Il cammino dell’integrazione passa da un corso di cucina
Formazione dedicato a giovani immigrati in cerca di occupazione
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 20/04/2018
Sorrisi e autentica commozione: sono stati gli ingredienti della giornata conclusiva del corso di cucina organizzato da Fondazione Eris Onlus e dalla Fondazione Vivante Jovinelli – Arte del Convivio. Scopo di quest’ultima è da sempre offrire una formazione professionale nel campo della cucina a persone svantaggiate.
Il ciclo di 20 lezioni, per un totale di 100 ore, è stato frequentato da un gruppo decisamente eterogeneo, formato da 12 ragazzi di età compresa tra i 17 e i 40 anni, provenienti da Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali, Marocco, Mauritania, Nigeria, Polonia e Albania. A ideare questo primo ciclo è stata la Fondazione Eris Onlus nata 8 anni fa lavorando principalmente sul recupero degli ex-tossicodipendenti, per poi aprirsi anche ai temi dell’immigrazione e del lavoro.
E’ così nata l’Agenzia Lavoro di Fondazione Eris, che si occupa di avvicinare domanda e offerta, consentendo agli utenti di reinserirsi virtuosamente nel mercato attivo del lavoro. Eris e Arte del Convivio avevano già collaborato nelle scorse stagioni per organizzare corsi dedicati a questo genere di utenza: per la prima volta il corso ha avuto come protagonisti un gruppo di giovani immigrati.
«Il corso è stato realizzato grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lombardia – ha spiegato Roberto Nerani di Fondazione Eris – ed è aperto a cittadini, italiani o stranieri, con documenti in regola. Non si tratta di un progetto pensato solo per migranti. In questo caso abbiamo avuto modo di coinvolgere queste 12 persone, ognuna con la propria storia, ognuna animata da una grande voglia di imparare. Adesso inizia la fase più importante: la ricerca e l’inserimento in un luogo di lavoro».
Motivazione e impegno sono elementi che hanno caratterizzato tutti i partecipanti al corso, lo ha confermato anche la coordinatrice del percorso didattico di Arte del Convivio Lola Torres: «E’ stata un’esperienza davvero arricchente. Il corso è stato costruito con l’idea di formare questi 12 ragazzi perché possano lavorare in un piccolo ristorante, in un bar con cucina, in una gastronomia, in una pasticceria. Ma posso dire che questa squadra potrebbe anche fare dei catering: nella seconda parte del corso abbiamo lavorato molto sull’organizzazione di una brigata di cucina e negli ultimi giorni, preparando il buffet di quest’oggi, hanno dimostrato grande affiatamento e precisione».
Anche le difficoltà iniziali sono state trasformate in opportunità. Come ad esempio la scarsa conoscenza dell’italiano da parte dei partecipanti al corso che ha portato Lola Torres ha coinvolgere tre assistenti: Candy Curley, americana, che ha seguito le persone anglofone, Jillian De Brabant, che si è dedicata a chi parlava per lo più francese o spagnolo e Claudia Bertoli, con una lunga esperienza di corsi di lingua italiana per stranieri. Grazie al loro impegno sorridente e appassionato, gli allievi hanno appreso un lessico professionale specifico per la ristorazione che ha consentito loro di apprendere al meglio i contenuti del corso ma che soprattutto sarà un elemento importante per trovare un impiego.
Buba, camerunese, ha voluto preparare per il buffet di fine corso un piatto della sua tradizione gastronomica: «Ho scelto una ricetta a base di verdure saltate e pollo, accompagnato da un riso con carote e fagiolini. E’ un piatto classico del Camerun: qui ho imparato moltissimo della cucina italiana, ci tenevo a condividere con voi qualcosa che testimoniasse le mie radici».
Mohammed viene dalla Costa D’Avorio, è entusiasta del corso e non vede l’ora di avere un’occasione lavorativa nella ristorazione: «Mi avevano offerto anche un corso per diventare falegname, ma io ho preferito questo perché mi è sempre piaciuto cucinare. Ora sto giocando a calcio per una squadra nella categoria Promozione, ma appena avrò una chance per inserirmi nel mondo del lavoro mi concentrerò su quella».
Pietro, invece, è polacco. E’ in Italia da qualche anno, prima a Napoli e ora a Milano e ha già lavorato in qualche piccolo ristorante: «Dopo questo corso mi sento ancora più preparato per poter continuare nel mio percorso professionale, amo molto l’Italia e spero di poter fare qualcosa di buono in questo Paese».
L’esito del percorso formativo e l’entusiasmo dei ragazzi sono per Arte del Convivio e Fondazione Eris uno stimolo a replicare e si sta già lavorando per imbastire il prossimo corso.
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