La riscossa enologica del Primitivo di Manduria
di Informacibo
Ultima Modifica: 23/12/2015
di Giuseppe Simigliani
Giovedì 17 Dicembre ha avuto inizio il tour enogastronomico che mi accingo a raccontare; siamo nelle “Terre del Primitivo”, precisamente a Manduria, nella sotto-regione dell’Alto Salento in Puglia.
Arrivo in tarda serata presso il Relais Reggia Domizia, dove alloggeremo per due giorni, uno splendido resort immerso in ulivi secolari, palme e fichi d’india.
L’accoglienza è delle migliori, ci sediamo a tavola e la Puglia si mette subito in mostra: gamberetti, calamari, cozze, tonno e poi ancora tonno, non siamo lontani dal mare e scopriamo che vicino a Manduria c’è una “tonnara”, che offre dei prodotti eccellenti, tra le poche rimaste attive nel nostro paese.
L’atmosfera a tavola è coinvolgente, si discute del più e del meno, dei profumi che si liberano durante la svinatura e del contatto del vino con il legno. I piatti di pesce stranamente non sono accompagnati da vini bianchi secchi, bensì da vini rossi amabili, ecco il primo assaggio del Primitivo di Manduria, il vero protagonista del nostro tour.
Nella giornata di Venerdì l’infaticabile e gentile Antonella Millarte, GAL Terre del Primitivo, guida il nostro tour nei dintorni di Manduria. Siamo a Dicembre, ma il sole è caldo e il cielo è azzurro, la giornata è splendida, si parte. Il nostro tour comincia con la visita presso il “Consorzio Produttori Vini”, la cantina più antica del territorio, in passato conosciuta come “la federazione”.
Entriamo in cantina e subito notiamo un viavai di clienti, il punto vendita è affollatissimo e alle 10 di mattina c’ è già una lunga fila per acquistare il vino, non ci vorrà molto tempo per capire il motivo, degustiamo un ottimo “Sonetto” Primitivo di Manduria DOP, nel calice abbiamo una sinfonia di more, lamponi e note speziate. Durante la degustazione ci viene offerto un eccellente “Leggiadro”, spumante metodo classico, vitigno Negramaro, vinificato in rosato, una piacevole sorpresa.
La cantina è anche sede dell’interessante Museo della Civiltà del Vino Primitivo, la brillante Anna Gennari guida la nostra visita al museo, situato in antichi vasi vinari nei sotterranei della cantina, tra barrique di primitivo e cimeli agricoli.
Il tour procede, dopo pochi minuti ci fermiamo a visitare uno dei vigneti più antichi della zona, qui il sole riempie gli acini dell’uva.
I terreni sono calcareo-argillosi o siliceo-argillosi, le vigne sono di piccole dimensioni e i vigneti sembrano dei giardini di uva, cespugli di vite allevati ad alberello, che ricordano la viticoltura delle isole del mediterraneo. Altri vigneti più giovani presentano un numero di piante più elevato, ma curate in modo da produrre poca quantità, al fine di dare un ottimo frutto ricco di succhi estrattivi, tannini e polifenoli. Inverni miti e scarsamente piovosi, che uniti ad estati calde, ventilate e asciutte, favoriscono la produzione di vini strutturati e intensamente colorati.
Proseguiamo il nostro tour visitando le Cantine San Marzano, cantina sociale fiore all’occhiello della tecnologia vitivinicola della regione, orientata all’export nei mercati internazionali.
Qui il concetto di qualità si concentra sull’equilibrio o gentilezza organolettica, quella che i francesi definirebbero “souplesse”, ecco che in questa cantina la fermentazione del mosto con la buccia dura a lungo, da qualche settimana a due mesi, tuttavia delle innovative cisterne di fermentazione, utilizzate con successo proprio in Francia e adottate anche qui, sono stranamente poste orizzontalmente e ruotano lentamente su se stesse. Questa sorta di “rotolage”, termine italo-francese di fantasia, favorisce un leggero contatto, continuo e uniforme delle bucce con il mosto, evitando in questo modo che l’abbondanza di tannino risulti troppo marcata al palato.
Scendiamo in barricaia, dove centinaia di botti di rovere generano classe e perfezionamento organolettico e non sentori spiccati di legno, qualità che ritroviamo nel bicchiere durante la degustazione di un ottimo vino in edizione limitata, “Sessantanni” Primitivo di Manduria DOC 2012.
Mi aspettavo di degustare un grande vino, e il “Sessantanni” non ha deluso le attese, tuttavia una piacevole sorpresa è stato il vino bianco EDDA, una piccola produzione di 4667 bottiglie, un blend di Chardonnay fermentato in barrique e Moscato.
Non molti vini bianchi guadagnano fermentando in barrique, ma queste uve ricche di sostanze estrattive e con buona gradazione alcolica, l’armonia tra il leggero aroma di legno e i profumi del moscato, garantiscono un ottimo connubio organolettico, che continuerà ad evolvere in bottiglia.
