Il ministro Centinaio: sì della Ue al ritiro del pecorino in eccesso
Tavolo di filiera convocato a Roma per giovedì 21 febbraio. Intanto si dimette il presidente del Consorzio del pecorino romano
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 19/02/2019
La guerra del latte continua anche se ci sono diverse novità.
Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio parla dopo l’incontro con il Commissario europeo Phil Hogan.
“Abbiamo avuto l’ok dell’Europa al nostro piano e questo renderà più disteso l’incontro di giovedì tra le parti”, “sia per la gestione dell’emergenza che per riorganizzare la filiera“. Così il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, dopo la riunione con il Commissario Phil Hogan. Sul piano di ritiri delle forme di pecorino romano rimaste invendute, il ministro ha ottenuto rassicurazione che “non si tratta di aiuto di Stato“. Hogan ha poi confermato l’invio di funzionari Ue in Sardegna per coinvolgere il Consorzio nei programmi Ue.
Salvatore Palitta il presidente del Consorzio del Pecorino romano si dimette
Il presidente del Consorzio Palitta accetta la richiesta di dimissioni “volontarie e irrevocabili” di tutti i membri dei consigli di amministrazione dei Consorzi di tutela del Pecorino Romano Dop, del Pecorino Sardo Dop e del Fiore Sardo Dop, inserita nella controproposta dei pastori.
Poi su Facebook Palitta accusa: «dopo aver creato il mostro, individuato la fragilità di una filiera frammentata, la debolezza contrattuale del pastore, la debolezza contrattuale dei trasformatori nel mercato, chi è il vero dominus che nessuno ha il coraggio di pronunciare? La grande distribuzione organizzata con il suo strapotere contrattuale, con le aste al ribasso. Eppure durante la negoziazione con i fornitori devono garantire un’equa ripartizione del reddito in tutta la filiera», conclude il presidente dimissionario del Consorzio.
Coldiretti l’ annuncio delle dimissioni apre un margine di trattative
Per Coldiretti questo annuncio è positivo in quanto apre un margine di trattative per portare il prezzo del latte a 1 euro “in tempi certi” su questa linea è d’accordo anche il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani che poi in un tweet spiega: “il latte di pecora deve costare 1 euro. Buon incontro con il Commissario per l’agricoltura Phil Hogan: ci sono 192 milioni di euro per promuovere i nostri prodotti nel mondo. Nei prossimi giorni esperti Ue andranno in Sardegna per aiutare i pastori sardi a cogliere questa opportunità”.
I pastori: latte a 80 centesimi e poi a un euro
Intanto, in attesa del tavolo di filiera convocato a Roma per giovedì 21 febbraio, è stata approvata per alzata di mano la bozza di accordo sul prezzo del latte ovino presentata all’assemblea degli allevatori dal Movimento dei pastori sardi. I punti salienti prevedono da subito 80 centesimi al litro, contro i 72 proposti dal tavolo di sabato scorso con il ministro Centinaio, e una griglia con garanzie stringenti per arrivare a un euro a fine stagione. “Non ci stiamo abbassando i pantaloni: abbiamo iniziato la trattativa parlando di un’euro al litro e all’euro dobbiamo arrivare a fine campagna“, hanno spiegato dal palco dell’assemblea a Tramatza i pastori che hanno studiato la controproposta insieme a un gruppo di “tecnici”. “Il prezzo del Pecorino Romano – hanno detto – è salito in pochi giorni di 1,50 euro. E ora anche la grande distribuzione ci potrebbe dare una mano: questo aiuterebbe il prezzo a salire“. La bozza di intesa concordata è stata approvata all’unanimità, per alzata di mano, dagli oltre mille pastori riuniti a Tramatza.
Falchi: l’obiettivo è arrivare a un euro
“La base di partenza per remunerare il latte ovino è di 80 centesimi al litro. Noi facciamo i calcoli sulla realtà: sotto quella soglia non copriamo i costi di produzione ed è anche anticostituzionale, perché non è che puoi mettere 50 milioni sul piatto e basta. I sacrifici li dobbiamo fare tutti“. Lo ha detto Gianuario Falchi, uno dei pastori che ha presentato la controproposta degli allevatori approvata dall’assemblea. Il prezzo del formaggio Pecorino Romano è già salito di 1 euro e 1,50 in dieci giorni – ha spiegato – quindi i trasformatori hanno la garanzia che non andranno sotto. Da parte nostra speriamo di arrivare oltre l’euro, però logicamente bisogna recuperare i mesi precedenti: noi speriamo che con questa proposta si arrivi all’euro, che per i pastori è il traguardo”. “Ovviamente – ha ammesso Falchi – sapevamo che chiedendo l’euro non sarebbe arrivato dall’oggi al domani: non siamo stupidi. Lo sappiamo come funziona il mercato e come funzionano le vendite. Ora, però, c’è un fatto importante: all’unanimità abbiamo deciso di andare avanti. Questo vuol dire che i pastori non li divide nessuno“.
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