Marche Tipicità 2018, alla scoperta dei luoghi e delle tradizioni
La 26° Edizione di Tipicità ha fatto conoscere le Marche delle eccellenze, le straordinarie sue risorse storico – culturali e prodotti di qualità.
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 31/05/2018
Nel “grande pensatoio” di Marche Tipicità, c’è stato spazio per lo studio e la divulgazione del sapere interdisciplinare, ma anche per la scoperta di luoghi, persone e produzioni sorprendenti e di grande energia propulsiva.
Dalla posizione panoramica e privilegiata dell’Hotel Horizon di Montegranaro sulla Valle del Chienti, è stato possibile raggiungere in breve tempo città e borghi interessanti.
Soggiornare all’Horizon ha significato anche avere subito, presso il suo ristorante, un “assaggio” speciale e gustoso di una cucina che punta al sapore e al rispetto della materia prima e del territorio con pietanze che sanno coniugare la tradizione marchigiana alla creatività dei bravi cuochi italiani. A calamitare la nostra attenzione, fin dall’inizio, dunque, oltre alla posizione geografica e alla bellezza del luogo, è stata sicuramente anche la bontà dei prodotti e della cucina: testimoni schietti del Made in Marche.
A bordo di Nero Servizi, di Enrico Sigismondi, un’azienda che si occupa di mobilità e servizio di trasporto di qualità “su misura” per affari e turismo, abbiamo incontrato e vissuto da vicino la molteplicità delle qualità delle Marche.
Perché questa “terra di mezzo” dal nome plurale, è contraddistinta anche da una costellazione di prodotti di qualità e racconta una storia corale.
Caratterizzata da un andamento dolce di colline dove i venti freddi del settentrione si mescolano con quelli caldi del Meridione, in questi luoghi abbiamo respirato un’aria sottile e gradevole, ideale per vivere e sentirsi bene!
Della possibile influenza del clima sul carattere degli uomini e di come l’aria sottile faccia bene e aguzzi l’ingegno, Giacomo Leopardi ne parlava già nel 1823 nello Zibaldone di pensieri: “Il carattere degli uomini è vario e riceve notabili differenze non solo da clima a clima, ma… da paese a paese … Ne’ luoghi d’aria sottile, gli ingegni sogliono essere maggiori e più svegliati e capaci, e particolarmente più acuti … I più ingegnosi per natura di tutti gli italiani sono i marchigiani: il che senza dubbio ha relazione colla sottigliezza della loro aria”.
Fermo – cisterne romane
Fermo e Falerone
Nella quarta edizione di Tipicità in the City, contestualmente allo svolgimento di Tipicità Made in Marche Festival, il centro storico della città di Fermo è diventato ancora più attrattivo ed ha permesso di visitare al Palazzo dei Priori una singolare Mostra “Natural Color Culture – Storia di Colore e di Marche”, una esposizione sulla storia e la bellezza dei colori naturali vegetali; sulle piante tintorie e gli antichi colori che oggi stanno tornando ad essere impiegate nelle collezioni contemporanee di manifattura.
Poco distante dalla Piazza del Popolo, tra le più belle delle Marche, scoprire le Cisterne Romane è stato un altro elemento accattivante e sorprendente. L’ampio complesso sotterraneo databile alla fine del I sec. a.C. è unico in Italia per estensione. Faceva parte di un complesso ed articolato impianto acquedottistico che sfruttava l’acqua sorgiva per distribuirla in tutta la città.
L’imponenza e l’ottimo stato di conservazione aggiungono fascino alla città di Fermo ricca di monumenti e di interessanti itinerari costellati di chiese, palazzi nobiliari e cortili.
Nella provincia fermana, anche Falerone merita una sosta.
Questo piccolo borgo conserva antiche testimonianze del passato nei resti romani, nei palazzi, nelle chiese e un centro storico importante con un Museo Archeologico interessante.
Nonostante i segni del terremoto siano ancora evidenti, la vita e le attività produttive di questo bel centro artigianale ed agricolo, continuano nel migliore dei modi. La cucina autentica e i prodotti tipici eccellenti, come l’olio di oliva “Falerio Picenus” della varietà Piantone di Falerone, costituiscono un vanto e una risorsa per questo territorio.
Non distante dal centro del paese, a cavallo tra le province di Fermo e di Macerata, nel Ristorante Delle Loggette, affacciato sui monti Sibillini, abbiamo gustato la cucina della tradizione in accordo con la stagione e la territorialità.
Un carosello di antipasti annuncia fin da subito l’autenticità di questa cucina: speciali salumi accompagnati da un tipico “pane dolce”, polentina e coratella, “zuppa dei 5 nodi”, e poi, a seguire il primo: “ nidi di rondine” al ragù, sottili fili lunghi di pasta all’uovo tirata a mano con straordinaria abilità.
