L’Italia del vino scompare in campagna elettorale
di Informacibo
Ultima Modifica: 28/02/2018
E lo fa con un articolato documento spedito alle segreterie dei partiti e pubblicato online sul sito dell’Associazione, nella sezione Studi e Ricerche QUI.
Il documento del Trentennale dell’Associazione lo trovate QUI.
“Dobbiamo ribadire il ruolo dell'agricoltura e la centralità dei Comuni, unici strumenti utili per un efficace controllo del territorio sotto vari punti di vista: urbanistico, ambientale, produttivo e sociale – sottolinea il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon -. Ci attendiamo in queste settimane che ci separano dal voto, e soprattutto nei programmi politici, un’agenda che metta in cima alle cose da fare l’innovazione tecnologica, lo sviluppo dell’enoturismo e il sostegno a un’agricoltura di qualità come risorse economica, ambientale, occupazionale. E che riconosca anche il ruolo dei Comuni come presidio del territorio”.
Sono tanti e articolati i temi che Città del Vino sottopone alla politica anche attraverso i suoi sindaci. C’è il sostegno al terzo settore anche con l’associazionismo di prodotto tipico delle Città d’Identità (Città del Vino, Città dell’Olio, Città del Tartufo, etc). C’è la necessità di un Osservatorio Nazionale dell’Enoturismo, più volte caldeggiato dalle Città del Vino come strumento di monitoraggio e sviluppo di un comparto del turismo che può raggiungere numeri decisamente più alti di quelli registrati finora (un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di € e 14 milioni di visite enoturistiche secondo l’ultimo rapporto Città del Vino/Università di Salerno).
Al tema enoturistico è collegata anche la “programmazione” dell’ambiente, un settore da anni sotto la lente d’ingrandimento dei Comuni attraverso i Piani Regolatori delle Città del Vino e più di recente attraverso l’Urban Food Planning, una disciplina che mette il cibo e l’economia alimentare al centro di uno sviluppo locale sostenibile e di qualità.
“Oggi il 92% delle produzioni tipiche nazionali e il 79% dei vini pregiati, in sintesi il grosso delle Dop, Doc e Docg, nasce nei territori dei piccoli Comuni, quelli con meno di 5mila abitanti – puntualizza Floriano Zambon -. E’ evidente il ruolo dell’agricoltura come fattore d’identità, economia, paesaggio e qualità della vita. E in particolare il ruolo del vino, il prodotto più importante insieme all’olio come generatore di paesaggio. Eppure dalla competizione politica questi argomenti sembrano spariti”.
Altri due argomenti importanti, secondo Città del Vino, sono l’innovazione tecnologica e il ruolo dei Comuni. “Anche i piccoli Comuni – aggiunge il presidente Zambon – sono elementi centrali per il governo del territorio. Chiediamo quindi il conferimento di poteri straordinari in materia di esproprio per i Comuni sotto i 5mila abitanti, o in quelli compresi in aree protette. Inoltre: la gestione diretta degli interventi di recupero dei centri storici e di quelli rurali”.
Non ultima l’innovazione tecnologica per il marketing urbano dei territori. Tra le proposte delle Città del Vino un grande progetto di comunicazione integrata sul web e una rete di touch screen nei 450 Comuni associati.
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