Presentato il XIII Rapporto Ismea-Qualivita: Dop Igp, un patrimonio da 13,4 miliardi
di Informacibo
Ultima Modifica: 17/02/2016
Roma mercoledì 17 febbraio 2016. Si è svolta oggi la Giornata nazionale della qualità agroalimentare. L’iniziativa promossa dal Mipaaf in collaborazione con Ismea, ha l’obiettivo di coinvolgere gli operatori del comparto DOP e IGP italiano per un confronto sui fattori strategici di sviluppo.
Nel corso della giornata si è svolto un Convegno a Roma a cui è intervenuto il Ministro Maurizio Martina sui temi specifici del settore delle Indicazioni geografiche: La sostenibilità delle Ig; Efficacia dei controlli degli organismi terzi; Internazionalizzazione e sviluppo delle Ig; Evoluzione del sistema dei Consorzi di tutela; Retail e consumatori; Tutela delle Ig; Le nuove frontiere del Digital Food.
Durante l’incontro è stato presentato il XIII Rapporto Ismea-Qualivita, un’indagine socio-economica dei comparti agroalimentare e vitivinicolo Dop e Igp.
Una quantità certificata pari a 1,47 milioni di tonnellate di prodotti Food e 23 milioni di ettolitri per il comparto Wine.
Complessivamente il valore alla produzione Food e Wine raggiunge i 13,4 miliardi di euro, per una crescita del +4% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare; il valore delle esportazioni è di 7,1 miliardi di euro, un incremento di oltre il +8% su base annua, per un peso del 21% sul totale dell’export agrolimentare italiano (anno produzione 2014).
L’Italia rimane leader mondiale per numero certificazioni, con 805 prodotti iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine (dati al 10.02.2016).
Un sistema che garantisce qualità, sicurezza e trasparenza anche attraverso i 219 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 124 per i prodotti agroalimentari certificati e 95 per i vini DOP e IGP.
Nuove registrazioni – Europa
Continua a crescere il numero delle Indicazioni Geografiche nel mondo: nel corso del 2015 sono stati registrati 62 nuovi prodotti, di cui due Extra Europei, segnando un incremento per il comparto Food del +4,9% rispetto al 2014. Sul podio
per maggior numero di prodotti registrati, si trova l’Italia al primo posto (+9 IG), seguita dalla “new entry” Croazia (+8 IG) e dal Portogallo (+8 IG). A questi dati si aggiungono le nuove registrazioni dal 1 gennaio al 10 febbraio 2016: una DOP e 7 IGP, per un totale di 1.319 IG Food nel mondo (1.300 UE + 19 Extra UE), che si affiancano alle 1.579 denominazioni Wine.
Nuove registrazioni – Italia
Oltre a detenere il primato per numero di nuove registrazioni nel corso del 2015 con 9 prodotti, l’Italia si conferma il Paese con maggior numero di prodotti DOP, IGP, STG al mondo: al 10 febbraio 2016 si contano nel nostro Paese 805 prodotti certificati, 282 Food e 523 Wine, suddivisi in 569 DOP, 234 IGP e 2 STG.
Dietro di noi seguono Francia (658), Spagna (318), Grecia (250) e Portogallo (173). Approfondendo l’analisi a livello territoriale, le regioni con maggior numero di certificazioni sono il Veneto e la Toscana con 90 prodotti, il Piemonte con 81, la Lombardia con 77 e l’Emilia Romagna con 73.
Dati produttivi ed economici sistema IG (Food e Wine)
Il valore complessivo alla produzione del sistema IG ammonta a 13,4 miliardi di euro, in crescita del +4% rispetto al 2013, e rappresenta una quota pari al 10% del fatturato totale dell’industria alimentare. In termini di export, il sistema IG raggiunge i 7,1 miliardi di euro, in forte crescita sull’anno precedente (+8,2%): costituisce un traino fondamentale per il made in Italy nel mondo, contribuendo per il 21% all’ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali.
L’analisi della distribuzione dei prodotti DOP IGP sul territorio nazionale offre un’informazione preziosa: non esiste un solo comune italiano “senza prodotti certificati”. Gli areali di produzione delle denominazioni nel loro complesso coinvolgono capillarmente tutto il Paese, con zone ad alta presenza di filiere agroalimentari di qualità ed altre con intensità minore. Ciò ha suggerito un’analisi sul valore economico legato alle filiere DOP IGP per relativo areale di produzione, per restituire un’immagine dell’impatto del sistema IG sui territori d’Italia. Per il comparto Food, ad esempio, la provincia di Parma risulta il distretto con il maggior ritorno in termini economici, grazie al discreto numero di filiere DOP IGP (12) che insistono nei comuni del territorio, ma soprattutto all’entità del valore economico ad esse collegato (basti pensare a prodotti come il Parmigiano Reggiano DOP e Prosciutto di Parma DOP). Per il comparto Wine la stessa operazione restituisce un’Italia con “gradazioni di impatto” diverse sui territori: la provincia con maggior ritorno economico è quella di Verona, in cui si contano 24 denominazioni DOP IGP, con la presenza di prodotti dal grande peso in valore (su tutte il Prosecco DOP e il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP).
