Igp: cosa significa il marchio Indicazione Geografica Protetta

Igp: cosa significa il marchio Indicazione Geografica Protetta

Alla scoperta del significato, del regolamento e del valore del marchio europeo di Indicazione Geografica Protetta

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 16/02/2022

IGP significa Indicazione Geografica Protetta. E’ un marchio che viene attribuito a prodotti agricoli, alimenti o vini che garantisce la loro provenienza locale.

E’ meno restrittivo rispetto a una Dop, perché per ottenere il marchio IGP basta che una fase del processo di realizzazione avvenga nel territorio geografico di appartenenza, mentre la Dop richiede l’intero processo. 

Dop: cosa significa il marchio Denominazione di Origine Protetta

La Legge

L’IGP è regolamentata dalla stessa legge della DOP, cioè il Regolamento CEE 510/2006 (e in precedenza dal Regolamento CEE n. 2081/92) su Protezione delle Indicazioni Geografiche e delle Denominazioni d’Origine dei prodotti agricoli e alimentari

All’articolo 2, comma 2, si legge:

“Ai fini del presente Regolamento si intende per:

b) indicazione geografica: il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare – originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e – di cui una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica possa essere attribuita all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell’area geografica determinata”.

Il marchio IGP: significato

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L’Igp è un marchio che viene attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti (agricoli o alimentari) per i quali una particolare qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipendono dall’origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un territorio specifico.

Per ottenere il marchio, almeno una delle fasi di produzione deve essere effettuata nella zona in questione (art. 5 del Regolamento UE nr. 1151/2012).

Il consumatore, quando vede un prodotto contrassegnato IGP, capirà subito che quel tale alimento ha un legame speciale con il territorio di appartenenza.

Così come i prodotti a marchio Dop, anche quelli IGP devono rispettare un rigido disciplinare di produzione e sottoporsi ai controlli degli enti specializzati per potersi fregiare del riconoscimento. Anche in questo caso, spesso i prodotti sono tutelati dai Consorzi.

Il valore

Bresaola della Valtellina

Come nel caso delle DOP, il marchio IGP non è “solo” un premio ma un modo per riconoscere e proteggere l’autenticità di un prodotto locale. 

Ad esempio, la Bresaola della Valtellina IGP è legata esclusivamente alla Valtellina: non può esistere lo stesso salume in un altra località, perché una parte del processo per realizzarlo è locale e legato al territorio di quelle montagne. Non esistono paesi uguali, boschi uguali, case uguali. Così per i prodotti. 

L’Indicazione Geografica Protetta tutela le ricette e alcuni processi produttivi caratterizzanti tipici del luogo, ma non per forza l’origine del prodotto complessivamente se non quello della produzione finale. Conferisce una tutela giuridica a un prodotto originario di un luogo in modo che possa acquisire qualità, reputazione. 

Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea cerca proprio di tutelare e favorire il sistema produttivo e l’economia dei territori. Il legame indissolubile con luogo di origine vuole anche la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell’intera comunità. Un marchio dà valore e può portarne dove viene prodotto, facendo si che anche l’ambiente, le tradizioni e le peculiarità di una certa zona vengano mantenute. 

I prodotti IGP in Italia

aceto-balsamico-di-modena-igp

In Italia ci sono tantissimi prodotti che vantano il marchio Igp: l’elenco completo è pubblicato sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che lo aggiorna costantemente.

Tra quelli con il valore di produzione più alto ci sono, per esempio, l’aceto balsamico di Modena, la mortadella Bologna, la bresaola della Valtellina.

Ma l’elenco è lungo: dall’abbacchio romano alla piadina romagnola, l‘arancia rossa di Sicilia, la burrata di Andria, i cantucci toscani, il cappero di Pantelleria, la carota dell’Altopiano del Fucino, la castagna Cuneo, la ciliegia di Vignola, la focaccia di Recco col formaggio, la lenticchia di Castelluccio di Norcia, il limone di Sorrento, la mela Alto Adige, la nocciola del Piemonte.

In Europa

L’Igp dicevamo, è un marchio europeo, quindi non si applica solo ai prodotti italiani. È un bene per il consumatore che, trovandosi di fronte un unico marchi0, può capire le caratteristiche di un prodotto in tutta Europa.

L’Italia è però il Paese con il maggio numero di Dop e Igp. Qualche giorno fa nella “famiglia” delle Indicazioni Geografiche protette made in Italy è entrato anche il cioccolato di Modica e il Marrone di Serino, ma sono arrivati anche prodotti stranieri come l’Agkinara Irion IGP dalla Grecia (un tipo di carciofo), la Rucavas Baltais Sviests IGP dalla Lettonia (una sorta di burro/panna acida) .

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