Istat: Coronavirus: a marzo crolla la fiducia di imprese e famiglie
I dati dell'istituto di statistica italiana in periodo di Covid19: l'indice delle famiglie scende da 110,9 a 101, quello delle imprese da 97,8 a 81,7
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 30/03/2020
In periodo di Coronavirus conta molto la fiducia dei consumatori e delle imprese al “sistema Paese”.
Come sono i dati in questo periodo di ristrettezze e quarantena?
La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è crollata di fronte alla diffusione del coronavirus nel paese.
Nei giorni sorsi abbiamo appreso infatti che secondo la lettura finale dell’indice elaborato dall’università del Michigan, la fiducia dei consumatori americani si è attestata in questo mese di marzo a 89,1 punti, dai 101 punti del mese precedente e dai 95,9 della lettura preliminare. Si tratta dei livelli più bassi in quasi quattro anni negli Stati uniti
I dati dell’istituto di statistica italiana
In questo mese di marzo 2020 l’Istat, ha stimato in Italia una forte diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 110,9 a 101,0) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 97,8 a 81,7).
Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in flessione, ma l’intensità del calo è marcata soprattutto per il clima economico e futuro mentre il clima personale e quello corrente registrano diminuzioni più contenute. Più in dettaglio, il clima economico passa da 121,9 a 96,2, il clima personale cala da 107,8 a 102,4, il clima corrente flette da 110,6 a 104,8 e il clima futuro decresce da 112,0 a 94,8.
Con riferimento alle imprese, le stime degli indici evidenziano un calo molto ampio della fiducia soprattutto nei servizi (l’indice passa da 97,6 a 79,6), nel commercio al dettaglio (da 106,9 a 97,4) e nella manifattura (da 98,8 a 89,5). Nel settore delle costruzioni, l’indice di fiducia registra una flessione decisamente più contenuta passando da 142,3 a 139,0.
Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera peggiorano i giudizi sugli ordini e le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo; le attese di produzione subiscono un drastico ridimensionamento. Per le costruzioni, l’evoluzione negativa dell’indice è determinata dal peggioramento dei giudizi sugli ordini e, soprattutto, dalla diminuzione delle attese sull’occupazione presso l’impresa.
Nei servizi di mercato, la brusca diminuzione dell’indice è determinata dalle aspettative sugli ordini che sono in forte diminuzione. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite sono in lieve aumento, le scorte sono giudicate in decumulo e le attese sulle vendite registrano una forte caduta. A livello di circuito distributivo, i giudizi sulle vendite sono in miglioramento sia nella grande distribuzione sia in quella tradizionale; la flessione delle attese sulle vendite è più contenuta nella distribuzione tradizionale.
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