Il vino altoatesino insegue l’eleganza e abbandona il Gewürztraminer
La Cantina Colterenzio ha presentato la nuova annata 2015 della sua cuvée esclusiva LR e si affida a Chardonnay, Pinot Bianco e Sauvignon per esaltare il territorio
di Collaboratori
Ultima Modifica: 20/03/2019
“L’obiettivo del progetto LR era che rappresentasse l’eccellenza del territorio, seducesse e stupisse, a cominciare da un’estetica particolare”.
Così Alex Ferrigato, direttore vendite della Cantina altoatesina Colterenzio, ha definito la filosofia di questa esclusiva cuvée presentando in anteprima a Roma e Milano la nuova annata 2015.
“Il progetto – ha spiegato Ferrigato a Informacibo – è nato dieci anni fa e si è via via sviluppato puntando a un vino di massima eleganza che “celebrando il piacere e la vita riesce a dare forti emozioni”. E conquista anche gli occhi con una seducente rete metallica che avvolge la bottiglia con un effetto “vedo e non vedo” che invoglia l’appassionato a scoprire l’interno della bottiglia.
La ‘ricetta’ di LR si è evoluta nelle quattro annate proposte (tralasciando volutamente l’annata 2014, ritenuta qualitativamente non sufficiente), abbracciando un percorso di maggior finezza ed eleganza che ha via via privilegiato uve come lo Chardonnay, il Pinot bianco e il Sauvignon staccandosi progressivamente – e definitivamente nell’ultima annata – dal Gewürztraminer. In particolare l’LR 2015 si presenta con una spiccata eleganza, freschezza e mineralità, in cui l’ingrediente principe è il territorio di provenienza. Dopo una soffice pressatura, e a fermentazione avvenuta, il vino matura in botti di rovere e rimane in bottiglia per ulteriori 12 mesi.
Solamente tre anni dopo la vendemmia il vino viene commercializzato
La cura dello staff aziendale e dell’enologo Martin Lemayr per proporre il top dalle vigne della Cantina inizia dalla selezione delle particelle migliori sui trecento ettari a disposizione. Poi c’è l’impegno dell’enologo alla costruzione di un uvaggio che “racchiuda le caratteristiche del territorio e renda questa espressione viva e presente”, come ha sottolineato Lemayr a Informacibo.
La produzione non supera mai le 5mila bottiglie
Volendo da subito produrre un gran vino, l’azienda ha scelto il nome riproponendo le iniziali di Luis Raifer, uno dei pionieri della rivoluzione della qualità altoatesina e precursore anche a Colterenzio di una viticoltura improntata alla qualità. Intuì che i vini altoatesini avrebbero avuto delle enormi potenzialità ed inizió a piantare le uve di Cabernet Sauvignon nel suo vigneto Lafóa, alle quali più tardi aggiunse il Sauvignon blanc. Le rese furono basse, la qualità delle uve e dei vini invece fu altissima e segnò una svolta nella viticoltura altoatesina.
Da questo vigneto-pilota iniziò a nascere il “pensiero Lafóa”, che introdusse nuovi standard qualitativi, mantenuti fino a giorni nostri dai soci e dai collaboratori della Cantina Colterenzio. Con l’annata 2015 il progetto Lafoa è stato arricchito con due altri vini: uno Chardonnay e un Gewürztraminer.
A cura di Cristina Latessa
Condividi L'Articolo
L'Autore