Olio Officina Festival, 5 motivi per non perdere l’edizione 2019
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 18/01/2019
L’immagine dell’olio è percepita come vecchia? L’olio è in grado di comunicarsi adeguatamente? Domande a cui prova a rispondere la nuova edizione di Olio Officina Festival
A Milano torna l’appuntamento con Olio Officina Festival. Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2019 al Palazzo delle Stelline va in scena l’ottava edizione dell’ormai consueto appuntamento dedicato all’olio.
L’evento ideato da Luigi Caricato – oleologo, scrittore, giornalista ed editore – quest’anno avrà come tema portante “Nostra Signora Pubblicità”. Si indagherà come comunica il comparto dell’olio, analizzando case history positive e negative con professionisti della comunicazione, esperti del linguaggio e chi opera in cucina e nella ristorazione: oleologi, nutrizionisti, cuochi e sommelier.
Il punto d’arrivo? Offrire una chiave di interpretazione dell’olio inedita. Per farlo con efficacia e inventiva si è puntato sui giovani, sperimentando nuovi stili e nuovi linguaggi. Importanti le collaborazioni con l’Accademia di Comunicazione di Milano e la Scuola internazionale di Comics di Torino, e con altre realtà che hanno affrontato il tema olio in modo discontinuo rispetto al passato.
Ecco cinque buoni motivi per non mancare l’appuntamento con Olio Officina Festival 2019.
1. Per ammirare la creatività applicata all’olio
Nei giorni della manifestazione sarà possibile ammirare le molte creatività pensate e realizzate dagli allievi dell’Accademia di Comunicazione di Milano che hanno agito sotto la guida attenta e sensibile del direttore creativo Antonio Mele. Oltre a manifesti pubblicitari, sarà possibile prendere visione anche di alcuni spot ideati completamente al di fuori dalle solite logiche degli spot che si vedono in TV.
“La comunicazione – precisa il creative director Antonio Mele – è come un’etichetta attaccata al prodotto: deve riuscire a trasmettere in maniera semplice e incisiva quali siano le qualità di ciò che vogliamo pubblicizzare. Nella ricerca dei concetti creativi, è fondamentale trovare contenuti distintivi e avere un punto di vista interessante. Il vero media deve riuscire a catturare il consumatore e farsi ricordare”.
Non mancherà uno sguardo retrospettivo per dare valore a quanto è stato fatto finora. A partire dal sociologo Vanni Codeluppi – autore, tra gli altri, anche del volume Storia della pubblicità italiana (edito da Carocci) che sarà presentato venerdì 1 febbraio – che rende omaggio al genio e alla creatività degli italiani, ripercorrendo un secolo e mezzo di campagne pubblicitarie create e diffuse nel nostro Paese. E sempre con un occhio attento alla pubblicità merita attenzione il ruolo di primo piano che hanno assunto in passato le antiche latte d’olio, una felice occasione per presentare, in esclusiva a Olio Officina Festival, il volume Lattine italiane per olio di oliva. Collezione Guatelli 1860-1960.
2. Per conoscere le preferenze dei consumatori
Importante, da segnalare tra i vari incontri, la giornata di venerdì 1 febbraio con la presentazione, con la regia di Daniele Tirelli – fondatore di Amagi, presidente del Retail Institute of Italy – di una indagine sui consumi di olio extra vergine di oliva presso le famiglie milanesi. Si è partiti con il proposito di misurare la vera esperienza di consumo dell’olio extra vergine di oliva, una iniziativa di Olio Officina in collaborazione con la società di ricerca Amagi-ForSurvey e in collaborazione con Chemiservice, che ha dato un quadro molto complesso e interessante per i suoi sviluppi. L’obiettivo di questa ricerca è di documentare le opinioni, gli usi, le abitudini e il gradimento delle varie marche di extra vergini. La diagnosi di mercato, basata su una tecnica unica e originale, ha avuto il dichiarato obiettivo di spingere le aziende a produrre una qualità che oltre a essere tale su un piano oggettivo sia anche gradita nel contempo dal consumatore.
