Robiola di Roccaverano: i suoi primi 40 anni li festeggia così
Gli eventi per i 40 anni della Robiola di Roccaverano Dop, le date, lo showroom a Roccaverano, la XIX Fiera Carrettesca, intervista al presidente del consorzio
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 26/03/2019
Era il marzo del 1979 quando l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, apponeva la sua firma sul decreto presidenziale che la faceva diventare la Robiola di Roccaverano una delle prime Dop d’Italia.
Sono passati 40 anni, e la piccola Dop festeggia, con partnership di nicchia, tanti eventi la riguardano e un disciplinare che, nonostante sia diventato più restrittivo nel corso degli anni, dà proprio per questo molte soddisfazioni.
Il formaggio caprino di recente è stato protagonista anche di un convegno, voluto dal Consorzio di Tutela della Robiola e curato dalla Dott.ssa Mariagrazia Blengio, è stato improntato sulla ricerca, legata all’interessamento del mondo accademico, verso il delizioso formaggio caprino. Blengio, laureata in Scienze Biologiche indirizzo Fisiopatologico presso l’Università del Piemonte Orientale proprio con una tesi sulla Robiola si è attivata in merito rintracciando altri tre lavori analoghi. Studi da cui emerge, anche a livello scientifico, quanto il prodotto sia buono e sano.
Nuovo showroom a Roccaverano
Insomma, di motivi per brindare ce ne sono. E dalla primavera alla fine dell’anno sarà un fiorire di eventi dedicati alla robiola Dop, a partire dal prossimo 19 maggio, con l’inaugurazione del nuovo showroom, nelle ex scuole elementari di Roccaverano, fino alla festa tradizionale, la XIX Fiera Carrettesca il 29 e 30 giugno. La Festa della Robiola di Roccaverano Dop, vedrà incoronare la prima donna “cavaliera” della Robiola, Tessa Gelisio, conduttrice tv e imprenditrice vinicola, grande intenditrice di prodotti locali. “Tessa sarà la prima donna e ci teniamo molto che sia lei, dopo 5 cavalieri uomini, a ereditare la carica. E’ inoltre produttrice vinicola, e puntiamo molto sul connubio tra formaggi e vini” spiega il presidente del consorzio, Fabrizio Garbarino.
Prodotto di nicchia, filiera completa
Chiacchieriamo con lui in una mattina di marzo mentre sta andando nella sua stalla. Ci anticipa alcuni dei momenti che vedranno la robiola Dop protagonista nei prossimi mesi.
“Siamo un consorzio di 17 produttori con una peculiarità, quasi tutti i produttori hanno al loro interno la filiera completa, quindi hanno i loro animali e trasformano il loro latte per produrre poi il formaggio, ne andiamo molto fieri, perchè ci permette di avere un controllo precisissimo su tutta la produzione”
Quante persone sono coinvolte nel consorzio della Robiola di Roccaverano Dop?
“I soci sono quasi tutti aziende famigliari che hanno 3 o 4 persone che lavorano alla robiola Dop a tempo parziale o totale. In più c’è una piccola cooperativa e poi abbiamo un piccolo caseificio, nato dall’ ex caseificio sociale, privatizzato negli anni 90, che è rimasto nella produzione della Dop”
“Con questo formaggio e la sua filiera, vogliamo creare valore a tutta la zona”
La robiola di Roccaverano Dop conta un giro d’affari annuo di circa 1.980.000 euro (circa 440 mila le forme prodotte in un anno, ognuna con un costo di circa 4,50 al pezzo).
Ma poi c’è un indotto locale, una microeconomia che coinvolge altri attori, tutti sul territorio, grazie al disciplinare di produzione.
“Un aspetto fondamentale è infatti che l’ 80 % dell’alimento dell’animale deve provenire dal territorio di produzione della Dop. Quindi, il valore aggiunto economicamente rimane qui. Nel momento in cui un produttore deve acquistare granella o fieno, deve rivolgersi ai fornitori della zona e quindi non va a prenderlo fuori. Una scelta che da una parte difende la territorialità del prodotto, legato al terroir non solo per il pascolo e microclima, ma anche per l’alimento degli animali, che poi è quello che si riversa nel formaggio.
A livello economico inoltre, abbiamo ricadute per le persone che vivono qui in questo modo. E noi ci teniamo, perchè è un territorio che ha avuto un passato anche difficile. Con questo formaggio e la sua filiera, vogliamo creare valore a tutta la zona”.
Di nicchia, e fieri di esserlo
Uno dei prodotti di riferimento dell’arte casearia italiana, con una distribuzione ancora di nicchia…
“Si, sono tutte aziende molto piccole, che lavorano in modo artigianale. Nasce un prodotto eccelso ma con una distribuzione ancora frammentata, con molta vendita diretta. Stiamo lavorando per ampliare la rete di vendita, ma senza “svilire” il prodotto. Non è detto che se hai più smercio il guadagno sia superiore, basta vedere cosa è successo con il pecorino romano. Noi ci teniamo stretta questa vendita diretta e poi stiamo cercando lentamente di capire come implementare la produzione senza stravolgere la produzione. Vogliamo mantenere la qualità e lo stile artigianale del formaggio e trovare una metodologia di distribuzione del prodotto che possa essere sostenibile e remunerativa, e non aumentare i costi con l’illusione di guadagni che poi alla fine non ci sono”.
Gli eventi da non perdere dedicati alla Robiola di Roccaverano
Il consorzio sarà presente agli eventi dedicati al formaggio più importanti nel panorama nazionale:
“A Cheese di Bra vorremmo celebrare il nostro 40ennale davanti al mondo intero. Per questo stiamo dialogando con la Regione Piemonte e l’ONAF per poter accedere alla zona “istituzionale” della fiera e poter operare con particolari momenti di conoscenza del nostro formaggio aperti alle migliaia di visitatori ed addetti ai lavori che transiteranno per la città del Beato Cottolengo.
A ruota della kermesse braidese, stiamo pensando a un evento da organizzare ad Acqui Terme come chiusura dell’anno per poter dare alla parte acquese ed alto monferrina delle nostre radici l’importanza che merita”
La partnership col vino
Il consorzio di tutela della Robiola di Roccaverano Dop sarà presente anche nelle più importanti feste dei paesi della Dop, in modo da sottolineare il legame con il territorio, e anche a fiere ed eventi internazionali, in partnership con il mondo del vino
“Ci avvaliamo di collaborazioni importanti già in essere, come in primis quelle con il Consorzio per la Tutela della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato e con Assopiemonte DOP IGP. Crediamo molto nel legame con il vino. La robiola si sposa benissimo a Barbera e Barolo, ma anche al moscato passito di Loazzolo, una delle più piccole Doc in Italia. Questo è un piccolo fazzoletto di terra, ma ricchissimo di prodotti tipici locali di enorme qualità, vi invito a venire a conoscerlo”
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