Il Consorzio di Tutela del Gavi ha un nuovo presidente

Il Consorzio di Tutela del Gavi ha un nuovo presidente

di Oriana Davini

Ultima Modifica: 05/05/2021

Il Consorzio Tutela del Gavi ha un nuovo presidente: a essere stato eletto alla carica più alta è Maurizio Montobbio, 51 anni, viticoltore e già presidente dal 2015 al 2018, al quale si affiancano i vice presidenti Dario Bergaglio, La Chiara e Massimo Marasso F.lli Martini.

Al nuovo vertice tocca dunque il compito di guidare il Consorzio fuori dal periodo pandemico, fino al 2024: un lavoro complesso, visto che nell’ultimo anno e mezzo il comparto vitivinicolo italiano ha segnato una pesante flessione dovuta alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.

E tuttavia, in questo scenario il Gavi Docg – presente in 100 Paesi con l’85% della produzione – è riuscito a mantenere le proprie quote di mercato grazie al lavoro dei produttori del Consorzio.

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Gavi, vendemmia di uva Cortese © Cristian Castelnuovo
Gavi, vendemmia di uva Cortese © Cristian Castelnuovo

Il futuro del Consorzio: green e digitale

Il futuro del Consorzio nei prossimi anni sarà green e digitale: secondo il neoeletto presidente, il Gavi Docg “dovrà essere capace di fare di più e dare vita a una vera e propria transizione enologica”. Di cosa si tratta? “Di nuovi modelli per produrre, comunicare e vendere il vino in un contesto globale trasformato e ancora in cambiamento”.

Maurizio Montobbio_ Presidente Consorzio Tutela del Gavi
Maurizio Montobbio_ Presidente Consorzio Tutela del Gavi

In particolare, il Consorzio si impegnerà nella costruzione di un nuovo paradigma di sostenibilità ambientale, dove i produttori associati, le università e i centri di ricerca lavorano insieme per sostituire la chimica in vigneto e in cantina con la tecnologia applicata. “Si tratta di instaurare un nuovo patto con i consumatori, attraverso l’uso delle blockchain, a garanzia di buone pratiche produttive, per ribadire il grande valore e la qualità del Gavi”.

Un nuovo concetto di enoturismo

gavi

Il Gavi Docg è presente in oltre 100 paesi del mondo con l’85% della sua produzione. Le limitazioni agli spostamenti imposte dalla pandemia devono necessariamente far viaggiare il Gavi e il suo territorio attraverso eventi all’estero e sui canali digitali, portando a un nuovo concetto di enoturismo, “che collabora alla qualificazione del nostro vino e della Denominazione in Italia e nel mondo”.

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L'Autore

giornalista

Giornalista specializzata in turismo e itinerari enogastronomici