Spreco alimentare: la frutta è il cibo che buttiamo più spesso

Spreco alimentare: la frutta è il cibo che buttiamo più spesso

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 20/09/2024

Brutte notizie sul fronte dello spreco alimentare: in Italia continua ad aumentare. E a finire nel cestino dell’immondizia sono proprio gli ingredienti tipici della dieta mediterranea, della quale, almeno in teoria, dovremmo essere la culla.

Lo spreco alimentare nei paesi del G7

L’Osservatorio Internazionale Waste Watchers – Campagna Spreco Zero su elaborazioni Distal – Università di Bologna e Ipsos ha reso noti i dati relativi al 2024 dell’indagine “Lo spreco alimentare nei paesi del G7: dall’analisi all’azione”. E le notizie non sono buone.

In Italia, nel 2024 lo spreco alimentare cresce di oltre il 45%: ogni settimana, ciascuno di noi butta nella spazzatura più di 683 grammi di cibo (erano 470 grammi ad agosto 2023).

I cibi più sprecati in Italia

Cosa buttiamo via? In pratica, i prodotti cardine della dieta mediterranea, frutta fresca in primis.

La top 5 include:

  1. Frutta fresca (27 g)
  2. Verdure (24,6 g)
  3. Pane fresco (24 g)
  4. Insalate (22,3 g)
  5. Cipolle, aglio, tuberi (20 g)

Perché sprechiamo

spreco alimentare

I motivi dello spreco alimentare? Sono molti e diversi. A monte c’è una cattiva gestione della spesa familiare e la tendenza ad acquistare alimenti di qualità inferiore, con un campanello d’allarme sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli. Un fattore, quest’ultimo, influenzato da logiche low cost.

Nello specifico, il 42% dice di dover buttare frutta e verdura perché, una volta a casa dopo essere stata conservata nelle celle frigorifere, va subito a male. Il 37% butta via gli alimenti perché vendono venduti già vecchi.

C’è poi da dire che anche i nostri comportamenti quotidiani giocano un ruolo fondamentale: il 37% dimentica gli alimenti in frigo o in dispensa facendoli scadere, la programmazione dei pasti della settimana viene fatta solo dal 23% e oltre il 75% non è capace di riutilizzare gli avanzi in modo creativo per evitare di buttarli via.

In Italia, spiega Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watchers International – Campagna Spreco Zero, Università di Bologna, “l’incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante, soprattutto per le cause che lo hanno determinato, come un abbassamento della qualità dei prodotti acquistati. Gli italiani hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio gli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull’educazione alimentare“.

Combattere lo spreco

spreco-alimentare

Si può combattere lo spreco alimentare? Non solo si può ma si deve.

I dati dell’indagine di Waste Watchers mostrano una marcata disponibilità da parte degli italiani ad adottare comportamenti anti-spreco: l’87% è disposto a congelare i cibi, l’86%  si dice propenso a usare il cibo appena scaduto se ancora buono.

Tuttavia, la disponibilità a donare cibo cucinato in eccesso (63%) e ad acquistare grandi quantità di cibo per surgelarlo (62%) è inferiore, suggerendo che le barriere pratiche o la mancanza di una rete adeguata a tali pratiche potrebbero limitare l’adozione di queste strategie.

Solo il 29% conserva il cibo avanzato cercando ricette creative per riutilizzarlo, indicando una potenziale area di miglioramento nella gestione degli avanzi. Questo potrebbe riflettere una mancanza di competenze culinarie avanzate o una semplice carenza di tempo per sperimentare in cucina. In sintesi, mentre vi è una forte inclinazione verso comportamenti di prevenzione dello spreco, esistono ancora aree in cui l’adozione di pratiche anti-spreco può essere migliorata attraverso l’investimento sistemico sull’educazione alimentare

 

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici