L’UE richiama l’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea sui nitrati
La Commissione europea invita l'Italia a proteggere meglio gli ecosistemi e le persone dall'inquinamento da nitrati prodotto dall'agricoltura.
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 17/02/2023
WWF Italia insieme ad altre 9 associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente puntano l’attenzione sull’importanza di un’agricoltura più sostenibile, soprattutto, come segnalano in una nota, dopo il fatto che la Commissione Europea ha inviato un parere motivato all’Italia per non aver rispettato pienamente la Direttiva sui nitrati (Direttiva 91/676/CEE) e non aver protetto meglio le sue acque dall’inquinamento causato dai nitrati provenienti da fonti agricole.
L’UE ha stabilito obiettivi ambiziosi per ridurre l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo a livelli considerati non dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali, in particolare propone una riduzione del 20% dell’uso dei fertilizzanti chimici entro il 2030.
Tuttavia, l’Italia sembra essere in ritardo sul rispetto di queste norme, non solo per la Direttiva sui nitrati ma anche per la Direttiva UE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
I fertilizzanti chimici azotati e i liquami zootecnici smaltiti nei terreni agricoli sono la principale causa dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee da nitrati che mette a rischio la salute delle persone e dei nostri ecosistemi.
La Direttiva UE Nitrati ha proprio l’obiettivo di proteggere le acque superficiali e sotterranee dall‘inquinamento causato da fonti agricole. Gli Stati membri sono tenuti a monitorare le proprie acque e a individuare quelle interessate o potenzialmente interessate dall’inquinamento causato dai nitrati di origine agricola e dall’eutrofizzazione. Sono inoltre tenuti a designare le aree di terreno che drenano queste acque come zone vulnerabili ai nitrati e a istituire programmi d’azione appropriati per prevenire e ridurre tale inquinamento.
Le autorità italiane, scrivono le associazioni in una nota, hanno compiuto dei progressi, ma la Commissione UE ha rilevato che sono ancora necessarie misure per affrontare i problemi rimanenti. In più sono emersi alcuni problemi aggiuntivi, come la riduzione del periodo di chiusura continua (durante il quale è vietata l’applicazione di fertilizzanti). Per questi motivi, nel dicembre 2020 è stata inviata all’Italia un’ulteriore lettera di costituzione in mora.
L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione UE potrebbe decidere di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia dell’Unione europea con il rischio di pesanti sanzioni che sarebbero pagate da tutti i cittadini italiani.
Per raggiungere le richieste e i target del Green Deal europeo non bastano alcuni aggiustamenti tecnologici, benché necessari, occorre ripensare l’intero modello produttivo, riducendo il numero di capi allevati, favorendo la conversione degli allevamenti al biologico e rendendo obbligatorie le pratiche agroecologiche che apportano naturalmente nutrienti al terreno, come le cover-crop, il sovescio e l’inerbimento delle colture permanenti, pratiche già adottate dalle aziende che praticano l’agricoltura biologica.
Tuttavia, le 9 Associazioni (ACU, AIAB, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia) sostengono che il Piano Strategico Nazionale della PAC (Politica Agricola Comune) non sembra andare nella giusta direzione, poiché il comparto zootecnico risulta ancora riccamente finanziato, ricevendo oltre il 40% dei pagamenti accoppiati. Pertanto, l’Italia deve rivedere le proprie politiche agricole e di finanziamento per promuovere una transizione verso un’agricoltura sostenibile.
Inoltre, è importante considerare che l’inquinamento delle acque da nitrati ha conseguenze anche sulla salute umana. L’esposizione a livelli elevati di nitrati nell’acqua potabile può causare problemi di salute come la metemoglobinemia infantile (conosciuta anche come “sindrome del bambino blu”), una malattia che colpisce i neonati e i bambini piccoli, causando una riduzione della quantità di ossigeno trasportata nel sangue.
In sintesi, la Commissione UE ha inviato un parere motivato all’Italia per non aver rispettato pienamente la Direttiva sui nitrati e non aver protetto meglio le sue acque dall’inquinamento causato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Le associazioni impegnate nella tutela ambientale sottolineano che la situazione delle acque sotterranee inquinate da nitrati non sta migliorando e il problema dell’eutrofizzazione delle acque superficiali si sta aggravando.
L’Italia ha bisogno di adottare misure urgenti per prevenire e ridurre l’inquinamento delle acque da nitrati, rivedere le politiche agricole e di finanziamento per promuovere una transizione verso un’agricoltura sostenibile e proteggere la salute umana e gli ecosistemi naturali.
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