La Piadina Romagnola, lo street food per viaggiare col gusto
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 22/04/2021
Cosa meglio di una piadina romagnola farcita con gli ingredienti che amiamo di più per un pasto veloce e ricco di gusto? Uno street food ottimo , tipico italiano, da preparare a casa ma anche quando si è in giro, magari in un chiosco o piadineria, accompagnata da una bella bitta ghiacciata.
Una specialità tutta italiana, anzi tutta romagnola. La piadina romagnola Igp, come il nome stesso indica, nasce solo in Emilia Romagna e si avvale dell’indicazione geografica Igp. Un disciplinare elenca tutti i comuni in cui è prodotta quella originale: dalle province di Rimini e Bologna, fino a Forlì e Cesena.
Il processo produttivo è controllato in ogni sua fase in maniera scrupolosa. A tutelare l’originalità della produzione e a valorizzare il prodotto c’è il consorzio della Piadina Romagnola.
Il Consorzio
Il consorzio conta 13 realtà di vario tipo: ci sono aziende artigianali, industriali e chioschi del territorio romagnolo. Per queste aziende il consorzio svolge il ruolo di mediatore e di rappresentanza, di valorizzazione del prodotto tipico e della sua originalità. .
La Piadina Romagnola: caratteristiche
La “piada”, termine caro al poeta Giovanni Pascoli, è ottenuta dalla lavorazione e cottura su piastre di un impasto a base di farina, grassi, sale e alcuni ingredienti opzionali. Esiste in due tipologie: “Piadina Romagnola”con diametro da 15 a 25 centimetri spessore da 4 a 8 millimetri, e “Piadina Romagnola” alla Riminese dal diametro da 23 a 30 centimetri e spessore fino a 3 millimetri.
Un po’ di storia
Che la vogliate chiamare Piadina Romagnola o Piada, questo prodotto ha origini molto antiche che raccontano le tradizioni della gente di Romagna. Si tratta di un cibo molto semplice che è passato da essere simbolo della vita rustica di campagna a un prodotto di largo consumo.
In questa zona sono state rinvenute tracce di un pane di forma circolare fatto con farina grezza e cereali già dal tempo degli Etruschi. Le prime tracce letterarie si trovano nell’Eneide di Virgilio.
I chioschi delle piadine
Fino a un secolo fa, la piadina era un sostituto del pane. Poi, nel secondo dopoguerra, la “Piadina Romagnola” si diffuse nelle campagne e nelle città come golosa alternativa. Negli anni Settanta, arrivarono le piadine di produzione artigianale, diffuse in piccoli locali. Da allora, i chioschi per le piadine sono diventati una caratteristica del territorio, amata da locali e turisti, con il tradizionale stile a strisce.
Come nasce una piadina perfetta
Per una piadina a regola d’arte serve il “testo” romagnolo. Si tratta di una padella con delle particolari caratteristiche, perfetta per la piadina. Esiste sia di ghisa che di alluminio, la cosa importante è che abbia un fondo antiaderente. Il testo garantisce una distribuzione del calore uniforme, in modo che la piadina non risulti troppo cotta al centro e poco ai lati. Vista la sua forma rotonda e leggermente bordata potete usare il testo anche per cuocere le crepe o le omelette.
Gli ingredienti della piadina originale
Ma cosa prevede il disciplinare quando si parla di Piadina Romagnola Igp? Prevede che si tratti di un prodotto rotondo e piatto a base di farina di grano tenero con l’aggiunta di acqua, grassi, sale e alcuni ingredienti opzionali. Si presenta in due diverse tipologie: la classica e la riminese. La Piadina Romagnola Classica è spessa, compatta e rimane molto friabile. La Piadina Riminese invece è morbida, sottile e più grande di diametro. La cottura avviene tra i 200 e i 250°C, per circa 4 minuti.
Qui puoi leggere il disciplinare integrale della Piadina Romagnola IGP
Disciplinare_piadina_romagnola_4.11.2014Perchè si chiama Piada?
Il termine Piada ha natali importanti: è stato ufficializzato da Giovanni Pascoli che ha italianizzato la parola romagnola piè con “piada”. Il poeta creo persino un piccolo poemetto per elogiare la piadina, definendola il pane nazionale dei Romagnoli.
La ricetta da provare: piadina, squacquerone e pancetta
Rivisitazione della ricetta più classica della piadina e anche una delle farciture più amate (con crudo, squacquerone e rucola), in questa versione al formaggio cremoso aggiungiamo la dolcezza di qualche fetta di pancetta piacentina. Scaldate la piadina su fuoco alto per massimo un minuto, giratela e farcitela, mentre è ancora sul fuoco, con lo squacquerone.
Spegnete, togliete dal fuoco e aggiungete la pancetta. Con il calore che resta dalla cottura il grasso della pancetta si scioglierà leggermente senza però diventare croccante. Aggiungete qualche fetta sottile di zucchine grigliate. Una vera delizia che si scioglie in bocca.
Variante vegan: provate la piadina farcita con hummus, zucchine e melanzane grigliate, foglioline di menta fresca.
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