Ristorante Forlino di Singapore
di Informacibo
Ultima Modifica: 24/10/2012
Estate 2012. Lungo Fullerton Road, nel cuore del centro finanziario di Singapore, di fronte allo spettacolo architettonico di Marina Bay, ha trovato dimora uno dei 4 milioni di stranieri che popolano il Paese con la più alta concentrazione di benestanti in rapporto alla popolazione.
Si chiama Mario Caramella: un nome tutt’altro che nuovo per chi ama la cucina italiana e per chi, a maggior ragione, si trova a viaggiare per lavoro o per diletto.
Dopo anni trascorsi in Australia e Indonesia – esperienze di altissimo livello, capaci di trasferire all’estero un po’ della passione e dell’identità culinaria del Belpaese – e dopo aver fondato il Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, una vera a propria rete, in grado di unire migliaia di professionisti del comparto enogastronomico nel mondo– Mario Caramella delizia i palati più esigenti di Singapore, sovrano delle cucine del Ristorante Forlino.
Impossibile non accorgersi della presenza di Caramella passeggiando per Fullerton Road: in prossimità del Forlino, che sorge di fronte a una delle baie marine più suggestive al mondo, una serie di cartelli raffigurano lo Chef italiano.
Sì, perchè il Forlino è (quasi) tutto nella figura di Caramella: le sale lussuose, la vista mozzafiato, la clientela elegante e raffinata, rischierebbero di essere insipide se non ci fosse qualcuno in grado di generare un’identità definita, frutto di un’impeccabile mescita degli ingredienti giusti.
Quali sono gli ingredienti giusti? In primo luogo ingredienti che non si posso comprare: la gentilezza di Mario Caramella e del suo Staff, che ci ha accolti come ospiti importanti, facendoci sentire a casa, offrendoci cordialità, professionalità e supporto, senza che avessimo alcun titolo per goderne.
E poi gli ingredienti dell’espressione più pura della volontà di proporre la cucina italiana all’estero.
“Nessuna portata che strizzi l’occhio agli orientali. Né strani miscugli di ingredienti che poco hanno a che fare con la Nostra vera cucina” afferma lo Chef. “Se ci contaminiamo – continua Caramella – non facciamo altro che snaturarci e diffondere un’idea sbagliata della nostra cucina. Da noi sperimenti ciò che potresti sperimentare in Italia: non ha senso che un cliente venga al Forlino con l’aspettativa di provare una pietanza adeguata al proprio palato. Proporre la cucina italiana in un Paese straniero, significa essere capaci di portare un pezzo d’Italia con te e mostralo così come la tradizione impone. In questo senso, eccellere per me significa curare con estrema passione la scelta degli ingredienti, la selezione della “materia prima” e puntare sulla qualità, piuttosto che sulla quantità”.
Parole sante, ci verrebbe da dire. E se l’aggettivo appena usato risuonasse blasfemo nelle orecchie di qualcuno, lasciateci definire le parole di Caramella estremamente aderenti a quanto abbiamo avuto la fortuna di assaggiare.
Seduti vicino all’ampia vetrata della sala principale (ce ne sono altre due, private, utilizzate per eventi esclusivi), ci accoglie Micael Musoni, classe 1989. Figlio d’arte, approdato a Singapore per maturare un’esperienza internazionale, ci presenta il menù in un ottimo inglese. Ignaro della nostra provenienza, lo lasciamo fare, prima di rivelare l’identità che ci accomuna.
Ci informa che lo Chef ha pensato di proporci una serie di portare che rappresentano “i piatti forti” della sua cucina.
Assaggiamo subito la Raspadura – un taglio sottilissimo di Padano invecchiato 24 mesi – che, al momento, a Singapore solo il Forlino è in grado di proporre. Fantastica!
Segue una Trota salmonata con pesca bianca, yogurt e menta : piatto raffinato, delicato, presentato con dovizia di dettagli sull’utilizzo degli ingredienti.
Prepara il palato ad accogliere un piatto indimenticabile: gli Spaghetti alla chitarra con aragosta sono semplicemente deliziosi. Il mare, i suoi profumi e il suo gusto più puro, arrivano in bocca con dolcezza, facendosi conoscere con calma, come se ogni singola forchettata portasse con sé un capitolo diverso della stessa storia. Un piatto coerente, ci piace definirlo così.
Coerente con l’idea di cucina che Mario Caramella ha da sempre sostenuta, fatta di rispetto per la materia prima.
Non da meno è il Black Cod with a 12 years-old balsamic vinegar and peperonata – in altre parole un filetto di merluzzo impreziosito da una crema di aceto balsamico invecchiato 12 anni, accompagnato da una peperonata.
Il Black Cod arriva dall’Alaska, ha una carne compatta e bianca, tenerissima al palato. Difficile descrivere la prelibatezza di questa portata, semplice e allo stesso tempo ricca di sapori che si sciolgono in bocca. Tempo fa assaggiammo qualcosa di simile nelRistorante da Vittorio, realtà pluristellata della cucina italiana; non vogliatecene se ci permettiamo di dire che la preparazione del Black Cod di Mario Caramella ci è sembrata irraggiungibile.
A chiudere un’esperienza culinaria unica nel suo genere, abbiamo gustato una Granita siciliana al caffè con panna montata, servita in vetro. Ce la ha servita lo Chef in persona, dandoci l’occasione di approfondire la conoscenza con lui.
Nei nostri discorsi, oltre a cercare di capire come possa essere la vita a Singapore – quali i vantaggi e quali i limiti – riusciamo a intuire quanto Mario, che svolge il suo mestiere con passione, sia rimasto deluso dalla realtà italiana, così dedita al culto della forma e sempre meno appassionata della sostanza.
Ci racconta come nelle sue permanenze all’estero abbia ricevuto complimenti e di come, allo stesso tempo, il tentativo di creare una rete che potesse riunire i cuochi italiani nel mondo e desse loro la possibilità di comunicare, scambiare opinioni in materia culinaria e non solo, abbia a tratti suscitato le invidie e le chiacchiere di chi è sempre pronto a giudicare.
L’Italia, Mario Caramella, ce l’ha negli occhi e nel cuore. Eppure appare come uno di quei professionisti capaci di chiudere porte se è il caso, per costruirne di nuove e più adatte: non gli manca un certo tipo di Italia, ciononostante continua attraverso il proprio operato a portare l’Italia nel mondo, con un’intransigenza e una determinazione che non fanno affatto pensare a un grande chef pieno di sé e dei propri traguardi, ma piuttosto a un artigiano che lavora bene e lo sa, desideroso di curare e accudire la propria bottega, istruire con passione i collaboratori, e non smettere mai di sperimentare, creare e nutrire. Con una perseveranza che, oggi, in Italia, forse non è più di moda.
– Premio Orio Vergani al Gvci – I principali piatti italiani più imitati all’Estero
– Il presidente del Gvci imbocca il sentiero goloso di Singapore Mario Caramella da Executive chef allo Hyatt di Bali (Indonesia) a chef patron del ristorante Forlino a Singapore In bocca al lupo Mario di Nicola Fabbri (INformaCIBO 2011)
Mario Caramella in alcune foto d’epoca… | ||
Mario Caramella e la famiglia quando era Excutive chef al Hyatt di Hua Hin in Thailandia |
Mario Caramella a 18 anni |
Mario Caramella militare
La foto è stata scattata a Verona
al Comando logis
|
Condividi L'Articolo
L'Autore