La settimana del risotto, dal 26 giugno al 2 luglio. L’eccellenza del riso italiano arriva nei ristoranti di Parigi e Lione
di Ines Roscio Pavia
Ultima Modifica: 18/10/2018
Il riso è allegro a vedersi, ha un bel colore bianco candido, si lascia scorrere dolcemente fra le dita, arricchisce ed orna qualunque pietanza, è simbolo di felicità, in poche parole non pone limiti alla fantasia.
Il riso piace a tutti ed è un cibo conosciuto in tutto il mondo. Inizia la settimana del risotto oltralpe, in Francia e precisamente a Lione ed a Parigi (26 giugno, 2 luglio) promossa dall’Ente Nazionale Risi. Porterà il risotto in quindici importanti ristoranti stellati di queste città, un insieme di chef che si apprestano a cucinare tre risotti in versione salata e dolce. Il delegato è lo chef francese Philippe Léveillé star del “Miramonti l’Altro” di Concesio Bs e de “L’Altro” di Hong Kong. Le tre qualità di riso italiano prescelto sono il carnaroli, l’arborio e il vialone nano. Gli chef dovranno rispettare alcune regole di base della nostra cucina: non lavare il riso, non usare panna, ma solo burro o olio d’oliva con l’aggiunta dl brodo di cottura e un chicco di burro per la mantecatura.
La stampa francese illustrerà le peculiarità del riso italiano: l‘Italia è il principale produttore in Europa, conta 234 mila ettari di risaie, oltre 4200 aziende risicole, un centinaio di industrie risiere, il tutto per un fatturato di un miliardo di euro l’anno.
È una iniziativa della ”Italian Trade Agency”, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, realizzata in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi, attraverso l’impegno del presidente Paolo Carrà.
In un periodo nero della sua storia recente, a causa elle importazioni a dazio zero dalla Cambogia e dal Myanmar e l’arrivo di migliaia di tonnellate di riso dal Sud-Est asiatico , il riso italiano chiede il riscatto mostrando le peculiari qualità del suo prodotto. La produzione di riso incide pesantemente sull’economia delle province di Vercelli, Novara e Biella, un territorio in cui viene prodotto il 51 per cento degli straordinari chicchi italiani.
La parte settentrionale della piana risicola vercellese che si estende da Vercelli a Gattinara e alle Prealpi, la cosiddetta “baraggia”è dal 2007 simbolo della DOP italiana nel settore risicolo. Il riso italiano è il risultato di un lavoro secolare di selezione e sperimentazione colturale da parte dei risicoltori che hanno permesso di ottenere un costante miglioramento della qualità del prodotto. Il nostro riso infatti manifesta in cottura un’ottima tenuta, con elevata consistenza del grano e basso grado di collosità.
Un buon risotto non si improvvisa è un piatto speciale, tutelato in Lombardia dalla Confraternita del risotto, un gruppo di appassionati cultori della cucina del riso (Sammarzano dei Burgundi PV, [email protected] – tel. 3385961068).
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