partita con “Prosciutto di Parma fa parte di te” alla presenza di tanti ospiti, tanti show cooking e l’attesissima presenza del concuttore televisivo Federico Quaranta.
E’ stata presentata in anteprima la nuova campagna di comunicazione del Consorzio del Prosciutto di Parma a sostegno della marca e del prodotto, firmata McCann e il nuovo progetto che vede protagonista Federico Quaranta (leggere qui su Informacibo)
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