Milano Wine Week 2020, un evento internazionale ai tempi del Covid-19
Intervista a Riccardo Rabuffi, Amministratore Unico di Beacon S.r.l.
di Collaboratori
Ultima Modifica: 01/10/2020
Anche la Milano Wine Week 2020 si adegua ai tempi e sceglie il digitale per rendersi fruibile dal grande pubblico: l’innovativa piattaforma Digital Wine Fair, la prima mai realizzata nel settore vinicolo, permetterà a professionisti e buyer internazionali di collegarsi in diretta da ogni parte del mondo per partecipare da remoto alle varie iniziative in palinsesto.
Non mancheranno comunque gli eventi in presenza durante la kermesse che si terrà dal 3 all’11 ottobre prossimi, nel rispetto ovviamente delle rigide normative imposte dall’emergenza sanitaria in corso.
In attesa del tradizionale brindisi inaugurale che darà il via alla terza settimana del vino meneghina, abbiamo incontrato Riccardo Rabuffi, Amministratore Unico di Beacon – società attiva nell’ambito dell’internazionalizzazione di impresa e di business development – che sta affiancando gli organizzatori nella delicata fase preparatoria dell’evento.
- La Beacon S.r.l. è da diversi anni impegnata su due fronti: aiutare le imprese italiane a entrare in nuovi mercati esteri e aiutare i propri clienti in Italia a sviluppare e migliorare la propria business performance. Quest’anno un nuovo progetto… che apporto e quali servizi offre alla Milano Wine Week 2020?
Siamo molto contenti e orgogliosi di essere entrati nella macchina organizzativa di MWW. Questo progetto è per noi molto coinvolgente poiché fonde due ambiti che da sempre fanno parte del nostro lavoro: la promozione internazionale del vino e l’organizzazione di eventi. Negli ultimi anni abbiamo messo a punto un sistema il cui scopo è quello di fornire supporto e assistenza a 360° agli organizzatori di quelle che ormai chiamiamo affettuosamente le “Week Milanesi” (lavoriamo ormai da diversi anni a supporto anche della DesignWeek / FuoriSalone). Ci affianchiamo agli organizzatori sgravandoli da diverse incombenze, fornendo loro un sistema rodato capace di pianificare, implementare e monitorare medi/grandi eventi, anche in un periodo delicato come questo. Per Milano Wine Week abbiamo imbastito un processo su misura che copre diverse necessità: dall’impaginazione, stampa e distribuzione della Guida MWW2020, ai District Manager per il monitoraggio dei distretti sparsi su tutta Milano, fino alla creazione di una SalaOperativa dedicata che diventerà, nei giorni dell’evento, una centralina capace di ricevere, elaborare e gestire qualsiasi necessità relativa all’andamento degli eventi programmati.
- La scorsa edizione della Milano Wine Week ha registrato oltre 300.000 partecipanti, quest’anno quali sono le previsioni per quello che è di fatto il primo evento rilevante per il settore vitivinicolo da dopo il lock-down?
Gli organizzatori hanno fatto un lavoro eccellente modificando in corsa il concept della manifestazione donando alla MWW, in tempo da record, un’importante anima digitale da affiancare a quella fisica. Chi non potrà prendere parte alla varie attività in presenza potrà lo stesso vivere l’esperienza in digitale. Questo connubio ha portato, a mio avviso, la manifestazione a un nuovo livello. Credo che, nonostante tutto, i numeri della scorsa edizione saranno abbondantemente superati.
- Come sarà gestita la sicurezza dell’evento e come verranno fatte rispettare le limitazioni imposte a causa della pandemia da Covid-19? Le cantine e i consorzi partecipanti come potranno interagire con il pubblico?
Nulla è lasciato al caso. MWW ha stilato un rigido protocollo di norme, procedure e comportamenti il cui fine è tutelare tutti i partecipanti agli eventi fisici. In questa edizione MWW avrà due importanti Head Quarters: Palazzo Bovara e Babila Building. In queste due locations, si terranno la maggior parte degli eventi in presenza. Il programma è stato pensato per garantire le necessarie misure di sicurezza. Gli eventi saranno in maggioranza degustazioni, masterclass, assaggi guidati, conferenze e seminari con un numero ragionato di partecipanti tutti scrupolosamente registrati e monitorati. L’interazioni tra cantine, consorzi, buyer e pubblico consumatore saranno anche agevolate dallo streaming con diverse importanti città del mondo: il digital diventa uno strumento per supportare i processi e internazionalizzazione.
- La crisi economica collegata alla pandemia avrà ripercussioni anche per il mondo vitivinicolo? Una sua previsione
Temo che alcune ripercussioni si siano già abbattute sul comparto. I mesi di lock-down e la timida ripresa, hanno messo in seria difficoltà molti locali. Questo si è inevitabilmente riflesso anche sui produttori di vino che hanno subito un duro contraccolpo. Con la ristorazione locale ferma, alcuni hanno compensato rivolgendosi in maggior misura al commercio online e al pubblico consumatore. Le vendite estere hanno subito un bel rallentamento e la cancellazione delle principali vetrine fieristiche internazionali non ha certo contribuito a rendere, per il comparto, il 2020 un anno da ricordare. Il mondo del vino è un settore economico estremamente rilevante per il nostro Paese e non è pensabile che possa rimanere in balia di questa situazione. Alcuni elementi fanno ben sperare: diverse imprese hanno voglia di riprendere i contatti con l’estero, nonostante le difficoltà, gli ordini, sebbene un po’ meno consistenti, hanno continuato ad arrivare. Confidiamo tutti in un futuro prossimo più positivo. Molto dipenderà anche dagli strumenti a disposizione di imprese e imprenditori per poter dare più slancio all’inevitabile ripresa.
– Progetti futuri?
Recentemente, insieme ad altre due realtà milanesi, abbiamo dato vita a una rete di impresa chiamata PAG (Private Acceleration Group) intendiamo proporre una serie di attività congiunte per ripartire con le attività estere in Europa e in Sud Est Asiatico. Nel 2021 prevediamo di organizzare a Londra la terza edizione dei nostri “Italian Wine Journeys”, dei piccoli eventi riservati dove presentare i propri vini direttamente agli importatori con cui siamo in contatto. Sul fronte interno, ci impegneremo per proporre il nostro modello anche ad altre Week in scena a Milano. Siamo sicuri che la nostra città tornerà ad essere il riferimento Europeo per questo genere di Eventi.
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Articolo a cura di Chiara Camnasio
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