Sostenibilità, enoturismo e comunicazione: la visione e l’impegno delle produttrici di vino italiane
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 28/02/2023
Donne del vino che fanno notizia. Giovani produttrici che fanno notizia non in quanto donne, ma per la visione e l’impulso che stanno dando alle loro aziende e in generale alla viticoltura italiana. Sostenibilità ambientale e sociale, investimenti in ambito enoturistico e grande attenzione alla comunicazione: i temi principali al centro del loro impegno per innovare e rendere migliore il mondo del vino nostrano.
Negli ultimi anni, infatti, molte produttrici hanno deciso di investire in tecnologie innovative e pratiche ecologiche per preservare il territorio e migliorare la qualità dei loro vini. Ma non solo. Il loro lavoro è diventato anche un importante punto di riferimento per il turismo enogastronomico, promuovendo la cultura del bere consapevole e in armonia con l’ambiente. Senza dimenticare il contributo fondamentale a livello di comunicazione e marketing del vino, con nuove strategie di valorizzazione del prodotto e utilizzo dei social per raccontare la storia del proprio vino e del territorio da cui proviene.
Passione e determinazione al servizio del vino italiano. Ecco dunque le storie al femminile di quattro cantine nostrane, dall’Alto Adige alla Sicilia, dal Piemonte al Trentino
Priscilla Girelli, presente e futuro di Santa Tresa e Cortese
Priscilla Girelli, 33 anni, si occupa del marketing e dell’export delle aziende siciliane Santa Tresa e Azienda Agricola Cortese, a Vittoria, nel Ragusano. Con un passato da architetta, oggi insieme al padre Stefano è impegnata nella produzione di vini biologici e vegan e in una viticoltura che rispetti l’ambiente sotto ogni aspetto.
Tra i progetti che la vedono protagonista, la scoperta e il rilancio di vitigni autoctoni siciliani scomparsi per preservare la biodiversità dell’isola. Perché come lei stessa dice:
Un vino deve essere buono per il palato e per l’ambiente.
“In Santa Tresa e Cortese – spiega Priscilla Girelli – recuperiamo l’acqua piovana, facciamo il compost con vinaccioli, tralci e bucce e abbiamo un impianto fotovoltaico che ci rende autosufficienti. La raccolta delle uve è fatta a mano e abbiamo creato un ecosistema con uliveti, limoni, aranceti e piante autoctone per coltivare i nostri vigneti in armonia e tutelare la biodiversità che rende unica la Sicilia“.
Alessandra e Maddalena Stelzer, le “sorelle delle bollicine” di Maso Martis
Alessandra e Maddalena Stelzer da un anno e mezzo hanno preso in mano le redini della cantina di famiglia Maso Martis. Neanche trentenni, le “sorelle delle bollicine” sono alla guida di una delle aziende più premiate e blasonate della spumantistica italiana. “Un passaggio necessario e di grande soddisfazione visto il loro impegno in azienda da ormai diversi anni“, spiega la madre, Roberta Giuriali Stelzer, che ha fondato la cantina con l’allora fidanzato Antonio sul finire degli anni Ottanta, sulla collina Est di Trento, a Martignano.
L’obiettivo è chiaro: sfruttare al meglio le peculiarità del territorio per renderlo una meta enoturistica di qualità. “Grazie al nostro ingresso in cantina è stato possibile sviluppare al meglio l’accoglienza e tutta la parte di comunicazione web&social. I progetti per i prossimi anni sono diversi: abbiamo acquistato 2 ettari di vigneto a 800 mt di quota; siamo in procinto di ristrutturare il punto vendita e ampliare la sala degustazione, creando una struttura all’altezza della crescita del fenomeno enoturistico“, spiega Alessandra, che da poco ha assunto l’incarico di vice delegata della sezione Trentino Alto Adige dell’Associazione Donne del Vino.
Tra i progetti c’è anche quello di sviluppare la parte agrituristica e orticola, passione e specializzazione della sorella Maddalena. L’idea è quella di avviare una produzione di vasellame firmato Maso Martis, oltre che un piccolo servizio ristorativo, sfruttando l’orto diffuso tra i vigneti della tenuta. La fortuna di abitare nel luogo di produzione ha spinto la famiglia Stelzer a proteggere il suo territorio abbracciando presto le buone pratiche della coltura biologica:
Viviamo nella casa situata nel cuore dei nostri vigneti e per noi quindi, il passaggio alla viticoltura biologica è stato la naturale conseguenza del nostro modo di vivere che mira alla qualità della vita
“La nostra azienda ha la certificazione ICEA e cerca di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità“, spiegano Alessandra e Maddalena, raccontando la scelta intrapresa fin dagli esordi dai genitori.
Emma Foradori, la quinta generazione di Tenuta J. Hofstätter
Giovanissima e con le idee molto chiare è anche Emma Foradori Hofstätter, quinta generazione di Tenuta J. Hofstätter, tra le cantine più storiche e rinomate dell’Alto Adige. Ha 23 anni ed è pronta a prendere le redini dell’azienda: Emma si sta formando per raccogliere l’eredità del padre Martin, eclettico e poliedrico viticoltore della tenuta altoatesina.
Con una carriera di studi all’attivo in Business & Management ad Innsbruck, Emma coniuga il lavoro in azienda come responsabile marketing e sviluppo dei mercati esteri con la formazione all’estero, facendo esperienza in Australia e Germania.
“Mio fratello Niklas ed io rappresentiamo la quinta generazione della nostra famiglia. Stiamo entrambi già impegnati in azienda e nel contempo stiamo svolgendo una formazione continua in altre realtà internazionali di eccellenza“, spiega Emma Foradori Hofstätter sottolineando l’apporto fondamentale dei diversi background generazionali:
Ogni generazione ha portato uno sguardo nuovo e innovativo nella nostra azienda ed è quello che cerco di fare anche io, studiando un approccio di marketing diverso, soprattutto per i nostri vini dealcolati che si rivolgono anche ad un pubblico giovane e in generale a un segmento di consumatori diverso da quello tradizionale
Valentina, Paola e Federica Grasso, il cuore delle Langhe di Ca’ del Baio
Valentina, Paola e Federica Grasso sono le tre sorelle alla guida di Ca’ del Baio, cantina delle Langhe. Figlie di Giulio e Luciana, ancora attivi al loro fianco, le tre sorelle piemontesi seguono in prima persona ogni aspetto della tenuta: dalla cura dei 28 ettari di proprietà vitata, divisi tra Barbaresco e Treiso, alla vinificazione, senza trascurare commercializzazione, comunicazione e accoglienza.
Tre donne giovani e decise che guidano la cantina piemontese (distribuita da Compagnia del Vino), con sguardo orientato al futuro. L’obiettivo è far sì che di generazione in generazione l’azienda diventi sempre più attenta al benessere dell’ecosistema in cui sorge.
Guidiamo un team affiatato che condivide la nostra filosofia orientata alla sostenibilità. Non possiamo pensare di produrre vini di alta qualità, da singole vigne, senza pensare a come salvaguardare quello che è il nostro patrimonio più importante: la natura.
Per questo motivo l’azienda sposa “The Green Experience”, network di produttori piemontesi che nasce sulle colline patrimonio dell’Unesco per conservare le risorse naturali del suolo e la biodiversità, per valorizzare le caratteristiche distintive dei metodi di produzione piemontesi, e per prendersi cura del paesaggio di Langhe, Roero e Monferrato.
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