Nielsen: 67% degli italiani preoccupati dagli ingredienti artificiali nel cibo
di Informacibo
Ultima Modifica: 07/09/2016
I dati emergono dalle Survey di Nielsen “Global Health and Ingredient-Sentiment” e “Global Out-of-Home Dining” condotte su un campione di oltre 30.000 individui in 61 Paesi tra l’agosto 2015 e marzo 2016.
Il 63% del campione, si legge ancora nella prima delle due ricerche, afferma di essere attento all’alimentazione per prevenire alcune malattie croniche (obesità, diabete, colesterolo alto, ipertensione) mentre il 53% si dichiara disponibile a pagare un prezzo più alto per cibi che non contengono alimenti indesiderati. D’altra parte, è solo il 37% ad essere disposto a sacrificare il gusto per un cibo più salutare.
I dati sul vissuto degli italiani nel campo dell’alimentazione spiegano i trend di mercato: i prodotti appartenenti al paniere “Benessere & Salute” monitorato da Nielsen Trade*MIS nella Distribuzione Moderna a luglio 2016 hanno fatto rilevare su base annuale una variazione positiva delle vendite a volume (quantità vendute a prezzi costanti) pari a +8,4% e a valore (giro d’affari) del +9%.
In merito alle diete restrittive quasi 2 italiani su 5 (il 38% del campione, vs 44% media UE) dichiarano di seguire, tra gli altri, i seguenti profili nutrizionali caratterizzati da una bassa assunzione di determinati alimenti: il 18% evita i grassi e l’11% i carboidrati. In Italia, d’altra parte, si riscontra una minore propensione a non consumare gli zuccheri: il dato nazionale riferito a quanti evitano i dolci è pari al 9%, in Europa al 22%.
Tra le allergie e intolleranze più comuni si riscontrano quelle al lattosio e derivati (8%) e al glutine (5%). Parallelamente, lo studio di Nielsen mette in luce che il 23% degli italiani dichiara di essere affetto da allergia o che ne soffre un membro della propria famiglia.
Oltre la metà degli italiani a dieta restrittiva per scelta o intolleranza (53%) dichiara un grado di soddisfazione adeguato all’offerta corrente nei supermercati, contro una media europea pari al 49%. I cittadini dell’Europa occidentale risultano mediamente più soddisfatti rispetto a quelli dei Paesi dell’Est (57% vs 45%).
A fronte di ciò, deriva il fatto che il 72% degli intervistati si dichiara molto interessato a conoscere la composizione degli alimenti acquistati e che, nel 71% dei casi, si tende a privilegiare quelle case produttrici che applicano canoni di massima trasparenza nel rapporto con i consumatori in merito ai contenuti utilizzati e ai processi di lavorazione (allevamento e coltivazione).
All’interno dello scenario fin qui delineato si riscontra che il 55% del campione richiede più prodotti naturali al cento per cento, il 49% senza coloranti artificiali, il 43% senza aromi aggiuntivi, il 41% senza OGM e il 36% alimenti biologici.
“Si presenta l’opportunità di rispondere a una nuova serie di bisogni dei consumatori – ha aggiunto Giovanni Fantasia, AD di Nielsen Italia – Infatti meno della metà (45%) su scala globale crede che i loro bisogni vengano pienamente soddisfatti dall’offerta corrente. Le aziende produttrici dovrebbero quindi porsi come partner del consumatore che vuole adottare una determinata dieta, così come i distributori, chiamati a mettere sugli scaffali un sempre maggiore assortimento di cibi dietetici. E’ una sfida ad essere sempre più innovativi e ad avere un approccio che deve essere personalizzato e tagliato sulle esigenze del singolo. Per cogliere l’alto potenziale di sviluppo occorre semplificare i prodotti, secondo quanto dettato dall’atteggiamento “less is more”. Bisogna colmare il gap tra i bisogni dietetici e i prodotti al momento disponibili. I distributori sono chiamati a mettere a disposizione dei consumatori le risorse per condurre le migliori scelte nell'alimentazione. L’azienda deve al contempo porsi come parte terza, assumendo personale esperto, come, ad esempio, i nutrizionisti, che aiuti i consumatori a scegliere rispetto alla molteplicità di prodotti”.
Infine, vengono presi in esame i criteri in base ai quali si sceglie in Italia dove andare a mangiare. Il prezzo ragionevole è menzionato dal 64% del campione, ben al di sopra della qualità del cibo, che ha un’incidenza sulle risposte pari al 35%. Seguono altre motivazioni che spingono a scegliere un ristorante/fast food rispetto ad un altro: il tipo di cucina (22%), il servizio (13%). Particolare attenzione merita il dato relativo all’influenza delle recensioni su Internet, posizionata al 10% vs 4% della media EU, maggiore di quella esercitata dagli amici (8%).
[1] Tra i prodotti appartenenti al paniere “Benessere & Salute” sono compresi quelli senza glutine, delattosati, ad alta digeribilità, integrali, senza sale, le bevande vegetali, i cibi a base di soia, gli integratori vitaminici e minerali, etc.
[2] Tra i prodotti appartenenti al paniere “Prima Colazione” sono compresi biscotti, merendine, fette biscottate, cereali, latte, caffè, miele, confetture etc.
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