3. Per imparare quanto può costare una bottiglia d’olio di qualità
Uno studio aiuta a comprendere la costruzione del prezzo. Quando si parla di olio extravergine di oliva, uno dei grandi temi ricorrenti riguarda il costo di una bottiglia. Per capire realmente quanto possa costare una bottiglia di olio immessa sugli scaffali occorre fare una attenta disanima dei costi di produzione. L’Italia non risulta essere competitiva sul mercato, nonostante detenga un primato di immagine ancora saldo. L’esperto di marketing Massimo Occhinegro, a partire da uno studio del Consiglio oleicolo internazionale, ha individuato le modalità per comprendere in modo scientifico e inoppugnabile quella che si può definire la “costruzione di un prezzo”, ovvero il processo che porta a definire il prezzo di una bottiglia d’olio extra vergine di oliva sullo scaffale. Il consumatore può dormire sonni tranquilli, perché ogni olio ha il suo prezzo, legittimo, e le differenti qualità presenti sul mercato non possono che incoraggiarlo a scegliere in funzione della molteplicità di impieghi cui destinare il prodotto. L’importante, sempre, è riuscire a distinguere le differenti qualità.
4. Scoprire il valore e la qualità dell’olio di sansa
È un olio che sugli scaffali dei negozi italiani quasi non si trova più, ma che esiste e ha un ruolo molto importante, con grande successo soprattutto nei mercati internazionali, in aperta concorrenza con gli oli da seme e gli altri grassi alimentari con i quali vince di gran lunga sul tema della salubrità. Sansa ed oli di sansa fonti di antiossidanti è il titolo dello studio che la Pantaleo Spa ha commissionato all’Università di Udine e dal quale emerge un dato sorprendente. Ci sono alcuni aspetti compositivi della sansa e dei relativi oli che se ne ricavano che contribuiscono a incrementare il valore commerciale di questo prodotto. Al fine di verificare la reale situazione del profilo compositivo dell’olio di sansa, si è proceduto con il campionamento di sanse a differenti stadi di lavorazione (fresca, essiccata, esausta) e di oli da grezzo a raffinato, sui quali si è determinato il contenuto di tocoferoli che si assesta su livelli paragonabili a quelli di oli vergini, una scoperta sensazionale che gioca a favore di tali oli, utilizzabili o in frittura o nei prodotti da forno.
Lo studio sarà presentato sabato 2 febbraio, in sala Leonardo, alla presenza del professor Lanfranco Conte e di Nicola Pantaleo.
5. Per gustare e degustare
Nel corso dell’evento saranno tanti i momenti di degustazione abbinati all’olio extra vergine di oliva. Ci saranno anche gli chef. Tra questi Enrico Marmo che, con il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia, presenta il pan dolce; Manuel Merzari che, con il Consorzio dell’olio Dop Garda, presenterà dei dolci in cui si esaltano le virtù degli oli gardesani. Le abbinate di pane e olio proposte da Assitol e molto altro. Da segnalare un focus su olio su pesce, a cura della Regione Basilicata, con la presentazione di uno speciale dedicato; e un focus su olio su pizza, a cura dell’Associazione pizzaioli Apes.
Saggi Assaggi. Incontri di degustazioni guidate è invece il titolo della sezione dedicata al rapporto diretto con le materie prime. Saranno coinvolte tre sale: Chagall, Solari e San Carlo Borromeo, con molteplici sessioni di assaggio di oli in purezza. Oltre agli oli italiani, curati dalla Casa dell’Olivo, ci sarà anche una sessione dedicata agli oli del mondo (Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco, Turchia, Cile, Argentina, Australia, California, Giappone), a cura dell’Onaoo. Inoltre, confermato lo spazio riservato alle olive da tavola con due sessioni a cura di Roberto De Andreis, che presenterà anche il libro L’assaggio delle olive da tavola, edito da Olio Officina. Ci saranno anche sessioni di assaggio dedicate agli oli Dop Riviera Ligure e Dop Garda, nonché agli oli della Basilicata.
Per informazioni e sull’evento e programma: olioofficina.com
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