Proteste agricoltori: quali sono le ragioni?
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 30/01/2024
Le proteste degli agricoltori in Europa, che hanno coinvolto diversi paesi come Germania, Francia, Italia e altri, sono scaturite da una serie di questioni complesse e sfaccettate.
Agli agricoltori, mestiere non semplice e già rischioso di per sé, per via dei cambiamenti climatici anche, viene chiesto oggi molto, per loro troppo. Si chiede che forniscano prodotti agricoli e alimentari preferibilmente a basso costo, ma al tempo stesso salutari e rispettosi dell’ambiente. Richieste sacrosante e importanti per tutti, anche per loro stessi, ma che diventano gravose, troppo senza supporti adeguati durante la transizione.
Tra gli altri motivi delle proteste ci sono la necessità di rispettare standard ambientali elevati, come quelli imposti dal Green Deal dell’UE, che risultano onerosi per gli agricoltori, in particolare per l’aumento dei costi generali che richiede il loro lavoro. Gli agricoltori lamentano anche l’introduzione sul mercato di prodotti come la carne sintetica e la farina di insetti, che per loro rappresentano una concorrenza per l’industria agricola tradizionale e potrebbero degradare il valore dei loro prodotti.
In Germania, la protesta è iniziata dopo che il governo federale ha proposto un bilancio per il 2024, che prevedeva pesanti tagli ai sussidi agricoli e un aumento delle tasse, in particolare sul gasolio. Queste misure erano in parte legate al sostegno alla Ucraina e alla transizione verso l’energia pulita. La situazione in Ucraina ha anche portato preoccupazioni riguardo alla distribuzione dei sussidi comunitari e alle possibili riforme della Politica Agricola Comune (PAC) in vista di una futura adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
In Francia, i blocchi stradali degli agricoltori in protesta sono stati una risposta a un incontro infruttuoso con il governo, con richieste di semplificazione delle procedure amministrative, blocco degli aumenti di prezzo del gasolio per trattori, piena applicazione di leggi per un equo compenso agli agricoltori, e risarcimenti più rapidi in caso di disastri naturali.
Perché gli agricoltori italiani protestano
In Italia, le proteste riguardano l’aumento del prezzo del gasolio agricolo e delle materie prime, la concorrenza sleale dei prodotti internazionali, e le politiche dell’Unione Europea che favorirebbero la vendita di prodotti come la carne sintetica. Inoltre, c’è preoccupazione per i rincari delle materie prime e per le tasse e accordi internazionali che permettono importazioni a prezzi più bassi, in particolare per quanto riguarda cereali dall’Ucraina.
In Italia, la protesta è guidata dal Comitato degli agricoltori traditi a cui si è aggiunto il il “coordinamento riscatto agricolo” composto in gran parte da giovani agricoltori, che ha diffuso un manifesto in dieci punti.
Gli agricoltori italiani stanno manifestando a difesa dell’agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese. Vogliono essere considerati custodi del territorio e non pericoli per l’ambiente da penalizzare.
Un altro problema riguarda la carne coltivata in laboratorio. L’Italia, insieme alla Francia e all’Austria, ha inviato un documento all’UE in cui chiede una consultazione pubblica sulla carne coltivata in laboratorio prima di qualsiasi autorizzazione al commercio. Il documento è sostenuto da altri nove paesi.
La Coldiretti italiana ha chiesto che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico. L’organizzazione si impegna a mobilitarsi a Bruxelles per cambiare le politiche dell’Unione Europea, chiedendo lo stop alle importazioni di cibi extracomunitari senza controllo sul piano sanitario e ambientale e una Pac che tuteli il reddito e accompagni la crescita delle imprese agricole.
Queste proteste, quindi, riflettono una combinazione di fattori economici, ambientali e di politica agricola, che hanno messo sotto pressione il settore agricolo in tutta Europa.
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