L’Enoturismo dopo il lockdown: è il turismo della “ripartenza”
Nasce la piattaforma “Il Nuovo Enoturismo” che fornisce le istruzioni e gli strumenti pratici per rispettare e interpretare le nuove normative, anche in chiave covid-19
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 10/05/2020
L’attuale emergenza sanitaria causata dal Coronavirus ha registrato un drammatico stop dell’economia, mostrando segni di sofferenza in tutti i settori, ma che ha colpito durissimo sull’horeca e sul turismo tanto che il ministro Dario Franceschini ha parlato di uno stato di “stra crisi”, riferendosi proprio al turismo.
Il ministro Franceschini sul turismo: “Qui siamo ben oltre lo stato di crisi siamo in uno stato di stra crisi”
Ecco le sue parole nell’audizione tenuta nei giorni scorsi in Commissione industria e turismo al Senato: “Fino a qualche mese fa il lavoro che stavamo facendo sul turismo era sul governare la crescita impetuosa di turismo internazionale con strategie per decongestionare le presenze e moltiplicare gli attrattori di turismo; paradossalmente da queste prospettive di crescita il settore è finito in ginocchio, è il comparto più colpito in maniera strutturale”, ha detto il ministro aggiungendo: “Qui siamo ben oltre lo stato di crisi siamo in uno stato di stra crisi”
La domanda del Nuovo Enoturismo
Il turismo della ‘ripartenza’ dovrà essere di prossimità, sostenibile, accessibile, all’aria aperta?
A questa domanda “Il Nuovo Enoturismo”, nato quest’anno con lo scopo di affiancare Produttori, Consorzi di Tutela ed Enti di Promozione Territoriale nell’applicare al meglio e in tempi rapidi le determinazioni del decreto sull’enoturismo, e che vede tra i promotori Carlo Pietrasanta (nella foto a fianco), tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, risponde così.
“E’ un turismo di prossimità ed economicamente sostenibile, che consente esperienze per pochi o per piccoli gruppi della durata di una mezza giornata, di una giornata, di un week-end. Si può praticare anche all’aperto, con le visite in Vigna che accompagnano le visite in Cantina. E’ integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali. E’ rispettoso dell’ambiente, si praticherà sempre più anche con le e-bike, a mobilità sostenibile”.
Queste sono le principali peculiarità dell’Enoturismo, motore del Turismo enogastronomico, sempre più praticato dagli appassionati di vino e cibo italiani e dalla generazione dei Millennials, e per il quale l’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo (Food Travel Monitor 2020 – World Food Travel Association).
“Il Vino e i prodotti di qualità certificata (Dop, Doc e Docg) sono fondamentali per il turismo enogastronomico che a livello internazionale – informa Magda Antonioli, Professore Associato all’Università Bocconi e Consigliere di amministrazione di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo – è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il Turismo enogastronomico e l’Enoturismo in particolare sono la sintesi tra Produzione e Territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabile promuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”.
In Italia l’Enoturismo – di tradizione antica – è riconosciuto per legge solo dal 2019, con il Decreto Attuativo dell’allora Mipaaft, che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. “Dal nostro Osservatorio, i Produttori e i Consorzi di tutela del Vino e gli Operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive, e il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative – afferma Francesco Moneta di The Round Table, agenzia specializzata anche nella comunicazione del Vino, del Cibo e dei loro Territori.
Secondo un sondaggio condotto nelle scorse settimane tra le cantine aderenti al Movimento Turismo del Vino Lombardia “la totalità degli intervistati – informa Carlo Pietrasanta – concorda sul fatto che quella legata all’Enoturismo sia, ora più che mai, un’attività economica strategica per contrastare il drastico calo nella vendita e distribuzione. Abbiamo anche verificato che, se prima del Covid-19 solo un 30% degli intervistati era dotato di un sistema e-commerce, a fine aprile la percentuale è in costante salita”. La maggioranza dei Produttori intervistati che punteranno anche sull’Enoturismo – continua Carlo Pietrasanta – vogliono conoscere informazioni di contesto, le indicazioni della legge e soprattutto come gestirne la comunicazione, in particolare nel web”
Il Nuovo Enoturismo si è avviato con il ciclo di 3 Webinar Il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso, coinvolgendo esperti di diverse tematiche, dallo scenario italiano e internazionale ai nuovi trend dell’enoturismo; dall’attenzione alla sicurezza in chiave covid-19 alle procedure amministrative e all’ospitalità in vigna e in cantina, fino alle connessioni con il territorio. Quindi la comunicazione con attenzione ai diversi strumenti off- e on line, la promozione e vendita dell’esperienza enoturistica in network con i tour operator, l’integrazione con l’e-commerce. Previste case – histories e testimonianze dirette di chi già sta lavorando con successo all’Enoturismo come asset strategico della propria Cantina.
Il Nuovo Enoturismo: l’accoglienza in Cantina, in Vigna, nel Territorio
I primi 3 Webinar, del progetto del nuovo enoturismo, si sono recentemente conclusi con successo per oltre 70 Cantine e operatori dell’accoglienza friulani, promossi da PromoTurismo FVG e dalla Strada del Vino e dei Sapori della Regione. I prossimi Webinar si svolgeranno per il territorio lombardo grazie a UnionCamere Lombardia, che ha subito aderito al Progetto collaborando anche alla produzione del video informativo. Sarà poi la volta del Piemonte a favore dei Produttori del Consorzio Tutela del Gavi e degli Operatori dell’accoglienza del territorio, nell’ambito del Progetto ‘Destinazione Gavi’.
Il Nuovo Enoturismo conta sulla collaborazione de Il Corriere Vinicolo che sta dedicando a questo tema ‘Wine in Tour’, un vero e proprio giornale nel giornale, per approfondire tutti gli aspetti di questo asset economico importante per molte aziende, non solo vinicole, del nostro Paese. Partner del Progetto, oltre al Movimento Turismo del Vino Lombardia, sono inoltre Frigerio Viaggi Group, Enonautilus, Vanilla.
Dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2020, a cura della professoressa Roberta Garibaldi emerge che i Millennials (i nati tra il 1981 e il 1996, oggi 24-39enni) sono stati i principali trascinatori della crescita del Turismo enogastronomico a livello mondiale. Nel “prossimo domani” i turisti a cui riferirsi saranno la Generazione Z, i ‘superfoodie’ nati dopo il 1997, fortemente interessati alla vacanza enogastronomica come esperienza unica e memorabile. Questo è un pubblico che si documenta prevalentemente per via digitale, l’80% di loro ha visitato una destinazione o ha partecipato ad un’esperienza a tema in seguito a informazioni tratte da video, post e recensioni pubblicate in rete.
Se in tempi ‘normali’ la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, ora in tempo di covid-19 sarà sempre di più anche in vigna dove ci sono naturalmente gli spazi per il distanziamento. L’edutainment – con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio – è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica: un’esperienza semplice ed empatica, ludica ed educativa, sostenibile.
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