Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: «L’Italia resta no-Ogm, sì alla ricerca pubblica»
di Informacibo
Ultima Modifica: 17/03/2014
Milano 17 marzo 2014. Intervistato oggi a “Si può fare” su Radio24, la radio di Confindustria, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha parlato di Expo, l'Esposizione Universale di Milano che da tempo lo vede in prima fila ma si è anche soffermato sulla vicenda degli Ogm che nei giorni scorsi aveva visto il suo collega all’Ambiente Gian Luca Galletti rivedere la posizione dell’Italia alla sua prima uscita al Consiglio del ministri dell’Ue.
Martina ha detto che sugli Organismi geneticamente modificati è d’accordo con il governatore leghista del Veneto ed ex ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, «Quando dice che l’Italia con la sua vocazione alla qualità e non all’agricoltura estensiva non può contemplare la produzione transgenica».
L’attuale ministro aggiunge però che «E’ necessario portare avanti la ricerca pubblica in questa materia per non perdere posizioni internazionali».
Secondo recenti studi -riportate da Greenreport.it– le posizioni internazionali sugli Ogm segnano già un arretramento delle multinazionali come Monsanto, ma in ogni caso è evidente che la ricerca pubblica non significa certo la semina di mais Ogm in campo aperto come è avvenuto in Friuli Venezia Giulia, e come si vorrebbe fare in tutta Italia con il ricorso al TAR del Lazio che rischia di annullare il decreto interministeriale del luglio 2013 che vieta in Italia la semina di Ogm.
Per fermare questa minaccia, otto associazioni appartenenti alla task force per un’Italia Libera da Ogm presentano al Tar del Lazio un atto d’intervento a sostegno del Governo e dei tre Ministeri competenti contro il ricorso presentato proprio da un agricoltore friulano.
Il tema centrale dell’intervista a Radio24 è stato innanzitutto l’Expo 2015 di Milano.
Botta e risposta sull'Expo
Tra qualche mese sarà pronto il calendario degli avvenimenti legati ad Expo2015 e Martina è convinto che si debba fare di più sul piano della comunicazione.
Ancora oggi non c'è l'attenzione giusta all' importanza del tema nutrire il pianeta. Perché? Quali sono i motivi di questo ritardo?
La verità -spiega Martina- è sotto occhi di tutti. Negli anni passati purtroppo su Expo si sono rovesciate polemiche politiche istituzionali, tra i vari livelli coinvolti che al tempo avevano iniziato i lavori: ricordiamo conflitto tra comune di Milano e regione Lombardia. Lì s è perso tempo. Il lavoro straordinario fatto recentemente dal commissario Sala è stato invece significativo.
Ma è vero che fino ad oggi sul piano della comunicazione si è avuta l'impressione che anziché un evento planetario sull'agricoltura del terzo millennio Expo sia una fiera alimentare?
Lei ha perfettamente ragione risponde Martina che aggiunge: dobbiamo accelerare e fare entrare questa discussione nelle case degli italiani. Una delle eredità che Expo può consegnare, per esempio, è fare entrare nelle scuole l insegnamento dell educazione alimentare, ne stiamo discutendo con il ministro Giannini.
Inoltre Martina da un giudizio positivo delle iniziative per la Banca della terra proposte da alcune Toscana, Lazio e Liguria, che offrono terreni abbandonati a canoni agevolati: «Nei prossimi giorni convocheremo le regioni per valutare queste esperienze che sono una delle grandi progettualità che l’Italia può sperimentare. Le terre abbandonate sono uno spreco intollerabile in un momento nel quale per rilanciare la ripresa dobbiamo fare appello a tutte le risorse».
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