In vista delll’Expo 2015 l’Ice riparte con nuovi progetti
di Informacibo
Ultima Modifica: 15/09/2013
Roma 15 settembre 2013. In vista dell’Expo 2015 l’Ice, ha in serbo grandi novità, nuovi fondi e nuovi progetti. La dotazione finanziaria annuale dovrebbe passare dai 22 milioni di euro di oggi ai 50 milioni che si vanno ad aggiungere a quelli già previsti per il sostentamento. Lo strumento tramite cui si dovrebbe arrivare al raddoppio dei fondi destinati all’ente guidato da Riccardo Monti, è il Decreto del Fare 2 che Enrico Letta ha messo in cantiere da qualche settimana.
Si sta anche lavorando ad alcuni progetti – in attesa di approvazione da parte del ministero dello Sviluppo economico – il cui obiettivo è quello di sostenere l’export nel Mezzogiorno. Anche per colmare il gap strutturale che si è generato con il resto del paese.
L’export è il vero traino del made in Italy. Se i consumi interni continuano a calare, l’export registra un aumento del 7 per cento per un controvalore di 34 miliardi di euro. Solo l’olio d’oliva registra un balzo in avanti dell’11 per cento. Ma non è tutto oro quel che luccica: il Belgio con una superficie di poco superiore a quella della Sicilia (30 mila km2) e i suoi 11 milioni di abitanti, immette sul mercato estero prodotti dell’agroalimentare per un valore di 31,6 miliardi di euro (il dato Eurostat è aggiornato al novembre 2012) e si colloca al quinto posto per le esportazioni fra i paesi dell’Europa a 27. I Paesi Bassi, per fare un altro esempio, con appena 40 mila chilometri quadrati di superficie (noi ne abbiamo 300 mila) e 17 milioni di abitanti, sono al primo posto per le esportazioni con 67 miliardi e mezzo di euro.
Insomma, in vista dell’appuntamento di Milano, è più che mai necessaria una cabina di regia unica ed efficiente, e un ente a sostegno delle esportazioni dinamico e rinnovato.
Ma non sono pochi i nodi che rimangono da sciogliere, come quello relativo ai dipendenti: da un lato ci sono i vincitori di concorso non assunti, e dall’altro ci sono le 140 unità messe in mobilità al MISE al momento della costituzione dell’Agenzie. A questo si aggiunge il caso “Buonitalia spa”, i cui dipendenti sono stati trasferiti all’Ice con l’obiettivo di creare un’unica struttura di promozione dell’export. Si tratta di 19 dipendenti che si trovano oggi nel “limbo” e che da maggio non ricevono più lo stipendio. Il rischio è quello che questi vulnus si traducano in contenziosi legali. (da Agricolae)
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