Professione Cuoco: dal Congresso della FIC a Firenze parte il manifesto del professionista 3.0
di Informacibo
Ultima Modifica: 11/11/2015
Firenze, 11 novembre 2015. Valori, vantaggi, visioni e un cuoco con le scarpe sporche di terra, vicino sempre più al mondo dell'agricoltura che ne valorizza le biodiversità. Sono i concetti e le tre “V” che stanno alla base del manifesto Cuoco 3.0 lanciato oggi da Firenze dalla Federazione Italiana Cuochi (Fic).
Un manifesto, presentato in anteprima al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dopo che oltre 300 cuochi hanno sfilato da piazza della Repubblica a piazza della Signoria a conclusione della 28esima edizione del Congresso nazionale della Fic che si è tenuto alla Stazione Leopolda in concomitanza con l'evento Food and Wine in Progress.
Un manifesto che non vuole essere una provocazione fine a se stessa, ma la base di una professione, come quella del cuoco, che guarda avanti.
Tre V per il Cuoco 3.0
V come Valori, prima di tutto sociali, perché il cuoco ha delle responsabilità nei confronti del consumatore, ma anche verso i produttori di materie prime. Valore anche promozionale, perché il cuoco può far conoscere un territorio attraverso i piatti e le sue eccellenze», commenta Rocco Pozzulo presidente della Fic, Federazione italiana cuochi, presente alla manifestazione di stamani mattina in piazza della Repubblica a Palazzo Vecchio per consegnare il documento al sindaco di Firenze, Dario Nardella.
E poi le “V” hanno anche «Valore gustativo, perché non ci dimentichiamo che dobbiamo creare emozioni nelle persone.
E V come vantaggi, vantaggi economici per tutta una filiera che va oltre quella dell’agroalimentare e vantaggi sociali, perché creiamo posti di lavoro e opportunità anche per i più giovani, in un momento in cui ce n’è bisogno.
V come visioni, quelle che stimolano ogni giorno la creatività mossa dalla professionalità dei cuochi di oggi, che guardano a ieri pensando a domani».
I cuochi aperti a tutti.
E su queste basi è stato scelto «di aprire il Congresso per la prima volta a tutti perché è il momento di uscire dalla cucina del ristorante e prendere per mano il consumatore accompagnandolo a conoscere la passione e insieme la complessità della nostra professione». Secondo il presidente, «la categoria guarda al futuro in un costante work in progress. Ragion per cui i 16mila iscritti si impegnano a dare il loro contributo professionale per far si che la professione di cuoco diventi sempre più una attività a beneficio dell'economia nazionale e del benessere del consumatore in una ottica di sostenibilità alimentare».
Cuoco con le scarpe sporche di terra per valorizzare le biodiversità.
Insomma, sempre per dirla con il presidente Pozzulo, «il cuoco 3.0 è un cuoco sempre più vicino al mondo dell'agricoltura e come un contadino che si sporca le scarpe di terra». E quindi «è un cuoco che valorizza le biodiversità alimentari del proprio territorio e mette in evidenza il vero patrimonio della cucina italiana che è alla radice del nostro lavoro. Il cuoco non inventa, ma crea piatti».
Il manifesto del cuoco è stato presentato come detto nell’ambito di Food and Wine in Progress, la manifestazione che da domenica 8 a martedì 10 novembre ha ospitato alla Stazione Leopolda di Firenze oltre 10mila visitatori, oltre 500 cuochi che hanno partecipato al Congresso “Cuoco 3.0” della Fic, ma anche 200 sommelier e oltre 150 produttori vitivinicoli toscani messi insieme nelle Eccellenze Toscane di Ais.
«Buona la prima – dice Roberto Lodovichi, organizzatore dell’evento con l’Unione regionale cuochi toscani – per un evento che qualifica Firenze e la Toscana come centro di raccolta delle eccellenze agroalimentari nazionali».
Food and Wine in Progress guarda già in avanti, al 2016, per la seconda edizione.
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