Olive da tavola. Viaggio tra le varietà d'Italia - InformaCibo

Olive da tavola. Viaggio tra le varietà d’Italia

di Informacibo

Ultima Modifica: 20/03/2016

di Alessandra Cioccarelli (da Saporie.com)

Verdi, nere, di forma allungata o tondeggiante, in versione piccante o in salamoia. In Italia in fatto di olive c’è davvero l’imbarazzo della scelta! Ogni regione ha le sue specialità (alcune anche tutelate dalla Dop come l’oliva di Gaeta), ciascuna con le proprie caratteristiche specifiche. Fondamentale per orientarsi in questo variegato panorama è prima di tutto una distinzione.
Le piante d’ulivo si distinguono in tre tipologie: quelle utilizzate per la produzione d’olio e quelle che danno olive da tavola. E, a onor del vero, esiste una terza tipologia anche se meno comune: quello della piante a duplice attitudine come per esempio la famosissima cultivar Taggiasca. Questo tipo di piante, utilizzate di norma per ricavare olio, possono essere adattate anche al consumo da mensa seguendo particolari tecniche di coltura.

Ma cosa significa olive da tavola? Questa varietà di olive sono caratterizzate dalla produzione di un frutto che, rispetto a quello della varietà da olio, ha dimensioni maggiori e in particolare presenta un elevato rapporto polpa/nocciolo. Ovvero tanta polpa rispetto al nocciolo e un contenuto in olio generalmente più basso. Scopriamo allora insieme le varietà più comuni da olive da tavola nei vari territori d’Italia.

Un bel viaggio tra le varie Olive da tavola d'Italia (ASCOLANA TENERA (provincia di Ascoli Piceno); BELLA DI CERIGNOLA (diffusa in Puglia); GIARRAFFA e NOCELLARA DEL BELICE (Sicilia); SANT’AGOSTINO (provincia di Bari); SANTA CATERINA (Lucca).

Riprendiamo QUI l'articolo apparso su Saporie.com a cura di Alessandra Cioccarelli.

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