Tradizione e innovazione, vitigni autoctoni e internazionali, vini in purezza, bollicine e blend ricercati: “chapeau”, Manduria!
Torniamo nel Relais Reggia Domizia di Manduria, dove gli Stati Generali del Primitivo stanno per cominciare, Luca Maroni presenta: Primitivo di Manduria, molto più che un vino.
Presenti Serenella Moroder del Movimento Turismo del Vino ed il presidente del GAL Terre del Primitivo Ernesto Soloperto, circa trenta piccoli e grandi produttori di vino Primitivo e molti altri ospiti.
Luca Maroni, enologo e degustatore professionista, personaggio illustre del mondo del vino e famoso autore della guida “Annuario dei migliori vini italiani di Luca Maroni” modera il convegno, la nota positiva è che quando si parla di Primitivo non si parla più di potenzialità, ma di dati eccezionali, non vi è’ nessun altro vino italiano che ha “performato” così bene come il primitivo negli ultimi anni e che ha “performato” grazie alla sua qualità nel bicchiere. Ad oggi infatti, secondo Luca Maroni, nella vetta dell’enologia italiana, tra i migliori vini d’Italia, per intenderci con punteggi superiori a 95/100, troviamo ben sedici Primitivo di Manduria.
Un punto di forza del Primitivo secondo Luca Maroni? Non esiste nessun altro vino che per via naturale arriva a questa concentrazione, ma la concentrazione è solo uno dei parametri, questi non sono solo dei vini concentrati, ma sono anche equilibrati ed integri. Applausi.
Ci spostiamo nella sala e Luca Maroni procede con una degustazione alla cieca di quattro vini Primitivo per comprendere insieme le diverse tecniche di vinificazione e invecchiamento adottate brillantemente dai diversi produttori.
Il denominatore comune è la straordinaria ricchezza di questi quattro vini, che godono di una consistenza eccezionale e sono tutti vini morbidi.
Luca Maroni conclude con un’interessante considerazione sulle caratteristiche che deve avere un vino, esaltando l’equilibrio del Primitivo, vino tutt’altro che secco:
“secco lo dice la parola stessa è un vino più acido-amaro che morbido, il vino deve essere equilibrato, che non vuol dire che deve essere dolce, ma non acido-amaro. Solo il vino equilibrato ti fa sentire tutte e tre le sensazioni, ora la morbidezza, ora l’acidità’, ora il tannino che da’ ragion d’essere alla morbidezza che tutto avvolge”.
La degustazione alla cieca termina e degustiamo i vini di oltre trenta produttori, i protagonisti sono il Primitivo di Manduria DOC e il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG e la qualità dei vini in degustazione è decisamente alta.
I vini si presentano con un profondo colore purpureo; il bouquet offre sentori di frutta a bacca rossa, quali ciliegia, amarena e mora, con ricordi di frutta secca e sotto spirito e note speziate, tostate e balsamiche. Il gusto è pieno e caldo, sostenuto da tannini levigati.
Il primitivo di Manduria DOC eccelle per forza, ricchezza di estratto e carattere.
Il primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG, le cui uve appassiscono sulla pianta o su dei graticci, stupisce per struttura e opulenza, misurata dolcezza e vellutata avvolgenza ed è un ottimo vino da conversazione.
Terminata la degustazione, ci risediamo a tavola, dove ci attende un’altra cena a base di pesce, iniziano i saluti, c’è chi parte e c’è chi resta, noi restiamo, fino all’ultima portata a base di ottimo tonno della tonnara Colimena. Gli ospiti ora sembrano meno “abbottonati” e finalmente si portano in alto i calici, si brinda ovviamente “al Primitivo”!
Il nostro tour termina qui, il nostro autista Gaetano nel tragitto che conduce alla stazione ci mostra con fierezza e orgoglio le bellezze naturali del territorio, un ultimo saluto agli alberelli di vite e agli ulivi secolari, mentre il sole che ci ha accolto continua ad accompagnarci in un’altra splendida giornata: arrivederci Puglia.
Le cantine in degustazione:
Agricola Erario
Agricola Pliniana
Antica Masseria Jorche
Antiche Terre del Salento
Azienda Agricola PezzaViva
Cantina di Sava di Paolo Mancino – Palmento Galilei
Cantina e oleificio sociale 'La Popolare' sca
Cantina e Oleificio sociale di Lizzano “Luigi Ruggieri”
Cantina Laporta
Cantine Due Palme
Cantine San Marzano
Cantine Soloperto
Cantolio
Cantore di Castelforte
Consorzio Produttori Vini
Cooperativa Bosco – Gruppo De Padova
Erminio Campa
L'antico Palmento
Masseria Altemura
Masseria Trullo di Pezza
Ognissole
Pirro Varone
Poggio le Volpi
Racemi
Tenuta Macchiarola
Tenute Casinovi
Tenute Eméra
Vigne e Vini
Vigne Monache
Vinerie Baldari
Vinicola Cicella F.lli Schifone
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