Parma, capitale dell’ Alimentare italiano. Un appello-proposta di Albino Ivardi Ganapini, Presidente onorario di Alma, Scuola internazionale di Cucina italiana
di Informacibo
Ultima Modifica: 05/08/2016
Dalla presa di coscienza si è passati alla organizzazione del consenso attorno all'iniziativa e alla progettazione di interventi, partendo dalla base, con metodo, dalla raccolta di idee che possano poi tradursi in progetti. Il processo è quello della “Democrazia deliberativa” descritto e raccomandato dall'economista Stefano Zamagni.
("Parma diventa la regina mondiale del cibo" articolo da InformaCIBO by Saporie)
"Per questo deve affermare negli atti e nei fatti la propria identità di capitale alimentare nel nostro Paese. Il riconoscimento UNESCO è frutto di storia dei nostri territori e insieme di realtà attuali : le grandi specialità alimentari, alcune riconosciute e normate dall'Unione Europea (Dop e Igp), costruite dalle passate generazioni di agricoltori e artigiani e oggi rappresentate da filiere eccellenti di imprese e testimoniate nei Musei del Cibo diffusi sul territorio; le istituzioni di ricerca e formazione nelle tante discipline dell'agroalimentare (Università, Stazione Sperimentale delle Conserve, la Scuola Internazionale di Cucina di Colorno), Fiere di Parma con Cibus e Tecnocibus."
La presenza a Parma dell'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, testimonia già una preminenza ufficialmente riconosciuta. In sintesi un territorio dedicato al cibo con elementi forti ed evidenti di sistema.
"Ma manca sopratutto un evento unificante sul piano simbolico e qualificante su quello culturale. – continua Ganapini – Parma deve coronare il tutto, senza perdere momentum, con un Festival sulla cultura del cibo, a cadenza annuale o biennale, che porti a Parma i grandi Chef, Pasticceri, Sommelier, scrittori, registi, medici, che vengono a dialogare per 3-4 giorni su tradizione, innovazione, trend e stili alimentari, salute e benessere."
"Non solo dibattiti e tavole rotonde, ma anche dimostrazioni culinarie ( Cooking Shows ), pranzi e cene d'autore nei migliori ristoranti del territorio, cinema, libri, mostre. Il campo è vasto e si può articolare il programma negli anni, occupando alcuni temi-chiave e poi crescendo e ampliando, aperti a visione internazionale, ma avendo in testa il punto d'arrivo, cioè l'obiettivo strategico di affermare Parma Capitale del Cibo.”
“A Parma ci sono tutte le competenze necessarie per il successo, dalle imprese, grandi e piccole, ai Consorzi di prodotto, l'Università, Alma, Academia Barilla, i Musei del Cibo, Chef to Chef, la Fiera, le Fondazioni bancarie, la ristorazione e le strutture per l'ospitalità, nonché competenze diffuse in tutto il territorio, che vanno solo attivate in un piano credibile.”
“Questa idea io l'ho presentata negli incontri di “Parma, io ci sto !”. Non è ancora evidente quali siano i criteri di selezione dei progetti. Il mio appello è che non ci si perda nel piccolo cabotaggio con distribuzione a pioggia delle risorse; occorre, a mio parere, essere severamente selettivi, promuovendo ciò che è davvero strategico per il disegno di Parma Capitale dell'Alimentare italiano.
(Questo articolo-appello è stato pubblicato anche dalla Gazzetta di Parma)
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