Un ottimo coniglio in porchetta, l’ineguagliabile agnello con il rinomato fritto misto marchigiano hanno degnamente interpretato il secondo! Anche il dolce fatto in casa sa di schietta autenticità: zuppa inglese delle feste e mela rosa dei monti Sibillini caramellata in forno nel vino cotto. Il tutto condito con l’ottimo olio extravergine del “Piantone di Falerone” ed accompagnato da vini del Podere dei Colli.
A conclusione del pranzo non poteva mancare un bicchierino di Mistrà, liquore tipico, ottenuto con l’impiego di distillati naturali e piante aromatiche come l’anice, che nelle case marchigiane non manca mai!
In questa regione la tradizione dell’olio è secolare e quella del vino rinomata.
La tradizione contadina è intrecciata con i prodotti della terra, ma anche con l’allevamento del bestiame; di questa tradizione il segno distintivo è costituito dalle vecchie case coloniche, ancora sparse sulle colline marchigiane, per lo più a due piani, il piano terra una volta era adibito a stalla, pollaio e porcilaia, nel piano superiore vi erano stanze e magazzini; complementari erano la cantina, il forno, il fienile.
Una tradizione agricola mezzadrile il cui sostentamento era dato dal lavoro della terra e dall’allevamento degli animali, tra i quali quello del maiale e la relativa lavorazione delle sue carni era sicuramente il più importante.
L’arte norcina ancora oggi è presente in modo significativo e in questi luoghi troviamo molte Aziende in cui le carni vengono lavorate da mani esperte con sapienza e attenzione per conservarne la qualità e il sapore antico e che producono lonza, prosciutto, salsicce, pancetta, insomma tutto ciò che può offrire il maiale.
Vallesina
In Vallesina, nella bella campagna di Jesi, abbiamo conosciuto Antonio Trionfi Honorati, architetto votato all’agricoltura, che oltre ad allevare vacche e bufale che forniscono il latte per il caseificio diretto dalla sorella Giulia, ha deciso di tentare una nuova avventura reintroducendo la coltivazione della canapa finalizzata prevalentemente alla produzione della fibra tessile così come avveniva in molte parti delle Marche fino alla prima metà del secolo scorso. Convinto delle “nuove opportunità imprenditoriali e potenzialità per il futuro sul filone del naturale e del biologico”e delle creazioni di filiere multifunzionali della coltura della canapa nelle Marche , l’“Agritetto” , così si definisce, ha realizzato nella Azienda che porta il suo nome la prima casetta di balle di canapa: primo esempio di “agritettura” in linea con la filosofia aziendale che coniuga sviluppo sostenibile e prodotti di qualità.
Montappone
Per chi sa apprezzare la qualità manifatturiera marchigiana, una sosta a Montappone è doverosa per visitare il Museo del Cappello e anche per scegliere il cappello più adatto alla propria testa!
Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone, tutti comuni in provincia di Fermo, costituiscono il distretto della produzione di cappelli più importante d’Italia e d’Europa, le Aziende presenti su questo territorio hanno saputo diversificare la produzione dando continuità alla tradizione nella innovazione.
Dalle radici della cultura contadina ha origine anche la tradizione di intrecciare la paglia e quindi la produzione dei cappelli! Memoria storica e culturale di questa antica arte è il Museo del Cappello che conserva orgogliosamente materiali e manufatti della tradizione.
Tutto ciò che si cerca in un cappello, dal feltro alla paglia, dal Panama originale al berretto sportivo, si può trovare nel Cappellificio Sorbatti. Una tradizione che dura da 80 anni, iniziata da Attilio nel 1922 e giunta alla terza generazione con i nipoti Attilio e Marco Sorbatti.
E’ proprio Marco a guidarci nell’Azienda “che si è trasformata in una moderna e dinamica industria di cappelli e berretti sul solco della tradizione imprenditoriale delle Marche.- ci spiega – Fra artigianalità e tecnologia, passione e competenza il Cappellificio si è specializzato nella personalizzazione dei propri cappelli con loghi e marchi famosi. La cura di ogni dettaglio è il filo conduttore di tutta l’attività, dalla selezione delle materie prime all’imballaggio.
Tradizione, innovazione, sperimentazione coniugati e interpretati con passione tengono legate, le tante realtà delle Marche; realtà che si muovono all’unisono, capaci di esplorare nuovi temi e intercettare le attuali esigenze di mercato e dei consumatori evoluti.
a cura di Alba Simigliani, foto Nicola Zinni
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