#IoApro1501, arriva la "disobbedienza gentile" di alcuni ristoratori italiani. Come funziona - InformaCibo

#IoApro1501, arriva la “disobbedienza gentile” di alcuni ristoratori italiani. Come funziona

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 13/01/2021

La protesta incalza sul web  accompagnata dall’hasthag #ioapro e #ioapro1501: è la rivolta di alcuni ristoratori che hanno intenzione di aprire, qualunque siano le disposizioni dettate dal Dpcm contro la pandemia.

Anzi, è la “disobbedienza gentile”, come sottolineano gli aderenti. Una protesta in toni cordiali, senza negazionismo, che lancia un appello al massimo rispetto e collaborazione con le Forze dell’Ordine in caso verranno a visitare le strutture aperte.

La rivolta è nata da un imprenditore per estendersi in tutta Italia, Maurizio Stara.

“Non spengo più la mia insegna, io apro – si legge nell’appello di Stara -. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19”.

Grazie al web la sua idea ed è diventata virale e si è guadagnata l’appoggio anche di qualche politico, come Matteo Salvini, il leader della Lega.

Ecco le loro motivazioni:

Cos’è #ioapro1501

I ristoranti che aderiranno a #ioapro e #ioapro1501 dal prossimo 15 gennaio apriranno, anche a cena, e lo annunciano su social, da nord a sud Italia.Con lo slogan “Io apro per non chiudere mai più”. 

Nessun negazionismo, anzi, i ristoratori che aderiscono vogliono dimostrare di poter aprire in sicurezza, senza sminuire la gravità della pandemia che sta costringendo alla chiusura il mondo. Ma soprattutto, c’è la voglia di urlare la grave sofferenza dei pubblici esercizi che chiedono risposte tangibili e rapide.

Gli organizzatori che fanno capo a una pagina Facebook chiamata IoApro1501 (la data in cui appunto comincerà la disobbedienza civile)  sostengono che saranno migliaia. E che saranno tutelati legalmente estendendo la tutela anche ai clienti. Si vedrà. Certo è un segnale forte di un settore penalizzato, come molti altri (cultura, palestre, ecc…)

Una protesta che divide. Ma fa riflettere.

La protesta tuttavia divide anche. Altrettanti ristoratori e rappresentanti di categoria hanno già dichiarato che non intendono partecipare e che sia necessaria responsabilità in questo delicato momento per la salute pubblica. Fipe-Confcommercio ad esempio non aderisce alla protesta che ha portato alcuni ristoratori ad annunciare l’apertura dei propri locali venerdì 15 gennaio nonostante i divieti imposti dal Dpcm  e non aderisce nemmeno il movimento M.I.O (quelli di #iononapro, ndr)

Che si sia pro o contro, da entrambe le parti è ben chiaro come il settore sia in forte difficoltà e alla ricerca di risposte chiare, veloci, in grado di sostenere. Molti, ristoranti ma anche bar, negozi ed esercizi commerciali, rischiano di non riaprire mai più.

Ma allora quanti parteciperanno? Gli organizzatori affermano che una lista non esiste perchè il numero degli aderenti è molto ampio e invitano le persone a chiamare i ristoranti per farsi dire se saranno aperti (e, aggiungo, a creare magari pressing verso chi ha scelto di non aprire?).

Le “regole” contro le regole

Ma attenzione, non si tratterà di aperture tout court. Tra le “regole” infatti sono previsti conti sul tavolo alle 21.15, offerta volontaria per i clienti (che chiamano sostenitori) nei primi tre giorni dell’iniziativa (con scontrino fiscale), e sempre e tassativamente, massima attenzione alle regole di sanificazione e sicurezza antivirus (altrimenti da iniziativa per favorire le riaperture responsabili diventerà un boomerang ) .

#ioapro1501

La scelta del 15 gennaio come inizio protesta è simbolica non legata alle eventuali prossime comunicazioni del Governo.

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