Osservatorio Immagino: il made in Italy riempie il carrello - InformaCibo

Osservatorio Immagino: il made in Italy riempie il carrello

L'ultima analisi dell'Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 fotografa il settore della spesa alimentare. Italianità e i marchi Dop e Igp al top

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 21/11/2018

Se è italiano, piace di più. E vende anche di più. Almeno quando si parla di alimentari. Il trend emerge dall’ultima pubblicazione dell’ Osservatorio Immagino Nielsen Gs1.  Il made in Italy non è solo un’area valoriale sempre più comunicata ed resa nota sulle etichette dei prodotti di largo consumo, ma è anche la più convincente.

Claim come “100% italiano”, “made in Italy” e “solo ingredienti italiani”, oppure illustrazioni, come ad esempio la bandiera italiana e marchi di qualità europei (come Dop, Igp, Doc e Docg) si trovano sul packaging del 25,1% degli oltre 67 mila prodotti alimentari rilevati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino. E funzionano.

L’italianità rimane il fenomeno più rilevante nel largo consumo alimentare, sia per numero di prodotti coinvolti che per fatturato alla vendita.Le vendite di questo paniere composto da 17.053 prodotti hanno superato i 6,4 miliardi di euro, in crescita annua del +3,5% migliorando il bilancio dell’anno mobile precedente (+2,2%). Domanda e offerta sono rimaste vivaci e la pressione promozionale, pur restando elevata, si è allentata (34,1% a valore contro il 36,4% dell’anno precedente).

Il mondo del made in Italy

Made in Italy Label.

Come l’Osservatorio Immagino ha evidenziato sin dalla sua prima edizione, la mappatura del “mondo dell’italianità” delinea una grande varietà di claim, loghi e bollini di certificazione che evidenziano (e garantiscono) l’origine nazionale.

L’elemento più utilizzato? E’ quello più riconoscibile: la bandiera italiana.  Il tricolore compare su 9.682 prodotti alimentari (il 14,3% del perimetro dell’Osservatorio Immagino) e l’offerta è cresciuta soprattutto in alcune categorie (come latte UHT e fresco, gelati e uova). Complessivamente le vendite sono aumentate del +3,0% a fronte di una pressione promozionale inferiore alla media di quest’universo (33,5%) e in calo su base annua (-2,8%).

Il claim “100% italiano” è quello che registra la crescita più consistente e che nell’anno terminante a giugno 2018 ha ottenuto un +8,6% di sell-out, più che raddoppiando la performance rispetto ai 12 mesi precedenti (era +3,3%) e arrivando a incidere per il 7,7% sulle vendite complessive.

Un risultato che conferma l’interesse dei consumatori per la garanzia offerta dalla provenienza nazionale dei prodotti alimentari e a cui ha contribuito in modo importante anche la crescita dell’assortimento con il claim “100% italiano” in etichetta. Le categorie in maggiore espansione sono state gelati, crescenze, mozzarelle, merendine e carni confezionate.

In controtendenza però è il claim “prodotto 
in Italia”, che acuisce il trend negativo dell’anno finito a giugno 2017 (-1,5%): nell’anno mobile successivo, le vendite sono diminuite del -3,1%. Il motivo? Minor presenza in assortimento di prodotti con quest’indicazione.

Dop e Igp superstar

A funzionare sono anche le indicazioni geografiche riconosciute dalla Ue:  nel report dell’osservatorio Immagino si delinea l’andamento vivace delle vendite di prodotti alimentari Dop e Igp e di vini Doc e Docg. I migliori risultati in termini di crescita delle vendite dell’ultimo anno mobile sono stati messi a segno soprattutto dai vini 
Doc (+7,2%) e Docg (+6,8%), anche se in entrambi i casi si nota un rallenta- mento rispetto ai 12 mesi precedenti, più accentuato per i Docg.

A guidare la crescita sono stati soprattutto i vini, gli spumanti charmat secchi e le “bollicine” metodo classico.
 Tra gli alimenti dotati di un’indicazione geografica europea, i prodotti Igp (che rappresentano l’1% dell’offerta rilevata dall’Osservatorio Immagino) hanno visto le vendite annue salire del +6,5%, salumi e frutta confezionata in particolare. Invece per i prodotti alimentari Dop (1,2% dei prodotti monitorati) l’incremento è stato del +5,2%, con un’accentuazione più significativa per i formaggi grana e i salumi.

Le regioni più presenti col marchio

L’accentuazione dell’italianità dei prodotti alimentari e delle bevande acquistabili nella distribuzione moderna passa anche attraverso
la comunicazione della loro identità regionale.

Anche in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino la classifica per regioni segnalate in etichetta vede al primo posto il Trentino-Alto Adige: è la regione numero 1 
per numero di prodotti in cui viene indicata in etichetta (1,3% dei 67.855 monitorati) sia per il valore delle relative vendite, che oltrepassano i 327 milioni di euro (con un trend del +5,8% annuo), grazie soprattutto a spumante, vini, mele, mozzarelle e speck.

Al secondo posto si inserisce la Toscana, con 217 milioni di euro di vendite (il 9,4% in più rispetto ai 12 mesi prece- denti) generate soprattutto da vino, derivati del pomodoro e affettati.
Al terzo posto c’è la Sicilia con oltre 246 milioni di euro di sell-out (+4,4%) realizzato in particolare grazie a vino, yogurt e gelati.

La crescita più significativa delle vendite (+12,7%) è quella dei prodotti che indicano in etichetta il riferimento alla Puglia, dovuta soprattutto al contributo di vini, mozzarelle e taralli. Complessivamente il fatturato è arrivato a oltre 79 milioni di euro.
 Balzo in avanti importante anche per il Piemonte (+9,7% per un valore totale di oltre 184 milioni di euro) che ha visto aumentare le vendite di carne bovina confezionata, acqua minerale gassata e vini.
 Unica regione con un valore negativo è la Lombardia: le vendite dei prodotti che la indicano in etichetta sono diminuite del -0,3%, a causa soprattutto del latte fresco, confermando una flessione già registrata nell’anno finito a giugno 2017.

Vuoi saperne di più? Sfoglia qui sotto tutto il report dell’Osservatorio Immagino

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L'Autore

giornalista