Dati produttivi ed economici Food Nel comparto Food nel 2014 è stata certificata una quantità pari a 1,47 milioni di tonnellate (+12,6% sul 2013), che ha permesso di raggiungere un valore alla produzione complessivo di 6,4 miliardi di euro per una crescita del +2,5% rispetto al 2013 (+4,2% l’incremento del valore al consumo). L’export, che copre una quota prossima al 40% della produzione, mostra risultati eccellenti nel 2014: con 2,8 miliardi di euro, le esportazioni crescono del +13% rispetto al 2013, con una dinamica quasi doppia rispetto al già rilevante risultato ell’agroalimentare totale (+7,7%).
Dati produttivi ed economici Wine La produzione di vini di qualità in Italia è strutturalmente in crescita. Nel 2014 hanno ottenuto la certificazione DOP 13,4 milioni di ettolitri (+7% su base annua). Una lieve battuta d’arresto si è avuta nel comparto delle IGP, attestate a 9,5 milioni di ettolitri di cui quasi 1 milione è stato esportato all’estero sfuso. La quantità certificata complessiva di quasi 23 milioni di ettolitri, vale 7 miliardi di euro alla produzione, per un +5% su base annua. Le esportazioni di vino DOP IGP hanno raggiunto un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro (+4%): negli ultimi cinque anni il valore all’export ha avuto incrementi complessivi di oltre il +30% sia nel segmento delle DOP che delle IGP.
Comunicazione Circa 30 milioni di euro investiti in comunicazione (secondo quanto dichiarato dai Consorzi di tutela rispondenti all’indagine), destinati soprattutto a pubblicità in televisione (52%), partecipazione a fiere (11%) e carta stampata (11%). I Consorzi dei Formaggi sono quelli che investono di più in comunicazione. Risorse a parte, l’attività di promozione più presidiata dai Consorzi è la partecipazione a fiere (70% a eventi nazionali, 30% a eventi internazionali). Circa 4 Consorzi su 10 utilizzano Social Network (38%), in oltre la metà dei casi ricorrendo a più di un canale (con Facebook che si conferma lo strumento nettamente più diffuso).
Legislazione Oltre alle nuove IG registrate nel 2015, si contano nel corso dell’anno 12 richieste di registrazione da parte dell’Italia, 66 da parte degli altri Paesi membri UE, 4 da parte di Paesi Extra UE. Nel nostro Paese sono inoltre state effettuate 11 modifiche a disciplinari, avanzate 10 domande di modifica a disciplinari e applicate 2 protezioni transitorie. Il tutto in un contesto che vede riconosciuti dal Mipaaf: 124 Consorzi di tutela agroalimentari, 95 Consorzi di tutela vini e 212 agenti vigilatori.
Le conclusione del Ministro Maurizio Martina
“Qualità agroalimentare è sempre più sinonimo d'Italia. La nostra leadership nel settore dei prodotti a denominazione – ha affermato il Ministro Martina – non è fatta solo di numeri importanti, ma è l'espressione della forza di un tessuto economico e produttivo strettamente connesso ai territori. Un modello che vogliamo rafforzare sempre di più, anche attraverso un salto di qualità sul fronte organizzativo. I dati ci dicono che c'è un potenziale inespresso enorme da liberare, soprattutto al Sud. Stiamo lavorando da un lato per supportare al meglio i nostri prodotti di punta, che hanno la forza anche di aprire nuovi mercati, dall'altro per aiutare i produttori ad aggregarsi, sfruttando i vantaggi che il sistema delle denominazioni può portare. Oggi le prime 10 Dop e Igp nazionali sviluppano l'80% del fatturato. Dobbiamo far salire questa lista almeno a 20 prodotti nei prossimi tre anni. Per farlo puntiamo su formazione e organizzazione, perché è su questi fronti che serve un cambio di passo. Servono più managerialità e investimenti nel capitale umano per dare futuro alle filiere e ai territori”.
“Come Governo siamo in campo con il piano per la promozione del Made in Italy – ha concluso Martina – con cui abbiamo aiutato tutto il comparto a raggiungere il record dei 36,8 miliardi di export. Il 20% è rappresentato proprio dai prodotti Dop e Igp, una quota molto importante soprattutto se confrontata con gli altri Paesi competitor. Per difendere il vero Made in Italy dalla contraffazione, inoltre, usiamo strumenti nuovi: siamo l'unica istituzione al mondo ad avere accordi con eBay e Alibaba per rimuovere dal web i falsi cibi e vini italiani. Ora è il momento di fare un passo in avanti, accompagnare i produttori in un percorso di crescita che aiuti tutto il sistema di qualità a consolidarsi”.
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