Nelle Marche nasce il distretto biologico più grande d’Europa
Raggruppa 2100 aziende marchigiane per un totale di 71mila ettari coltivati e 100 milioni di fatturato e dovrà sostenere e promuovere l'agricoltura biologica marchigiana e i suoi prodotti sia dal punto di vista tecnico che commerciale.
di Redazione Informacibo
Ultima Modifica: 27/07/2022
Il distretto biologico delle Marche comprende 2.100 aziende agricole, 71mila ettari coltivati (che rappresentano il 60% della superficie a biologico nelle Marche) e un fatturato stimato in 100 milioni di euro, per cui Fileni – leader italiano delle proteine biologiche – contribuisce con quasi il 50 per cento.
La concretizzazione del distretto biologico unico delle Marche, segue il patto siglato nell’aprile scorso da Regione Marche e associazioni regionali Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop , Uecoop, Unci e Camera di commercio, e lunedì 13 dicembre ha visto mettere nero su bianco le firme per tramutare in realtà quella che solo qualche mese fa era un’idea.
“Rigenerazione, rispetto, territorio e comunità, princìpi base dell’economia circolare, rappresentano i valori in cui Fileni crede da sempre e che ha tradotto nel suo Manifesto di Sostenibilità: un impegno concreto che l’azienda si è assunta verso i consumatori di ieri, oggi e domani – sottolinea Giovanni Fileni, fondatore del gruppo –. Agire per sostenere e difendere il diritto globale al benessere si traduce in un impegno concreto nel rigenerare la terra, rispettare gli animali, ripulire l’atmosfera, promuovere il territorio, valorizzare i lavoratori, sviluppare la comunità e proteggere le persone”.
Le Marche – che ospitano realtà biologiche da oltre 50 anni – sono tra le prime regioni in Italia per numero di ettari coltivati secondo i metodi dell’agricoltura biologica.
L’obiettivo principale del distretto, sfruttando anche questo primato, è proprio quello di presentarsi come soggetto unico, per avere un peso maggiore sul mercato sia a livello commerciale che promozionale in Italia e all’estero.
L’idea di fondo è che il distretto del biologico diventi una sorta di marchio territoriale che identifichi le Marche come regione bio per eccellenza, attraverso un marketing territoriale e una promozione che valorizzi il prodotto in termini di qualità e competitività sui mercati interni ed internazionali.
Un “marchio” che possa diventare anche un traino per molti altri comparti dell’economia marchigiana a partire da quello turistico e enogastronomico, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio. Oltre a questo, il distretto si pone anche altri obiettivi, come l’aumento della superficie certificata, portandola al 100% della superficie coltivata nelle aree Natura 2000, la promozione della ricerca della sperimentazione e della formazione, e la valorizzazione della biodiversità agraria regionale.
A porre la firma sul documento che fa nascere la nuova realtà del biologico, il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni. Con lui, tra gli altri, anche Giovanni Fileni e Gelsomino Pacetti, in rappresentanza del Gruppo Fileni.
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