Rapporto Ismea Qualivita: la Dop Economy tiene nonostante la pandemia
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 16/02/2022
Sono una componente fondamentale del made in Italy, eccellenze conosciute in tutto il mondo: i prodotti Dop e Igp rappresentano un vanto nazionale e la loro economia dimostra di reggere anche all’impatto con la pandemia sanitaria.
La conferma arriva dall’ultimo Rapporto Ismea Qualivita, relativo ai dati del settore nel 2020, l’anno in cui l’arrivo del Covid-19 ha messo in discussione sistemi di produzione, distribuzione e consumo.
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Quanto vale la Dop Economy
La Dop economy nel 2020 ha raggiunto 16,6 miliardi di euro di valore alla produzione, per la prima volta da 10 anni in lieve calo del -2%: numeri che, vista la situazione, possono essere letti come una sostanziale capacità di tenuta del sistema.
Regge anche l’export, stabile a 9,5 miliardi di euro, ovvero il 20% delle esportazioni nazionali di settore. Si tratta di un risultato importante, con chiari effetti collegati alla pandemia sui mercati extra-UE, il cui calo è compensato da una crescita delle esportazioni verso destinazioni europee. Il valore complessivo è frutto anche di un andamento diverso fra i due comparti, con il cibo che con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore esportato del +1,6% e il vino che con 5,57 miliardi di euro mostra un calo del -1,3%.
I prodotti Dop e Igp valgono il 19% del fatturato totale complessivo del settore agroalimentare nazionale, per un valore pari a 7,3 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i 9,3 miliardi di euro del vitivinicolo imbottigliato. Merito di una filiera che conta 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino, i cui prodotti Dop e IGP rappresentano un patrimonio economico dei territori italiani non esportabile altrove.
“I prodotti Dop Igp – commenta Stefano Patuanelli, Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali – si confermano anche nel 2020 una componente fondamentale nell’affermazione del Made in Italy sui mercati globali e un motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane”.
Dop e Igp: traina il Nord ma crescono Sud e Isole
Tutte le regioni e le province italiane registrano un impatto economico delle filiere Dop e Igp, anche se si conferma la concentrazione del valore nel Nord Italia. Fra le prime 20 province per valore, 11 sono delle regioni del Nord-Est: sul podio trionfano Treviso, Parma e Verona, che registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro.
Crescono però Sud e isole, dove l’incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente è del 7,5%, con crescite importanti soprattutto in Puglia e Sardegna.
Vino Dop e Igp
Con una filiera formata da 113mila operatori, 121 Consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo, il vitivinicolo italiano Dop e Igp nel 2020 registra 24 milioni di ettolitri di vino IG imbottigliato, in crescita dell’1,7%. Trainano le produzioni Dop, che rappresentano il 68% del totale.
Il valore della produzione sfusa di vini IG è di 3,2 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato è 9,3 miliardi di euro (-0,6%), con le Dop che ricoprono un peso economico pari all’81%.
L’export raggiunge 5,6 miliardi di euro, per un -1,3% su base annua e un trend del +71% dal 2010; risentono degli effetti della pandemia soprattutto i mercati extra-UE (-4,3%), mentre cresce l’export in UE (+4,1%) con incrementi a doppia cifra per i Paesi scandinavi e del Nord Europa.
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