Laser portatile contro le frodi alimentari firmato Enea
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 05/03/2019
E’ nato un dispositivo laser portatile per rendere più rapidi, efficaci e puntuali le verifiche sul cibo delle autorità preposte a vigilare sulle frodi e la sicurezza alimentare: poliziotti, ispettori dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi, responsabili della sicurezza per aziende alimentari e grande distribuzione.
Nei laboratori Enea di Frascati sono nati due prototipi
L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), sta lavorando nei laboratori di Frascati a due prototipi: il primo destinato alle attività ispettive di organi di controllo e il secondo per i controlli di qualità nell’industria alimentare.
“Attualmente i controlli antifrode vengono fatti in laboratorio e richiedono analisi costose, lunghe e complesse con personale specializzato“, spiega Luca Fiorani, del laboratorio Enea diagnostiche e metrologia, responsabile del progetto Techea.
La tecnologia del laser è stata testata su alimenti di grande consumo come pesce, bibite e succhi di frutta, latte in polvere, olio d’oliva e vino.
Nel caso del pesce, sia fresco che in scatola, il laser ha individuato la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pescato è vecchio o conservato male. Nei succhi di frutta e nelle bibite analcoliche il sistema permette di identificare la presenza di cinque dolcificanti come fruttosio, glucosio, maltosio, aspartame e saccarosio mentre nel latte in polvere è in grado di rilevare la contaminazione da melammina, una sostanza usata per produrre la plastica ma capace di simulare il contenuto di proteine causando gravi danni renali nei neonati. Inoltre negli agrumi riesce a individuare infezioni da patogeno; nell’olio extravergine di oliva la presenza di oli vegetali a basso costo oppure nel vino sostanze come metanolo e solfiti.
“La tecnologia alla base dei due apparecchi antifrode si chiama spettroscopia laser fotoacustica”, spiega Adriana Puiu del laboratorio Diagnostiche e metrologia dell’Enea: “Tecnicamente si ‘spara’ sul campione un fascio laser a infrarosso. Il campione a sua volta si riscalda, si espande e genera un’onda di pressione, una sorta di ‘eco’ che viene ascoltata come suono attraverso un microfono. In questo modo riusciamo ad analizzare qualsiasi sostanza, senza che le sue molecole vengano alterate, e ottenere immediatamente i risultati per capire se siamo di fronte a una frode alimentare”.
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