Parmigiano Reggiano: 30 falsi stroncati dal Consorzio
di Informacibo
Ultima Modifica: 12/07/2016
Si va dal "Parmessano" della Colombia al "Reggianto" del Vietnam, al "Parmezza" della Polonia: è davvero un giro del mondo, e soprattutto nel mondo delle imitazioni e delle evocazioni, quello che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha compiuto nel primo semestre 2016 nell'ambito delle attività di tutela della denominazione della Dop italiana più conosciuta e imitata al mondo.
Il risultato è reso esplicito da una trentina di azioni di contrasto in sede stragiudiziale, amministrativa e di denunce che hanno portato a interventi d'ufficio da parte delle autorità competenti in otto Paesi europei.
"Gli interventi che abbiamo messo in atto – spiega il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi – rientrano in quell'attività di contrasto ai falsi che ci vede impegnati da molti anni e che negli ultimi 24 mesi abbiamo rafforzato ulteriormente soprattutto nell'ambito dei paesi extraeuropei. Proprio qui, infatti, non solo si riscontra il maggior numero di quelle che rappresentano autentiche frodi per i consumatori e un danno per i nostri produttori, ma non esistono norme – al contrario di quanto abbiamo ottenuto dalla UE – che impongano alle autorità dei singoli Paesi un intervento drastico e d'ufficio a tutela delle Dop".
Al secondo posto – a sorpresa – il Vietnam, con tre opposizioni del Consorzio al deposito dei marchi "Reggianto", "Parmesan" (denominazione in uso esclusivo al Consorzio) e addirittura "Parmigiano Reggiano", precedute dal nome del produttore.
"Effettivamente – sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Alessandro Bezzi – è inedita questa densità di tentativi di imitazione in Vietnam, certamente legata al fatto che sta sensibilmente crescendo anche in quest'area l'attenzione verso il nostro prodotto: in ogni caso le azioni messe in atto confermano che il nostro sistema di tutela funziona bene e ovunque, sebbene resti urgente che venga affiancato da azioni istituzionali da parte delle autorità di ogni singolo Paese".
Opposizioni a registrazioni di marchi evocativi sono poi state messe in atto in Giappone, Argentina (tutti con 2 tentativi di falsi richiami al Parmigiano Reggiano), Bolivia, Cina, Colombia (tentativo di deposito del marchio "Parmessano") e Ucraina (diffida rispetto al deposito del marchio "Parmedzyano").
In area UE, azioni stragiudiziali e amministrative hanno interessato due produttori spagnoli e un'industria polacca (intenzionata a depositare il marchio "Parmezza"), cui si sono aggiunti, su segnalazione del Consorzio, gli interventi delle autorità competenti (protezione ex-officio in base al regolamento UE 1151/2012) in Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svezia.
"La mappa dei tentativi di frode – osserva il presidente Bezzi – è larghissima, ma gli interventi di contrasto che continuiamo ad intensificare ci auguriamo rappresentino un deterrente efficace per aziende che si fanno pochi scrupoli nell'uso di denominazioni o diciture ingannevoli sulle confezioni".
"Resta comunque totalmente aperta, e su questo continueremo ad insistere in ogni sede – conclude Bezzi – la questione di una tutela delle Dop che deve affermarsi come principio in tutti i Paesi e che continua ad avanzare faticosamente nelle lente trattative TTIP".
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