In tempo di Covid, boom di vini italiani, il Prosecco batte lo Champagne - InformaCibo

In tempo di Covid, boom di vini italiani, il Prosecco batte lo Champagne

L'analista Giampietro Comolli dell'osservatorio Ovse-Ceves: la Gdo vede salire le vendite, l'e-commerce raddoppia i volumi, frenata dell'export

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 25/08/2020

Superata la metà di Agosto la priorità per i produttori di vino (bianco) si chiama vendemmia.
La stagione 2020 promette bene: luglio ed agosto, fino ad ora, sono stati favorevoli.

Ma c’è anche chi come Giampietro Comolli (foto a destra), da circa 30 anni analista economico dell’osservatorio Ovse-Ceves, ci offre uno studio con il quadro dei consumi enoici nel primo semestre 2020: “i numeri del consumo dei vini spumanti in Italia e i canali di consumo durante il periodo Covid e primo semestre 2020 analizzati da Ovse indicano che restare a casa, con più tempo libero, più voglia di cucinare, più tempo sui social e web ha incentivato i calici di bollicine. Il consumo domestico ha sostituito, in gran parte, quello degli aperitivi e delle cene fuori casa”.

Durante il lockdown imposto dalla pandemia un calice di spumante ha salvato la socializzazione degli italiani, fra le mura domestiche e nel web. In particolare “nella movida estiva tornano protagonisti le etichette di territorio, tipiche e di prezzo sotto i dieci euro. Mentre il Covid, nel primo semestre dell’anno, ha fatto scendere i consumi di vini rossi importanti e bollicine di alto pregio a iniziare dallo Champagne”.

E i millennials e la Generazione zero non hanno rinunciato all'”ape”, quindi più spritz in casa

La generazione zero non hanno dimenticato l’aperitivo anche in questo periodo anomalo mentre il Valdobbiadene Prosecco e i vini bianchi fermi freschi d’annata –sottolinea Comolli- hanno fatto la parte del leone, come le bollicine territoriali e con uve autoctone, ci sono stati più atti d’acquisto in Gdo, più che raddoppiati in 100 giorni gli ordini online, ma scelta prioritaria sotto i 7-10 euro a bottiglia. I cali più sensibili per vino biologico, i grandi vini rossi, Champagne“.

Frenata dell’export

Il mercato interno, quindi, ha dimostrato un certo fermento.  In questi mesi è stato vivo seppur segnato da un badget più ridotto per i vini. A fare da contraltare, l’esportazione che ha molto risentito degli effetti del coronavirus.

Certamente il dato negativo dettato dalla chiusura totale Covid più importante e significativo (sia in volumi che in valore) viene – conclude Comolli  – dal blocco delle spedizioni e dei trasporti (anche via aereo) verso l’estero”.

Se il mercato interno ha mostrato questa vivacità seppure con minor budget per la spesa enoica “certamente il dato negativo dettato dalla chiusura totale Covid più importante e significativo (sia in volumi che in valore) viene dal blocco delle spedizioni e dei trasporti (anche via aereo) verso l’estero”.

In sintesi la ricerca di Ovse-Ceves (luglio 2020) sul comportamento degli italiani in generale rispetto all’acquisto e consumo di vino in periodo Covid (100 giorni, dal 9 marzo al 30 giugno) ci dice che:

–   meno consumo di vini sostenibili e quelli più cari in senso generale

–   più consumo di vini locali facili da trovare, più pubblicizzati e anche autoctoni

–   più bottiglie a prezzo contenuto (limite sono i 10-11 euro a bottiglia su scaffale o in cantina)

–   più vini di cantine grandi note diffuse che danno garanzie

–   più acquisti online e eno-commerce

–   meno acquisti diretti in cantina soprattutto nei territori e grandi DO dove avvenivano eventi, fiere, degustazioni, primeur

–   più delivery

–  meno acquisto di Champagne

–   più acquisto di Prosecco Superiore e Doc (molti in abbinamento con Aperol o Campari)

–   più vini bianchi tranquilli noti e di annata recente

–    meno vini rossi tranquilli top selezionati riserve e più noti dell’alta gamma

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