Istat: nel 2018 la spesa delle famiglie in spending review
Al netto dell’inflazione i consumi si sono ridotti di quasi un punto percentuale (0,9%)
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 12/06/2019
Nel 2018, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.571 euro mensili in valori correnti, sostanzialmente invariata rispetto al 2017 (+0,3%), quando era cresciuta dell’1,6% sul 2016. Ben ottocento euro al mese separano i consumi mensili delle famiglie del Nord Ovest da quelli delle famiglie delle Isole.
“La spesa è ancora lontana dai livelli del 2011, 2.640 euro mensili, cui avevano fatto seguito due anni di forte contrazione”, si legge nel rapporto dell’Istat.
I primi preoccupati commenti
Secondo l’ufficio economico di Confesercenti abbiamo perso in sette anni 60 miliardi di consumi e la stima della Coldiretti che va ancora più indietro nel tempo stima che gli italiani spendono per mangiare il 3% in meno e frutta e verdura hanno sorpassato la carne come principale spesa alimentare.
Il commento della Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise
“Occorre trovare soluzioni condivise, evitando procedure di infrazione ma allo stesso tempo allontanando con decisione la prospettiva di ‘manovrine’ o aumento IVA, che farebbe diventare il calo dei consumi un vero e proprio crollo”, dice Patrizia De Luise. “La direzione da seguire è piuttosto quella di politiche che diano respiro a imprese e a famiglie, per metterle in condizioni di operare in maniera serena. Bisogna mettere in campo interventi che puntino con decisione sull’aumento del potere d’acquisto dei cittadini e la riduzione del carico fiscale sulle PMI: il binomio decisivo per far ripartire tutta l’economia del Paese”.
Ritorniamo ai dati diffusi dall’Istat. Considerando la dinamica inflazionistica (+1,2% la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, NIC), in termini reali la spesa diminuisce dello 0,9%, segnando una contrazione per la prima volta dopo la moderata dinamica positiva registrata dal 2014 al 2017.
Poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e maggiormente concentrata nei livelli medio-bassi, la maggioranza delle famiglie ha speso un importo inferiore al valore medio. Se si osserva il valore mediano, ovvero il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali, il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2018 una cifra non superiore a 2.153 euro, invariata rispetto ai 2.154 euro del 2017.
I dis-livelli di spesa nelle varie zone del nostro Paese
Come in passato, i livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, si registrano nel Nord-ovest (2.866 euro), nel Nord-est (2.783) e nel Centro (2.723 euro); più bassi, e inferiori alla media nazionale, nel Sud (2.087 euro) e nelle Isole (2.068 euro).
Ottocento euro al mese separano i consumi mensili delle famiglie del Nord Ovest da quelli delle famiglie delle Isole. «Differenze così abnormi rappresentano una vergogna per un paese civile», commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
La composizione della spesa: prima l’abitazione segue l’alimentare
E’ ancora l’abitazione ad assorbire la quota più rilevante (35,1% della spesa totale), seguita dalla spesa per prodotti Alimentari e bevande analcoliche (18,0%) e da quella per Trasporti (11,4%).
Coerentemente con le linee guida internazionali, e con i Report precedenti, nella spesa per l’abitazione è compreso l’importo degli affitti figurativi, cioè la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito. Anche al netto di tale posta, nel 2018 la spesa media familiare in termini correnti (1.982 euro) è stabile rispetto al 2017 (+0,2%).
Le famiglie hanno speso per prodotti Alimentari e bevande analcoliche in media 462 euro mensili, senza differenze significative rispetto ai 457 euro del 2017. Più nel dettaglio, aumenti di spesa si registrano per le carni (98 euro mensili, +4,0% rispetto all’anno precedente), i pesci e i prodotti ittici (41 euro mensili, +3,4% sul 2017) e per caffè, tè e cacao (15 euro, +5,0%). Le carni costituiscono anche la voce di spesa alimentare più importante in termini di composizione del carrello, rappresentando il 3,8% della spesa totale; il pesce pesa meno della metà delle carni (1,6% della spesa complessiva) e caffè, tè e cacao appena lo 0,6%.
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