La pioggia moltiplica i tartufi che costano -30 per cento
Coldiretti: “le quotazioni sono scese ai minimi e si trovano offerte imperdibili di fine stagione”
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 26/11/2018
Tartufi a novembre. “Non solo danni, il maltempo di novembre ha favorito un aumento delle nascite ed un calo del 30% dei prezzi del tartufo bianco nell’ultimo mese con valori di appena 250 euro all’etto per pezzature medie attorno ai 20 grammi, al borsino del tartufo di ‘Alba on line’, punto di riferimento a livello nazionale”.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che “il clima anomalo segnato da diffuse precipitazioni ha creato le condizioni per vere e proprie offerte di fine stagione per il frutto più pregiato dell’autunno”.
Con l’aumento delle raccolte le quotazioni sono scese e rappresentano una opportunità imperdibile per gustarlo prima dell’arrivo dell’inverno.
“Il Tuber magnatum Pico infatti- spiega la Coldiretti- si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Il risultato è un forte aumento degli acquisti favorito dall’aumento delle presenze in mostre, sagre e manifestazioni dedicate al tartufo ancora in corso lungo tutto lo stivale. Si tratta di appuntamenti che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti ma anche per difendersi dal rischio dell’inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane”.
“Tra le novità di quest’anno- aggiunge Coldiretti- la conferma da parte della Direzione generale Agricoltura dell’Unione europea che funghi e tartufi spontanei raccolti in natura, devono essere obbligatoriamente etichettati con il luogo di raccolta. Una misura importante per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora”.
Caratteristiche del tartufo
Il tartufo è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato.
La forma del tartufo dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
“I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina– afferma la nota di Coldiretti– il tartufo nero viene per lo più utilizzato in cottura o per farcire, ma anche a crudo, tagliato a fettine e messo su piatti di pasta fresca. Il bianco, (Tuber Magnatum Pico) invece va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti. Per quanto riguarda i vini il tartufo bianco esige grandi vini rossi, il nero, invece ammette anche i bianchi”.
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