L’inarrestabile trend dei prodotti a base vegetale: sulle tavole di 7 famiglie su 10
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 14/11/2024
Non è più solo una moda ma un trend destinato a rimanere: continua a crescere il mercato dei prodotti a base vegetale e, di pari passo, il loro consumo tra gli italiani.
A portarli in tavola sono infatti sette famiglie su 10 (69%) e un consumatore su due dichiara di consumarli abitualmente: segno che questo nuovo segmento di mercato è ormai entrato stabilmente nelle nostre abitudini alimentari.
I prodotti a base vegetale più consumati
Lo conferma un’indagine di NielsenIQ commissionata dal Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, che ha indagato l’approccio al consumo degli italiani verso questi prodotti.
C’è un consenso diffuso verso ciascuna delle categorie merceologiche del comparto: i più consumati sono i secondi vegetali, scelti da 13 milioni di famiglie (51%), seguiti dalle bevande vegetali (nel carrello di 10,7 milioni di famiglie, ovvero il 42%). Più contenuto il numero di chi consuma alternative vegetali allo yogurt (4,3 milioni) e gelati e dessert a base vegetale (3,4 milioni).
Rientra in questa tendenza anche la scelta del Gruppo Tonazzo, che dal 1888 opera nel mercato della carne, a favore della produzione esclusiva di cibi vegetali, che già costituiscono la maggior parte del fatturato aziendale grazie al brand Kioene.
L’indagine, spiega Sonia Malaspina, presidente del Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, “conferma che rappresentano una scelta consapevole del consumatore. Il mercato dei prodotti a base vegetale è cresciuto negli ultimi anni ed è destinato a svilupparsi ulteriormente per una ragione molto semplice: incontrano e appagano le richieste di tanti consumatori. Del resto, cibi come le panelle di ceci, le polpette di melanzane o le bevande di mandorla fanno parte da sempre della nostra cultura culinaria”.
Tre motivi per cui è una buona notizia
Favorire la transizione verso “modelli alimentari vegetali è la grande sfida della nostra epoca”, sottolinea Daniela Martini, prof. associato dell’Università degli Studi di Milano. E lo è per almeno tre motivi: “In primis l’impatto sulla salute, perché una dieta variegata e ricca di alimenti vegetali è la base per stare bene. Poi c’è la questione ambientale, perché l’impatto per produrre legumi e verdure è diverso rispetto a quello della carne”. Infine, c’è la questione demografica: “Ci saranno sempre più persone in futuro da sfamare con cibi adeguati e un modello con alla base prodotti a prevalenza vegetale e un consumo più moderato di proteine animali sarebbe la soluzione”.
A tavola c’è posto per tutti
Interessante notare come il consumo di prodotti a base vegetale rientra in uno stile di vita alimentare vario, che include anche le proteine animali. La tendenza all’acquisto di questi prodotti, insomma, non coinvolge solo vegani e vegetariani ma è trasversale a tutte le famiglie. Due su tre li acquistano in alternativa ai prodotti a base di proteine animali, senza però escluderli del tutto.
Un po’ come accade con Veganuary, la sfida globale che per un mese invita tutti a mangiare vegano e che ogni anno acquista sempre più consenso anche tra chi vuole semplicemente ridurre il consumo di proteine animali, senza per forza eliminarle del tutto.
Il target
Sono concentrate soprattutto nel Nord Italia le famiglie acquirenti di questa tipologia di prodotto in modo non occasionale. Si tratta di persone con un’età media di circa 25-54 anni, che vivono prevalentemente in nuclei familiari medio-grandi e con figli dagli 11 anni in avanti.
Soprattutto, si tratta di persone attente a ciò che mangiano, spesso sportive, aperte alle novità e alla ricerca di cibi con caratteristiche nutrizionali e gusto. Un target che ha generalmente anche una propensione ad acquisti sostenibili.
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